Esami universitari

Le parole si sciolgono in bocca

Gli insegnati del futuro saranno depressi?

L&rsquo;esperienza di un blackout

Era una mattina di gennaio, fuori pioveva forte. In classe stavo per iniziare una lezione di scienze con la LIM, avevo preparato tutte le slide, era un&rsquo;attivit&agrave; programmata da tempo che le bambine e i bambini aspettavano con trepidazione&hellip; quando all&rsquo;improvviso&hellip; buio. Niente elettricit&agrave;, niente video, niente immagini. Uno di quei momenti in cui senti l&rsquo;incertezza sgretolarti sotto i piedi. I bambini hanno iniziato a mormorare: &ldquo;E adesso maestra? Non possiamo fare niente!&rdquo;.

Mi sono guardata intorno. C&rsquo;erano solo loro, i loro occhi in attesa di una risposta. Ho chiesto: &ldquo;Secondo voi, possiamo fare scienze anche senza la LIM?&rdquo;. Un attimo di silenzio, poi Tommaso, otto anni, ha alzato la mano: &ldquo;Possiamo raccontarla!&rdquo;. &ldquo;E possiamo anche disegnarla&rdquo;, ha aggiunto Chiara. Abbiamo abbassato le tapparelle, lasciando entrare la poca luce e ci siamo messi in cerchio. Ho raccontato l&rsquo;esperimento con le parole, loro lo hanno immaginato e rappresentato con matite e colori.&nbsp;

La scienza &egrave; diventata narrazione, disegno, esperienza. Dopo venti minuti la corrente &egrave; tornata, ma nessuno ha chiesto di riaccendere la LIM. Quel giorno ho capito che non &egrave; l&rsquo;ordine perfetto a insegnare, ma la presenza autentica nell&rsquo;imperfetto.

L&rsquo;inciampo come occasione educativa

Accettare l&rsquo;inciampo richiede disponibilit&agrave; a perdere il controllo per guadagnare significato. Non si tratta di elogiare il disordine, ma di riconoscere che l&rsquo;educazione&nbsp; vive anche nel gesto non pianificato. La &ldquo;pedagogia dell&rsquo;inciampo&rdquo; &egrave; una pedagogia della cura &ldquo;incarnata&rdquo;, come scriveva il filosofo francese Merleau-Ponty: fatta di ascolto, di sguardi, di pause.

Talvolta l&rsquo;imprevisto entra in aula senza bussare. Irrompe e cambia il corso delle cose e tutto sembra sfuggire di mano. Hai preparato la lezione, hai immaginato il percorso, calibrato tempi e strumenti. E poi&hellip;poi qualcosa si inceppa. 
La LIM smette di funzionare, un temporale fa saltare la corrente, un bambino interviene con una domanda inaspettata, un evento stravolge il tuo piano. In quei momenti, l&rsquo;insegnante pu&ograve; sentirsi perso. Il tempo sembra scivolare via, l&rsquo;ansia prende il sopravvento: &ldquo;E adesso cosa faccio?&rdquo;. Eppure proprio in quell&rsquo;inciampo si nasconde un&rsquo;occasione.

L&rsquo;insegnante che si lascia attraversare dall&rsquo;imprevisto non perde il filo: lo annoda in un modo nuovo.&nbsp;

&bull; Merleau-Ponty, M. (2003). Fenomenologia della percezione. Milano: Bompiani&nbsp;

&Egrave; l&rsquo;arte di accorgersi che l&rsquo;imprevisto non &egrave; un ostacolo ma una risorsa. Che il cambiamento non sempre richiede una correzione, ma ascolto. L&rsquo;imprevisto ci costringe a spogliarci del ruolo per incontrare l&rsquo;altro. Nel gesto che raccoglie l&rsquo;inciampo c&rsquo;&egrave; tutta la responsabilit&agrave; dell&rsquo;insegnare e tutta la sua potenza trasformativa.

L'imprevisto insegna

Dove trovi questo contenuto