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L'attività fisica, una risorsa per le persone con autismo
Una recente ricerca mostra come nell’autismo l’attività in acqua riduca i comportamenti stereotipati e migliori le relazioni interpersonali e l'autostima. Di Mirella Zanobini
Su autismo e attività fisica non c'è tantissima ricerca. Si dice che l'attività fisica sia utile perché spesso le persone con autismo, per povertà di interessi o ridotte capacità comunicative e sociali, hanno meno occasioni di svolgerla: quindi rappresentano una popolazione a rischio di vita sedentaria.
Riscontriamo molta utilità nelle capacità motorie in genere, e riconosciamo la loro connessione con le abilità sociali. Talvolta notiamo anche delle ricadute positive sulla diminuzione di quei comportamenti ripetitivi e stereotipati che sono tipici dell'autismo.
In particolare noi abbiamo studiato l'attività in acqua delle persone con autismo. Da tantissimi anni mi sono innamorata di un progetto portato avanti dal professor Solari, Sabrina Leopizzi e Paola Vicari. La prima volta che ho visto un filmato ad esso legato ho capito perché funzionavano certe azioni.
Mi sembravano attività in cui gli adulti sapevano bene dove volevano arrivare: questa è una caratteristica fondamentale della riabilitazione o dell'attività educativa.
L’azione proposta aveva degli ingredienti che riguardavano sia la cura delle competenze interpersonali che l’insegnamento del nuoto. Imparare un’attività fisica migliora anche l'autostima, la percezione che si ha di sé, e quindi ho sempre trovato tutto ciò estremamente interessante. Adesso abbiamo elaborato una ricerca che ha dato qualche primo risultato nel verificare dei miglioramenti nelle abilità soprattutto relazionali, oltre che,ovviamente, in quelle acquatiche in senso stretto.
Il convegno di Psicologia e Scuola
Mirella Zanobini dell’Università degli Studi di Genova è stata uno dei relatori del convegno organizzato dalla rivista Psicologia e Scuola in partnership con Airipa, con la direzione scientifica di Cesare Cornoldi, venerdì 8 e sabato 9 febbraio 2019 all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.