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Movimento psicomotorio e gioco spontaneo
Corpi, sensi ed emozioni in movimento in contesti relazionali psicomotori al chiuso e all’aperto. La giusta distanza offerta dallo sguardo dell’adulto sostengono il gioco autonomo dei bambini

In un’ottica psicomotoria, riflettiamo sul valore della relazione educativa, del gioco spontaneo e di un contesto adeguato tramite i quali il bambino struttura la propria identità.
Come organizzare un ambiente che tuteli i bisogni, le ricerche spontanee e valorizzi la comunicazione affettiva dei bambini e, in particolare, di coloro che presentano difficoltà nel gioco?
È necessario predisporre uno spazio adatto all’età e alle specificità di ogni bambino, che sostenga l’integrazione di emozione, azione e pensiero e una relazione dove l’adulto è presente come base sicura, emotiva e fisica.
Le neuroscienze della psicomotricità concordano che è da questo solido legame interiorizzato con la figura di riferimento adulta che il bambino osa sperimentare autonomia e rischi.
La relazione richiede un tempo lento:
• per l’ascolto, la comunicazione affettiva e l’espressione di sé;
• per accogliere il mondo emotivo del bambino e il contatto fatto di gesti, parole e silenzi, emozioni che abitano il corpo;
• per il gioco di piacere, autonomo e condiviso con i pari.
Richiede, in particolare, la presenza dell’adulto alla giusta distanza e osservazione del gioco, la tutela dell’espressione senso-motorio propria dei giochi di movimento, simbolica del facciamo finta di... e rappresentativa della manipolazione, del disegno, della costruzione ecc. fino alla parola e all’elaborazione del pensiero.
LEGAMI DI GIOCO
Lucia Carpi, psicomotricista e formatrice, ha sperimentato esperienze psicomotorie nell’ambito del Progetto Orme lunghe, in un contesto privato 0-6 con 23 bambini (11 del nido e 12 della scuola dell’infanzia) realizzato negli spazi interni ed esterni di una fattoria sull’appennino reggiano.
La richiesta di attivazione di esperienze psicomotorie è nata dall’osservazione del gioco spontaneo dei bambini, nel quale le educatrici hanno notato movimenti frenetici, scelte di luoghi per il gioco non sicuri, modalità non adatte all’età che creavano cortocircuiti emotivi sia nella relazione con gli altri bambini che con gli adulti.
BISOGNI EDUCATIVI NATURALI (BEN) E APPROCCIO PSICOMOTORIO APPLICATO
l percorso psicomotorio sostiene il gioco spontaneo e valorizza i prerequisiti di apprendimento.
La crescita del gruppo in questo progetto ha toccato diversi aspetti:
- l’ascolto, per accogliere e dare parole alle emozioni nel gruppo, motivando i bambini alla relazione con gli adulti;
- l’autoregolazione emotiva e le competenze intersoggettive, attraverso l’acquisizione del gioco autonomo integrando azione ed emozione. Lo sguardo educativo sul gioco sostiene nel bambino la capacità di condividere pensieri e apprendimenti con gli adulti, grazie al rispetto dei tempi, dell’interesse, della motivazione di ognuno;
- la strutturazione spazio/temporale del pensiero e del linguaggio, attraverso l’osservazione delle azioni spontanee dei bambini, di ciò che riescono a fare e di ciò che non esplorano o evitano rispetto alle possibilità offerte dal contesto. L’adulto annota le difficoltà riscontrate e, nell’ottica di offrire ciò che manca, le inserisce come futura opportunità di sperimentazione, facilitando il mettersi in gioco dei bambini con le stesse.
Offrire attenzione alla motricità globale e fine in ascolto dell’espressione corporea.
L’adulto si prende cura dei luoghi, affinché acquisiscano identità ben definite e favoriscano il gioco spontaneo senso-motorio, simbolico e di rappresentazione.
- Spazio prevalente del gioco senso-motorio: per sperimentare il movimento nella verticalità utilizziamo sacchi di sabbia, nell’orizzontalità grazie a terreni con diverse superfici (sassi, erba ecc.) per sperimentare dondolii, scivoli naturali, salti, equilibri e disequilibri.
- Spazio prevalente del gioco simbolico: dedicato alla costruzione, alla creazione di rifugi e case, al gioco del nascondino e del nascondere attraverso corde, mollette, teli ecc.
- Spazio vuoto: un luogo dove tutto è possibile e può essere deciso al momento o co-costruito precedentemente. Prepariamo materiali non strutturati naturali e non e oggetti o allestimenti costruiti dai bambini individualmente o in gruppo.
Creare uno spazio prevalente del gioco di rappresentazione dove sono presenti materiali per manipolare, disegnare, comporre e creare attraverso argilla, colori e materiali naturali.
ADULTI IN RELAZIONE AFFETTIVA E ALLA GIUSTA DISTANZA
L’adulto, contenitivo e non giudicante, offre la sua presenza nella relazione sostenendo il gioco del bambino, focalizzando lo sguardo e l’intervento sulle azioni ludiche nelle quali ha espresso difficoltà:
- supporta e regola in modo affettivo e presente il gioco frenetico e insicuro del bambino. Scandisce il ritmo nell’ottica di rallentarlo, rispecchia le emozioni in modo adeguato alla situazione restituendo senso al gioco e valore affettivo alla relazione con il bambino, incoraggiandone l’espressione;
- si offre a diverse distanze, per facilitare l’espressione dell’energia dell’attaccamento (minima), della scoperta e dell’apprendimento (media) e dell’autonomia e della socialità (massima).
▲ Offrire opportunità di sperimentare e rischiare adatti all’età e al momento evolutivo ed emotivo individuale.
▶ Prendersi un tempo lento dove poter vivere il piacere con sé stessi, riposare, immaginare.
ACCOMPAGNARE ALLA CONQUISTA DELLA DISTANZA
A seguito delle esperienze vissute, il clima è risultato di maggiore piacevolezza emotiva sia da parte dei bambini, che hanno visto il proprio gioco funzionare, sentito e pensato da adulti presenti affettivamente, sia dalle educatrici che hanno riscoperto il piacere dell’osservare, comprendere e prendersi cura del gioco dei bambini come una priorità educativa.
Coscienti che, quando serve, bisogna rivolgersi a un esperto, mentre nella quotidianità educativa non è necessario essere psicomotricisti, ma educatori con uno sguardo psicomotorio in ascolto dei bisogni di crescita e di integrazione affettivo motoria e cognitiva dei bambini, offrendo adeguate relazioni e contesti di gioco.
Giuseppe Nicolodi, psicomotricista, ci suggerisce questa tecnica:
- l’adulto offre ciò che manca al bambino in difficoltà nel gioco;
- offre presenza, accoglie tutte le emozioni del bambino leggendo la richiesta di aiuto implicita che gli sta facendo attraverso il suo gioco disorganizzato, le provocazioni ecc.;
- restituisce senso, affiancando il bambino nel gioco, senza pretendere un buon esito e rassicurandolo sulla forza del loro legame.
www.anupieducazione.it: informazioni sulla promozione della cultura psicomotoria.
Si ringrazia per l’esperienza Lucia Carpi, formatrice e supervisore del progetto e gli educatori del gruppo GEA di Castelnuovo Sotto (RE).
Per informazioni e approfondimenti: luciacarpi.npm@gmail.com