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La rappresentazione grafica delle conoscenze

L’inizio di un nuovo anno scolastico è da sempre per gli insegnanti e la scuola il momento delle scelte progettuali che riguardano aspetti ritenuti significativi per la formazione degli studenti. A tal fine è molto importante che gli obiettivi che si vogliono perseguire siano chiari, ben definiti e calibrati sulle caratteristiche degli allievi, così come le metodologie didattiche da utilizzare

di Chiara Meneghetti, Claudia Zamperlin30 agosto 202118 minuti di lettura
La rappresentazione grafica delle conoscenze | Giunti Scuola

Per l’insegnante che si pone lo scopo di promuovere nei suoi studenti l’abilità di saper costruire rappresentazioni grafiche, quali schemi, tabelle, mappe, e che ritiene che queste siano una valida modalità didattica, è importante poter far riferimento a contributi scientifici appropriati. La psicologia cognitiva, il cui campo di indagine è la mente che apprende contenuti e abilità complesse e che considera l’apprendimento come risultato di un’attività costruttiva e interattiva del soggetto, in cui sono in gioco processi cognitivi, metacognitivi ed emotivo-motivazionali (Cornoldi et al., 2018), offre sicuramente presupposti solidi.

Considerazioni e indicazioni sulla funzione delle rappresentazioni grafiche all’interno della dinamica insegnamento/apprendimento e del processo di studio autonomo e  strategico

La rappresentazione grafica


La rappresentazione grafica è una modalità didattica e una strategia di apprendimento e studio che consiste nel riprodurre graficamente gli elementi costitutivi di fenomeni, idee, concetti, argomenti in relazione tra loro. Gli elementi (per esempio etichette che contengono parole) e le relazioni (rappresentate da frecce, linee o altri simboli) sono presentati simultaneamente e globalmente in un’unica struttura, diventando l’espressione tangibile di come le conoscenze possono essere espresse e organizzate.

La rappresentazione schematica delle informazioni, così come le immagini, sfrutta il principio della doppia codifica (Paivio, 1986), in cui la stessa informazione viene presentata sia in modalità verbale (come un paragrafo di un testo scritto o la spiegazione di un insegnante) sia in modalità visuo-spaziale (come un’immagine, uno schema). In questo modo si facilita già in fase di codifica ed elaborazione delle informazioni il successivo processo di comprensione e memorizzazione.

Nel linguaggio quotidiano si usa spesso l’espressione “mappa concettuale”, termine introdotto in ambito educativo negli anni Settanta da Novak, per indicare tutte le rappresentazioni grafiche. Tuttavia, facendo riferimento alla psicologia cognitiva dell’apprendimento, è preferibile utilizzare l’espressione “rappresentazione grafica”, inclusiva di tipi differenti di rappresentazioni, e vederne la funzione all’interno della dinamica insegnamento/apprendimento e del processo di studio autonomo e strategico.


Diverse tipologie


Le rappresentazioni grafiche sono di diverse tipologie e l’elaborazione di una tipologia o di un’altra è in stretta relazione con:

  1. le peculiarità dell’argomento, fenomeno, materia che si vuole schematizzare (per esempio la Prima guerra mondiale);
  2. il criterio di organizzazione e relazione tra gli elementi più opportuno (per esempio categoriale, sequenziale, gerarchico).

L’insegnante, ma anche lo studente una volta divenuto esperto, valuterà caso per caso se utilizzare ed elaborare una sequenza cronologica, una sequenza causa-effetto (o logica), una tabella, uno schema a raggiera (chiamato anche a stella), uno schema ad albero o una mappa concettuale. Una descrizione ed esemplificazione delle diverse tipologie di rappresentazioni viene fornita nella scheda “Strumenti e Percorsi” alla fine del presente articolo.

La mappa concettuale, che Novak ha inteso come rappresentazione di relazioni significative tra concetti sotto forma di proposizioni, in cui per “proposizione” si intendono due o più etichette concettuali collegate da parole in un’unità semantica (Novak, Gowin, 1984), è quindi una delle possibili rappresentazioni grafiche accanto ad altre. Per un lavoro scolastico efficace ci pare importante evitare confusioni terminologiche ma soprattutto concettuali. Inoltre è anche fondamentale non utilizzare in modo esclusivo e troppo rigido le rappresentazioni grafiche, sia come modalità didattica sia come strategia di studio, trasmettendo così l’idea erronea che sia una strategia valida in assoluto, ma affiancarle ad altre modalità didattiche e strategiche.


Strumento e obiettivo didattico


Schemi, tabelle, mappe possono essere utilizzati dall’insegnante o da altra figura esperta (per esempio tutor dell’apprendimento, psicologo dell’apprendimento, educatore) anzitutto per insegnare. In questo caso diventano uno strumento didattico efficace e funzionale a promuovere nello studente un apprendimento significativo, organizzato e motivante. Nella sua spiegazione il docente può avvalersi di rappresentazioni grafiche presenti nei testi o in rete oppure può elaborare lui stesso delle schematizzazioni del materiale in relazione ai suoi scopi, all’argomento/materia, alla fase della sua lezione/unità didattica.

L’insegnante può, quindi, utilizzare una rappresentazione grafica introduttiva, prima di iniziare un argomento/unità di apprendimento (potrebbe essere funzionale l’utilizzo di illustrazioni, tabelle e schemi, collocati generalmente all’inizio del capitolo), che funge quindi da organizzatore anticipato (Ausubel, 1987) in quanto facilita l’attivazione delle conoscenze pregresse e la possibilità di fare collegamenti con le nuove informazioni. Uno schema ad albero o mappa semplificata può essere un valido strumento in questo caso. Alla fine di un argomento invece potrà ripresentare lo stesso schema più articolato e completo per riassumere tutti gli aspetti trattati e i loro collegamenti.

L’insegnante/esperto, consapevole della funzione organizzativa ed elaborativa delle rappresentazioni grafiche e dei possibili effetti positivi sull’apprendimento, ha anche l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’uso autonomo di tali rappresentazioni da parte degli studenti, che possano imparare a imparare in modo autoregolato e strategico. In questo caso si tratta di promuovere quella che la psicologia cognitiva chiama “conoscenza procedurale”, distinguendola da quella “dichiarativa”. A tal fine il docente/esperto dovrà conoscere i processi che sostengono l’apprendimento strategico dello studente e avere conoscenze sia teoriche sia operative relative alle diverse rappresentazioni grafiche: sa quando e come proporle agli studenti ed è consapevole dell’importanza di farle sperimentare inizialmente in modo graduale e guidato e successivamente in modo autonomo. Il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria potrebbe essere il momento più adatto per avviare un percorso relativo all’acquisizione di strategie, comprese quelle della rappresentazione grafica.

Le rappresentazioni grafiche non vanno utilizzate in modo troppo rigido, ma affiancate ad altre modalità didattiche e strategiche

Studio autonomo e strategico

Il processo di studio autonomo e strategico è articolato in più fasi (si veda la Figura 1) e inizia con l’organizzazione e pianificazione, che prevede di considerare il materiale (testi e appunti delle lezioni) da elaborare in funzione del tempo a disposizione e degli obiettivi, come decidere quali e quanti argomenti imparare in un pomeriggio o in una settimana di studio.

Segue la fase di lettura e comprensione del materiale, in cui vengono utilizzate varie strategie quali l’attivazione delle conoscenze precedenti, fare previsioni di ciò che verrà letto nel testo (o in altro materiale di studio), individuare le parti importanti in relazione a criteri specifici (questo potrebbe includere l’individuazione di termini chiave), utilizzare le figure o rappresentazioni grafiche come integrazione del contenuto. La comprensione può essere più approfondita e maggiormente finalizzata anche a ricordare le informazioni, attraverso un’elaborazione ulteriore del materiale al fine di poter semplificarlo e renderlo significativo. Ci sono varie strategie verbali e visuo-spaziali che lo studente può utilizzare per “raccogliere e presentare” le informazioni rilevanti precedentemente selezionate, per esempio un riassunto o un elenco per punti (frasi chiave), oppure sequenze, schemi, tabelle, mappe.
Questa attività può essere facilitata sia dai testi di studio in dotazione nelle scuole, ricchi di illustrazioni e schemi, sia da materiali proposti in classe dall’insegnante.


Figura 1
Le fasi dell’apprendimento e rappresentazioni grafiche (adattato da De Beni et al., 2015).

Image | Giunti Scuola

L’importanza di un’elaborazione cognitiva profonda

La ricerca sul funzionamento della mente ha evidenziato che tanto più il prodotto finale (riassunto, scaletta per punti, schema grafico) è frutto di un’attività personale, maggiore sarà la possibilità che sia significativo e quindi memorizzabile (Craik, Tulving, 1975). La strategia del costruire rappresentazioni grafiche è potente nella misura in cui lo studente attua un’elaborazione cognitiva profonda. Se mappe/schemi/tabelle sono state reperite in rete (la sitologia offre tantissime rappresentazioni di questa natura) o sono fatte da altri (per esempio genitori, amici…) oppure sono fatte in modo superficiale o in una fase sbagliata dello studio (per esempio quando non sono ancora state selezionate le informazioni rilevanti), non garantiscono la buona riuscita nell’apprendimento.

La fase di memorizzazione del materiale può richiedere un’ulteriore elaborazione del materiale ricorrendo a strategie come per esempio la ripetizione integrativa, che può consistere nello spiegare oralmente i contenuti delle rappresentazioni grafiche prodotte in precedenza. Queste possono anche essere uno strumento molto valido per ripassare i diversi argomenti in vista di una verifica, per esempio un’interrogazione orale o la stesura di un piccolo saggio.


L’uso delle rappresentazioni grafiche nelle fasi di studio


È quindi possibile prevedere l’uso di rappresentazioni grafiche nelle varie fasi di studio (come mostrato nella Figura 1). L’uso di queste rappresentazioni può iniziare già nella fase dell’organizzazione in base al tipo di materiale/argomento che verrà programmato di studiare in una certa fascia temporale. Per esempio, nel pomeriggio mi dedico a scienze, in particolare al ciclo dell’acqua; nel testo c’è uno schema chiaro che lo rappresenta. Quando passo a leggere e a comprendere il capitolo, la rappresentazione mi fa capire meglio l’argomento; per esempio, guardando la figura comprendo come avviene il ciclo dell’acqua: passaggi di stato dell’acqua, cause ed effetti sulla Terra. Questo mi può portare a individuare meglio i termini più importanti e a considerare la figura come altra modalità che illustra il concetto.

Successivamente, per meglio ricordare l’argomento posso osservare la figura del testo del ciclo dell’acqua e posso provare a ripetere i vari passaggi e/o creare uno schema personale che illustri i passaggi e i rapporti circolari dei passaggi di stato dell’acqua. A distanza di qualche giorno ripasso l’argomento utilizzando la rappresentazione grafica e immaginando di dover sostenere un’interrogazione.


Efficacia delle rappresentazioni grafiche


Il preparare e usare rappresentazioni grafiche è riconosciuto e annoverato in letteratura tra le varie strategie di studio e generalmente ne è stato riscontrato il ruolo positivo nella prestazione scolastica (Berry, Chew, 2008). Tuttavia alcune ricerche hanno evidenziato che questa strategia, se confrontata con altre, non è tra le più efficaci (Hattie, 2016), con una variabilità della sua efficacia che dipende da una serie di fattori (Dunlosky et al., 2013), quali:

  • l’età degli studenti (allievi con un adeguato sviluppo delle funzioni intellettive traggono maggiore vantaggio) e il livello di maturità nella gestione dello studio (il livello di expertise nello studio autonomo);
  • la tipologia della disciplina di studio (una disciplina più umanistica si presta meno di una scientifica a essere schematizzata);
  • il tipo specifico di materiale di studio (se è prevalentemente visivo, come per esempio negli atlanti illustrati, o verbale, come la descrizione di fatti storici o descrizione dei diversi generi letterali);
  • la tipologia della modalità di accertamento scelta per verificare l’avvenuto apprendimento (un’interrogazione orale, un questionario a risposte scritte aperte o a completamento o invece questionari a scelta multipla).


Inoltre, la buona riuscita nell’apprendimento con l’uso di rappresentazioni grafiche è in relazione alle caratteristiche di chi apprende, come le differenze individuali nella propensione a codificare ed elaborare materiale con diverse caratteristiche (modalità preferibilmente verbali piuttosto che visuo-spaziali). Dall’intreccio di questi fattori ne deriva che l’utilizzo delle rappresentazioni grafiche sia come strumento didattico sia come strategia di studio può non associarsi ai risultati attesi (per esempio una migliore prestazione in un compito).


Considerazioni conclusive


Con questo contributo sono state delineate le caratteristiche e le funzioni delle rappresentazioni grafiche secondo la psicologia cognitiva dell’apprendimento che, a nostro parere, possono aiutare l’insegnante nella sua programmazione scolastica sia a breve sia a lungo termine. Sicuramente emerge che sono strumenti utili per insegnare e promuovere l’apprendimento e che per lo studente stesso possono essere modalità che lo aiutano a maturare autonomia e competenze nello studio. Infatti, offrono strumenti di natura visuo-spaziali e verbali per meglio elaborare gli argomenti da apprendere, la cui efficacia tuttavia non dovrebbe essere vista in modo esclusivo e acritico ma inserita nella più ampia e variegata panoramica delle strategie di apprendimento.

Inoltre, le rappresentazioni grafiche possono essere di diversa tipologia (schemi a raggiera, ad albero, tabelle, mappe concettuali…) da scegliere in relazione sia a specifici contenuti e discipline sia a chiari scopi del docente e dello studente. Come già accennato, nella scheda alla fine di questo articolo presentiamo una tabella con le principali rappresentazioni grafiche ed esempi di applicazioni a diverse discipline e argomenti scolastici, che possono essere un’utile guida per un loro uso consapevole, mirato, flessibile.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Ausubel D.P. (1987), Educazione e processi cognitivi. Guida psicologica per gli insegnanti, FrancoAngeli, Milano.
Berry J.W., Chew S.L. (2008), «Improving learning through interventions of student-generated questions and concept maps», Teaching of Psychology, 35, 305-312. doi:10.1080/00986280802373841
Craik F.I.M., Tulving E. (1975), «Depth of processing and the retention of words in episodic memory», Journal
of Experimental Psychology: General
, 104, 268-294. https://doi.org/10.1037/0096-3445.104.3.268
Cornoldi C., Meneghetti C., Moè A., Zamperlin C. (2018), Processi cognitivi, motivazione e apprendimento, il Mulino, Bologna. ISBN 978-88-15-27898-2
De Beni R., Zamperlin C., Fabris M., Meneghetti C. (2015), Studiare meglio e riuscire all’università, Erickson, Trento.
Dunlosky J., Rawson K.A., Marsh E.J., Nathan M.J., Willingham D.T. (2013), «Improving students’ learning with effective learning techniques: Promising directions from cognitive and educational psychology», Psychological Science in the Public Interest, 14, 4-58. https://doi.org/10.1177/1529100612453266
Hattie J. (2016), Apprendimento visibile, insegnamento efficace, Erickson, Trento.
Novak J.D., Gowin D.B. (1984), Learning how to learn, Cambridge University Press, Cambridge.
Paivio A. (1986), Mental Representations. A Dual Coding Approach, Oxford University Press, New York.

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