La scuola siamo noi è un bel titolo e invita subito a domandarci: noi chi?
 
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 dobbiamo includere per forza il Sole, che è prima fonte di energia e sta alla base di tutti i cicli vitali. Dobbiamo dunque
 
 correre alla finestra e guardare fuori
 
 perché il Sole è anche un orologio e un calendario. Se è coperto, nel
 
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 dobbiamo mettere anche le nuvol

La scuola siamo noi è un bel titolo e invita subito a domandarci: noi chi?Nel noi dobbiamo includere per forza il Sole, che è prima fonte di energia e sta alla base di tutti i cicli vitali. Dobbiamo dunque correre alla finestra e guardare fuori perché il Sole è anche un orologio e un calendario. Se è coperto, nel noi dobbiamo mettere anche le nuvole dalle molteplici forme, aspettare la pioggia e correre a giocare con le pozzanghere dove l’acqua intenerisce la terra e possiamo modellarla con le mani.Se le nuvole corrono in cielo al noi dobbiamo aggiungere il vento, che ci ricorda che senza l’aria che facciamo continuamente entrare e uscire dal nostro corpo il nostro sangue non potrebbe rinnovarsi e nutrire ogni cellula.Nel noi c’è poi la Terra che ci nutre e il Fuoco che ci scalda l’inverno, anche se non vediamo la caldaia.Nel noi ci siamo noi che abitiamo questa nostra classe, condividiamo tante ore con maestre e maestri e proviamo a conoscerci ogni giorno un po’ di più, perché conoscere gli altri è il miglior modo per imparare a comprendere il mondo e noi stessi.Nel noi c’è anche una bambina lontana che ancora non conosciamo, ma da anni è in viaggio per sfuggire guerre o fame e siccità del suo paese. Se ce la farà, forse un giorno sbarcherà nelle nostre coste e la troveremo tra noi in classe, ad arricchire le nostre memorie suscitando nuove curiosità. Se vogliamo dare respiro ai nostri pensieri dobbiamo includere tanti noi diversi, lontani e sconosciuti, perché più vasto è il noi e più cresce la nostra umanità.Anni fa ospitai a Cenci Nomad, un uomo di medicina nativo americano. Prima di mangiare chiese di ringraziare chi aveva reso possibile il nostro pranzo. Cominciò con i contadini che avevano piantato i semi per fare il pane e i fornai che l’avevano cotto, ma non dimenticò gli autisti che l’avevano trasportato e i benzinai che avevano fornito il gasolio. Ringraziò poi chi aveva trasportato su grandi navi il petrolio e chi aveva costruito le navi, compresi i minatori che avevano estratto i materiali… Non la finiva più perché il mondo è grande, complesso e tuttattaccato, come disse una volta una bambina. Ma quel ringraziamento lo ricordo ancora perché scoprire tutte le connessioni e relazioni che rendono possibile la nostra vita e prendercene cura è la meraviglia della scuola.

La scuola siamo noi è un bel titolo e invita subito a domandarci: noi chi? Nel noi dobbiamo includere per forza il Sole, che è prima fonte di energia e sta alla base di tutti i cicli vitali. Dobbiamo dunque correre alla finestra e guardare fuori perché il Sole è anche un orologio e un calendario. Se è coperto, nel noi dobbiamo mettere anche le nuvole dalle molteplici forme, aspettare la pioggia e correre a giocare con le pozzanghere dove l’acqua intenerisce la terra e possiamo modellarla con le mani.Se le nuvole corrono in cielo al noi dobbiamo aggiungere il vento, che ci ricorda che senza l’aria che facciamo continuamente entrare e uscire dal nostro corpo il nostro sangue non potrebbe rinnovarsi e nutrire ogni cellula. Nel noi c’è poi la Terra che ci nutre e il Fuoco che ci scalda l’inverno, anche se non vediamo la caldaia. Nel noi ci siamo noi che abitiamo questa nostra classe, condividiamo tante ore con maestre e maestri e proviamo a conoscerci ogni giorno un po’ di più, perché conoscere gli altri è il miglior modo per imparare a comprendere il mondo e noi stessi.Nel noi c’è anche una bambina lontana che ancora non conosciamo, ma da anni è in viaggio per sfuggire guerre o fame e siccità del suo paese. Se ce la farà, forse un giorno sbarcherà nelle nostre coste e la troveremo tra noi in classe, ad arricchire le nostre memorie suscitando nuove curiosità. Se vogliamo dare respiro ai nostri pensieri dobbiamo includere tanti noi diversi, lontani e sconosciuti, perché più vasto è il noi e più cresce la nostra umanità.Anni fa ospitai a Cenci Nomad, un uomo di medicina nativo americano. Prima di mangiare chiese di ringraziare chi aveva reso possibile il nostro pranzo. Cominciò con i contadini che avevano piantato i semi per fare il pane e i fornai che l’avevano cotto, ma non dimenticò gli autisti che l’avevano trasportato e i benzinai che avevano fornito il gasolio. Ringraziò poi chi aveva trasportato su grandi navi il petrolio e chi aveva costruito le navi, compresi i minatori che avevano estratto i materiali… Non la finiva più perché il mondo è grande, complesso e tuttattaccato, come disse una volta una bambina. Ma quel ringraziamento lo ricordo ancora perché scoprire tutte le connessioni e relazioni che rendono possibile la nostra vita e prendercene cura è la meraviglia della scuola.

La scuola siamo noi

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