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La pace si costruisce
Riflettiamo sul significato della pace, attraverso le parole che usiamo per comunicare e i comportamenti che mettiamo in atto per favorire il dialogo, l'ascolto e il rispetto dell'altro. Costruiamo in modo creativo la parola "pace".
Obiettivi, attività, materiali | DAD e DDI
obiettivi
- Riconoscere le diverse manifestazioni delle emozioni degli altri, accettarle e rispettarle.
- Riconoscere il valore della pace come principio da sostenere.
- Conoscere le regole comunitarie e saperle rispettare.
video LABORATORIO | dad - ddi
Che cos’è la pace? Parliamone con i bambini e le bambine riflettendo insieme.
Con i più piccoli leggiamo una filastrocca e riflettiamo sul significato profondo delle parole che utilizziamo per comunicare con gli altri: così si nutre la cultura della pace.
Con i più grandi utilizziamo il linguaggio teatrale e analizziamo i comportamenti necessari da tenere per costruire la pace: il dialogo, l’ascolto e il rispetto dell’altro.
Infine, costruiamo la parola “pace” con tecniche e materiali diversi per appenderla in classe.
Attività 1
Per i più piccoli - Facciamo la pace?
- Introduciamo la tematica da trattare insieme partendo da una domanda da rivolgere alle bambine e ai bambini: “Perché secondo voi ogni tanto si litiga? Che cosa accade quando litighiamo con qualcuno?”. Ascoltiamo le risposte, confrontiamoci, accogliamo i diversi punti di vista.
- Procediamo con un’ulteriore domanda-stimolo: “E come si fa a fare pace?”. Continuiamo a confrontarci.
- Proviamo a riflettere insieme su un punto: per fare pace è necessario mettersi in ascolto dell’altro e non pretendere di avere ragione a tutti i costi. La pace è qualcosa che si costruisce attraverso la volontà, la capacità di prendere in considerazione i bisogni degli altri, il rispetto. Solo per chiarezza specifichiamo che “litigare” e “fare la guerra” sono due cose ben diverse, la prima è lecita e può capitare, la seconda non può mai essere giustificata.
- Leggiamo la filastrocca dei costruttori di pace e riflettiamo insieme sul suo significato profondo: ci sono parole che “contribuiscono” alla guerra e parole che “costruiscono” la pace. Confrontiamoci.
Filastrocca dei costruttori di pace
Le parole ostili pungono come spilli
e spesso le dici mentre strilli!
“Vattene!
Qui non c’è posto per te!”
Tagliano come coltelli
e non siamo più tutti fratelli.
Queste parole ruvide
noi non le vogliamo!
E il nostro barattolo
stretto stretto chiudiamo!
Vogliamo parole leggere di pace:
“Come ti senti?
Stare con te mi piace!”
Parole che cullano e abbracciano piano,
parole per dire: ti tendo la mano!
Scegliere queste parole è importante e ci piace
e ci trasforma tutti in costruttori di PACE!
- Proviamo a ragionare insieme e troviamo altre parole (alcune da associare alla guerra, altre alla pace). Realizziamo due barattoli, disegnandoli su un cartoncino: il barattolo con le “parole ostili” e quello con le “parole gentili”, scrivendo all’interno le parole che consideriamo più significative.
- Infine, nel laboratorio PER FARE costruiamo la parola pace.
Attività 2
Per i più grandi - Costruttori di pace
- Leggiamo l’articolo 11 della Costituzione.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
- Parliamone insieme: “Che cosa significa?”. Cerchiamo di soffermarci su alcune parole (strumento di offesa, libertà, risoluzione) per analizzarne il significato.
- Ragioniamo: fare la guerra significa voler sottomettere un altro popolo, significa sentirsi “superiori” e usare la propria forza per dominare. “È giusto, secondo voi? È con la forza o con il potere che dovremmo affermarci? E in che modo possiamo comunicare i nostri bisogni?”. Arriviamo a parlare di dialogo e confronto come strumenti per comunicare e relazionarsi con gli altri.
- Utilizziamo il linguaggio teatrale per sperimentare attivamente la differenza fra “dialogare” e “imporre la propria idea”. Parliamo a bambine e bambini del “linguaggio giraffa” e del “linguaggio sciacallo” (tratti dalla Comunicazione Non Violenta di Rosenberg):
- il primo ci permette di esprimere idee e bisogni nel rispetto dell’altro, di ascoltare l’altro con empatia;
- il secondo è quello tipico di chi fa la guerra! Utilizziamo questo linguaggio quando vogliamo avere ragione a tutti i costi, quando diventiamo verbalmente aggressivi. - Mettiamo in scena alcune situazioni (da individuare insieme) e interpretiamole utilizzando prima un linguaggio, poi l’altro. Per esempio: A e B devono comprare un regalo a un amico. A, per un malinteso, si ritrova a comprarlo da solo. B è molto arrabbiato per questo. Proviamo a interpretare il personaggio arrabbiato sperimentando entrambi i linguaggi e poi confrontiamoci.
- Guardiamo il VIDEO Laboratorio di classe: Costruttori di pace, conosciamo una regina potente, a capo della città di Ostilia, che ha insegnato agli abitanti solo parole ostili, le persone comunicano offendendosi, si comportano in modo aggressivo, non conoscono il rispetto e la gentilezza. Attraverso le attività espressive e teatrali cerchiamo di scoprire la gentilezza e di trasformare la città di Ostilia in Gentilia.
- Infine, nel laboratorio PER FARE costruiamo la parola pace.
per fare
La parola pace
1 Procuriamoci materiali diversi (carta, carta argentata, stoffa), forbici, colla.
2 Spieghiamo che l’obiettivo è costruire la parola PACE scegliendo uno o più materiali da utilizzare. Si tratta di un lavoro creativo ed espressivo, ma anche simbolico: nel realizzarla ci impegniamo a costruire la pace intorno a noi.
3 Realizziamo la nostra parola rendendola tridimensionale e materica, come se creassimo una scultura.
4 Possiamo associare alla parola una didascalia, proprio come si fa per le opere d’arte indicando il titolo, l’autore/autrice e il materiale utilizzato: Pace, realizzata da Marta, materiale tattile.
5 Proponiamo alla classe di allestire un’esposizione con tutte le parole create, per condividere l’esperienza con le famiglie.
Per saperne di più
Sarfatti, A. (2019). Se vuoi la pace. Firenze: Giunti.