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La vita dentro un barattolo

L'editore David and Matthaus, nella collana I gufi, ha pubblicato qualche tempo fa un libro di Sara Cerri sulla storia di Irena Sendler, infermiera e assistente sociale polacca che salvò circa 2.500 bambini ebrei al tempo dell'occupazione tedesca della Polonia la Seconda guerra mondiale. 

di Redazione GiuntiScuola29 gennaio 20161 minuto di lettura
La vita dentro un barattolo | Giunti Scuola

Nata a Varsavia nel 1910, da una famiglia cattolica e da un babbo medico che morì di tifo per averlo contratto da molti dei suoi pazienti ebrei, Irena Sendler divenne infermiera e intrattenne per tutta la vita legami di solidarietà e rispetto con il mondo ebraico. Oggi la ricordiamo, tra le altre cose, per aver salvato circa 2.500 bambini ebrei insieme ad altri attivisti nella Resistenza polacca al tempo dell'occupazione nazista della Polonia . A questi bambini, Irena diede la possibilità di uscire dal ghetto e nascondersi fornendo falsi documenti.

Alla sua vita è ispirato un film del 2009 e un libro di Sara Cerri del 2014 .  Qui si raccontano le peripezie, le furbizie, la grazia con cui Irena riuscì a portar via tanti bambini dal ghetto di Varsavia, utilizzando il suo ruolo di infermiera ma adottando anche altri travestimenti. Morta nel 2008 in una casa di riposo, nel 2007 ricevette, su proposta da parte di Lech Kaczyński, all'epoca presidente della Repubblica di Polonia, il titolo di "eroe nazionale". Impossibilitata a partecipare alla consegna ufficiale del titolo, inviò una delle bambine, ora donna, che aveva salvato, con questa dichiarazione da leggere: " Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria ".

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