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La strategia del ripasso
Imparare a ripassare bene è il primo segreto per imparare a studiare

Una famosa distinzione nel campo della memoria, studiata e enfatizzata dallo psicologo canadese Endel Tulving, riguarda gli aspetti della “disponibilità” e della “accessibilità”. Secondo questa distinzione, un’informazione è “disponibile” se è contenuta nella nostra memoria, mentre è “accessibile” se non solo è contenuta, ma anche si riesce ad accedere a essa quando serve.
I giochi metacognitivi per ricordare
Nei nostri giochi metacognitivi usavamo osservare se i bambini che non riuscivano a ricordarsi dove era stato nascosto un oggetto, rinunciavano a cercare di ricostruire il luogo usato come nascondiglio, o volevano pensarci su e ispirarsi, guardandosi attorno, in modo di vedere se quel luogo tornava loro alla mente.
I bambini rinunciatari non possedevano la distinzione fra “disponibilità” e “accessibilità”, mentre quelli che compivano dei tentativi non solo l’avevano presente, ma anche traevano la conseguenza che forse pensandoci su il ricordo poteva tornare accessibile. Molti fallimenti della nostra memoria sono infatti dovuti al fatto che non siamo in grado di ritrovare nella nostra memoria informazioni che possediamo.
Il “recupero”, la chiave delle strategie di studio
Questo processo, chiamato retrieval (“recupero”), è una chiave essenziale di molte strategie di studio. Per esempio lo studente che si annota che un determinato argomento si sviluppa in quattro punti o che tre sono le cause di un certo fenomeno, nel momento del recupero, sa che deve cercare di ritrovare un ben preciso numero di informazioni.
Ma la capacità di recuperare le informazioni è sviluppata soprattutto attraverso le strategie di ripasso nella misura in cui il ripasso è basato sul mettersi alla prova e vedere che cosa si ricorda. Negli ultimi anni, in particolare è stata documentata l’efficacia di una strategia chiamata ‘pratica nel recupero’, in cui lo studente esamina la sua conoscenza.
Lo studio efficace
Molti studi hanno mostrato che lo studio più efficace è quello che dedica quasi altrettanto tempo alla elaborazione e alla pratica del recupero che avviene ancor prima di aver consolidato la conoscenza di un certo argomento. Lo studente più efficace è quello che mette alla prova le sue conoscenze dopo aver assistito a una lezione senza avere ancora cominciato a studiare. In questo modo lo studente consolida immediatamente quanto ha sentito a lezione, scoprendo che ha già acquisito molte informazioni senza il bisogno di studiare, e che invece su alcuni punti avrà bisogno di lavorare. L’insegnante può stimolare questo aspetto proponendo un piccolo test non valutativo dopo la sua lezione.
Perché ci sia un vero esercizio di recupero è tuttavia necessario che lo studente non possa consultare il libro o gli appunti. In questo modo lo studente avrà rafforzato il ricordo di un contenuto che ha appena sentito colmando immediatamente delle lacune e potrà essere guidato nello studio che effettuerà in prossimità della verifica
• Cornoldi, C., Meneghetti, C., Moè, A., Zamperlin, C. (2018). Processi cognitivi, motivazione e apprendimento. Bologna: Il Mulino. Le difficoltà di studio | Airipa Italia www.airipa.it › cosa-sono-i-dsa › le-difficolta-di-studio