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Martisor, la festa di primavera in Romania

Ogni anno in Romania, il 1° marzo si celebra il primo giorno della primavera, che ha scacciato l’inverno. È una festa unica, molto sentita dai bambini, le cui origini affondano nell’antichità, nella tradizione legata alle pratiche e credenze agricole. 

di Lorenzo Luatti01 marzo 20123 minuti di lettura
Martisor, la festa di primavera in Romania | Giunti Scuola

Il 1° marzo corrispondeva al nuovo anno: marzo era il protettore dei campi e del bestiame, un dio che impersonava la rinascita della natura.
Secondo i Traci, di cui facevano parte i Daci, gli attributi di marzo erano propri del dio Marsyas Silen , il cui culto era legato alla madre terra e alla vegetazione.
Le feste di primavera, dei fiori e della fecondità della natura erano consacrate a questo dio.

Il martisor

Un martisor ( martie -marzo, si pronuncia “martziscior” ) è una finissima spiga formata da due fili intrecciati a forma di otto, uno bianco e l’altro rosso, simbolo di vita e purezza, ai quali viene attaccato un ciondolo, una figurina di legno o di metallo di buon augurio che diventa portafortuna. Si porta appeso al petto o al polso, per tutto il mese di marzo. Normalmente i martisor e vengono offerti alle donne con l’augurio di una primavera bella e soleggiata.
Nei villaggi della Transilvania, il martisor rosso e bianco, di lana, era appeso alle porte, alle finestre, alle corna degli animali, ai recinti delle pecore, ai secchi dei manici, per allontanare gli spiriti malefici e per invocare la vita, la sua forza rigeneratrice, attraverso il rosso, il colore della vita stessa. Ai giorni nostri, tutti gli oggettini appesi con un filo rosso e bianco possono essere un martisor. Intorno a questa tradizione si è sviluppata tutta un’industria e le strade pedonali, come i marciapiedi delle città, a fine febbraio si riempiono di bancarelle e tavoli dove i venditori competono in creatività.

Il sole e il drago

C’è una leggenda legata a un’eclissi all’inizio del millennio, ai tempi degli antenati dei Romeni, i Daci. Racconta che un giovane coraggioso era andato a liberare il sole catturato da un drago. Dopo tre stagioni arrivò dove si trovava il drago, e combatterono. Il sangue colò sulla neve fresca, ed è da allora che il rosso e il bianco si intrecciano per combattere i mali dell’inverno e annunciare il ritorno alla vita della natura.

Per saperne di più
S. Gallo, Romania. Viaggio nel paese di Dracula , EDT Giralangolo, Torino 2010.
V. Boldis, A. Toffolo, Il fazzoletto bianco , Topipittori, Milano 2010.

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