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Le strategie elaborative

Una buona elaborazione del materiale di studio è la premessa per poterlo memorizzare

di Cesare Cornoldi16 aprile 20212 minuti di lettura
Le strategie elaborative | Giunti Scuola

Una distinzione della psicologia cognitiva riguarda la contrapposizione tra apprendimento meccanico e apprendimento significativo. Ne aveva parlato, fra gli altri, David Paul Ausubel, insistendo che solo l’elaborazione significativa consente la costruzione di vere conoscenze generalizzabili e applicabili. 

Due psicologi cognitivi anglosassoni, Kenneth Craik e Russel Arthur Lockhart, avevano creato un gioco per cui, attraverso una domanda, si forzava il tipo di elaborazione. Essi proponevano alcune parole come MUCCA, CASTELLO, chiedendo: “Di quante lettere sono composte queste parole?” Ad altri: “Fa il latte? È un edificio con mura e torri che serve per proteggersi dagli attacchi nemici?” 

Craik e Lockhart consideravano significativa solo l’elaborazione delle parole compiuta attraverso la seconda domanda (elaborazione profonda) e dimostravano che questo tipo di elaborazione portava a un ricordo delle parole nettamente superiore. 

Non solo maggiore possibilità di costruire conoscenze, ma anche più memorabilità: la dicotomia suggerita dagli studiosi, offre un quadro di riferimento utile per insegnanti e alunni per evitare che l’obiettivo dello studio sia la capacità di ripetere con le stesse parole, il contenuto del testo. Per quanto essa abbia portato a semplificazioni eccessive che hanno misconosciuto l’importanza di acquisizioni nozionistiche che richiedono la ripetizione, il riferimento all’elaborazione deve essere fondamentale. 

Strategie che favoriscono l’elaborazione profonda 

Qualche volta si ritiene che sia sufficiente invitare l’alunno ad uno sforzo attivo e strategico, ma questo è insufficiente per varie ragioni. L’invito è troppo generico e può essere controproducente. Perché l’apprendimento significativo deve richiedere maggiore sforzo? Se “strategicità” significa mettere in atto una specifica azione, come possiamo negare che la decisione di leggere più volte un testo e cercare di ripeterlo con le sue stesse parole non sia, a modo suo, una strategia? 

Occorre invece che il bambino capisca l’importanza dell’apprendimento significativo, anche grazie alle stimolazioni dell’insegnante. Onde evitare confusioni, il docente può forzare l’acquisizione di alcuni termini, nozioni, formule che devono essere memorizzati. L’alunno farà uno sforzo mnemonico e acquisirà punti fermi che lo aiuteranno ad ancorare il resto del materiale di studio. 

A questo punto, se il bambino avrà fatto esperienza con strategie di elaborazione significativa, potrà scegliere la strategia che gli è più utile e semplice. 

Se il materiale deve essere conosciuto analiticamente, il bambino potrà cercare di ripetere con parole sue, evitando ogni riferimento a parole del testo, come avviene nella parafrasi. 

Se il materiale è strutturato potrebbe provare a farsi una mappa concettuale. 

Se il testo indica una sequenza o una serie di elementi l’alunno potrebbe farsi un elenco di punti e non disdegnare il ricorso a trucchi mnemonici.  


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