• D’Alonzo, L. (2017). Come fare per gestire la classe nella pratica didattica (Nuova edizione), Firenze: Giunti EDU. • D’Alonzo, L. (2019). Gestire i comportamenti problematici nella pratica didattica, Firenze: Giunti EDU. • D’Alonzo, L. (2020). La gestione della classe per l’inclusione, Brescia: Scholé.&nbsp;

Gestire in serenità le nostre classi sta diventando un’impresa molto complessa per le differenze dei singoli, per i loro bisogni educativi e per le loro difficoltà oggettive nel rispettare le normali regole di convivenza civile; possiamo affermare che la scuola italiana sta affrontando uno dei suoi periodi più gravi e rispondere all’emergenza educativa che gli alunni presentano è diventata e diventerà sempre più una sfida per la nostra scuola.&nbsp;Le complessità presenti&nbsp;Nelle nostre classi sono spesso presenti allievi con problematiche personali marcate che mettono a dura prova la capacità educativa degli insegnanti, alunni “male-educati”, incapaci di rispettare e comprendere le esigenze di altri, soggetti con disturbi specifici che presentano difficoltà e problemi e richiedono interventi mirati e competenti. Nelle nostre aule, poi, troviamo alunni “ansiosi”, “pigri”, facilmente gestibili in situazioni di “tranquillità” ma che in un contesto classe pieno di problemi rischiano di non trovare appoggi educativi sicuri capaci di aiutarli nel proprio cammino. Infine, non dimentichiamo gli allievi con disabilità, i quali richiedono attenzioni, competenze speciali. Di fronte a tutte queste problematiche pressanti gli insegnanti hanno una via di uscita: adottare strategie educative e didattiche efficaci nel gestire la classe.&nbsp;Come star bene a scuola&nbsp;È indispensabile, perciò, condurre la classe portando ogni singolo allievo a vivere una situazione ambientale e comunitaria di benessere. Questo modello si fonda primariamente su un’atmosfera educativa distesa, dove l’insegnante comunica il suo interesse verso la persona. Il saluto, il sorriso, assumono al riguardo una valenza straordinaria, poiché nessuna inclusione è possibile se non c’è l’accoglienza e i bambini tutti, non solo i più deboli, hanno bisogno di percepire un clima relazionale positivo. La partecipazione poi riveste un ruolo determinante, nessuno può dare il meglio di sé se non si sente parte di un’avventura comunitaria condivisa. Il bisogno di autodeterminazione è, infatti, uno fra i bisogni più importanti dell’uomo e guida in molti casi la motivazione personale all’impegno scolastico.&nbsp;

La gestione consapevole

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