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La documentazione del bambino

Una raccolta di narrazioni, tracce, elaborati e parole dei bambini e delle bambine che mostrano il dispiegarsi del percorso personale di ognuno.

di Maurizia Butturini20 luglio 20221 minuto di lettura
La documentazione del bambino | Giunti Scuola

Accogliamo il bambino che arriva al nido e alla scuola dell’infanzia con la sua storia, prendiamolo per mano e accompagniamolo nella continuità del suo percorso di crescita e apprendimento.

Diamo valore alla storia personale di ognuno attraverso la documentazione, una metodologia che ci consente di raccogliere e condividere con tutti tracce che riguardano passaggi di sviluppo, processi di apprendimento e conquista di competenze.

Mettiamo a fuoco la storia del bambino, consapevoli di come sia intrecciata e influenzata dalle esperienze che vive, in famiglia, nel contesto sociale ed educativo.

Rendiamo visibili caratteristiche e attitudini peculiari, modi di essere e di affrontare le situazioni di ognuno, anche in condizioni di difficoltà e disabilità o vissuti (arrivo da altri Paesi, adozione…); testimoniamo la stretta connessione con il nostro lavoro progettuale.

Prima di iniziare, confrontiamoci in collegio:

– per chiarire il senso del fare memoria, con sensibilità educativa, per riconoscere il bambino nel suo essere e divenire, per accompagnarlo nell’ascolto e nel dialogo riflessivo e per aggiustare pensieri e gesti perché possa mettere a frutto ogni sua potenzialità nel modo migliore;

– per scegliere modalità, tempi e azioni e costruire una mappa flessibile che ci guidi progressivamente in modo da avere dei criteri, sapendo però che il percorso educativo è flessibile, i tempi sono personali e le storie differenti;

– per condividere gli scopi e l’uso che potremo fare di questa documentazione. 

 

Da parte nostra servono ascolto, attenzione, cura e costanza nel raccogliere via via elementi significativi.

 

PERCHÉ E COME DOCUMENTIAMO

  1. Quale importanza attribuiamo al momento della documentazione (non la facciamo, la realizziamo in modo saltuario, abbiamo un progetto…; documentiamo per i genitori, per la scuola, per la continuità, per rendicontare all’esterno...)?
  2. Quali sono le difficoltà che incontriamo per documentare (mancanza di tempo, di risorse, di competenze...)?
  3. Quali sono i motivi per cui è importante documentare in generale (riflettere sul lavoro svolto, avere una traccia per motivare le scelte effettuate, pubblicizzare il lavoro svolto, coinvolgere le famiglie, costruire un banca dati delle esperienze effettuate...)
  4. Quali i motivi, in particolare, per documentare la storia del bambino (aiutare il bambino a sentirsi costruttore del proprio percorso, a ripercorrere criticamente momenti e passaggi, a trovare fiducia in sé, autostima, motivazione a procedere, a condividere la conoscenza del bambino tra adulti nella continuità…)?
  5. Che cosa ci piacerebbe fare e come è possibile farlo (divisione dei compiti, uso delle competenze personali presenti, coinvolgimento di soggetti esterni, uso di supporti per documentare come materiale cartaceo, foto, filmati, diapositive, registrazioni audio, computer...)?​​​​​​​

 

CHE COSA RACCOGLIAMO NEL TEMPO

Image | Giunti Scuola
Image | Giunti Scuola

Documentiamo a più voci la storia personale del bambino per mettere a fuoco in maniera sempre più nitida e chiara quello che egli ci rimanda di sé. Entriamo in una relazione di scambio narrativo, di confronto di punti di vista, di comprensione e possibilità di stabilire accordi, con le famiglie che collaborano alla realizzazione della raccolta, con i colleghi che operano in momenti diversi con il bambino, con gli eventuali esperti che lo seguono o che realizzano a scuola percorsi specifici.

 

Per favorire una buona partecipazione di tutti, seguiamo tre criteri, tra loro complementari.

1. L’informazione: in forma riservata e finalizzata a migliorare la relazione educativa del bambino ci coinvolge tutti, docenti, famiglie, esperti…; i genitori hanno diritto di conoscere il vissuto del proprio bambino a scuola e a loro volta forniscono informazioni sull’esperienza extrascolastica.

2. La consultazione: attraverso il dialogo abbiamo tutti la possibilità di esprimere interessi, aspettative, dubbi, perplessità, richieste di chiarimenti come segnali da vagliare e valutare nell’interesse del bambino.

3. La condivisione delle scelte educative: la ricerca della coerenza educativa è facilitata dalla condivisione della documentazione ed è fondamentale per dare ai bambini messaggi chiari e concordi.

 

La nostra raccolta potrebbe essere composta da:

a. documentazione narrativa e con immagini proveniente dai colloqui con la famiglia, con i colleghi nel momento del passaggio da una istituzione all’altra, con eventuali specialisti che seguono il bambino (verbali dei colloqui, interviste, diari realizzati tra famiglia e nido/scuola, narrazioni fatte a richiesta su abitudini, giochi preferiti, modalità adottate, bisogni da segnalare…);

b. documentazione in itinere attraverso l’ascolto sempre presente o mirato a rilevare i comportamenti in diverse situazioni e contesti, documentiamo le competenze presenti in ogni dimensione, le attitudini personali, le modalità cognitive prevalenti, il modo di stare nella relazione… La ripetizione di determinate osservazioni, nel tempo, ci permette di documentare cambiamenti e progressi, sempre relativi a sé e alla propria storia (con protocolli e note descrittive, con foto e brevi video, con raccolta di discorsi del bambino e di elaborati di vario tipo, spontanei e realizzati in contesti organizzati);

c. documentazione di processi e momenti speciali, poniamo attenzione a momenti cruciali per la crescita, che potrebbero essere differenti da bambino a bambino. Se operiamo con attenzione alla zona prossimale di sviluppo (Vygotskij) possiamo più facilmente osservare quando avviene un progresso significativo e farne memoria. Documentiamo in sequenza alcuni processi, fotografando o descrivendo i momenti in cui si sviluppano (per esempio, riguardanti autonomia, relazione, gioco, risoluzione di problemi…). Raccogliamo anche i discorsi dei bambini e le riflessioni metacognitive, su preferenze, apprendimenti, emozioni…;

d. la scatola della memoria, alla fine della frequenza realizziamo per ogni bambino una raccolta reale o digitale di pochi e ben scelti documenti personali che più lo rappresentino e inseriamo una lettera nella quale gli raccontiamo che cosa è stato per noi averlo conosciuto e accompagnato, facendogli i migliori auguri per il futuro.

 

RACCONTI DI FAMIGLIA

Coinvolgiamo i genitori, nel corso del tempo, con interviste o proposte di dialogo in famiglia, in modo da conoscere meglio abitudini, comportamenti, preferenze, vissuti diversi da quelli del nido e della scuola dell’infanzia. Al momento opportuno, facciamo la nostra proposta, meglio se collegata a un percorso didattico o a una esperienza fatta a scuola.

Ecco, per esempio, un’intervista che ci fornisce utili informazioni sulle preferenze e abitudini del bambino e su come in famiglia le considerano; chiediamo di compilarla, spiegando le motivazioni, e di presentarcela.

 

A CASA MI PIACE…

Al nostro bambino piace/non piace:

  • giocare con i fratelli e gli amici          
  • guardare molto cartoni animati alla TV, tablet, cellulare          
  • fare giochi di movimento al chiuso e all’aperto farsi coccolare dalle persone care e stare in loro compagnia          
  • fare “i compiti” come i fratelli più grandi          
  • giocare a lungo con puzzle, costruzioni, giochi da tavolo          
  • farsi leggere e raccontare storie          
  • aiutare i grandi nei loro lavori          
  • riordinare i propri giochi          
  • stare seduto a tavola insieme alla famiglia  
  •  altro 

 

Che cosa apprezziamo come genitori?

Che cosa vorremmo facesse di più o di meno? Perché?

 

PARLIAMO CON IL BAMBINO (PER I BAMBINI DI 4 E 5 ANNI)

Abituiamo i bambini a riflettere su quello che vivono, apprendono e sentono. Utilizziamo il dialogo riflessivo in vari momenti, all’inizio di un percorso per condividere conoscenze già presenti, idee e stati d’animo; in itinere per verificare la partecipazione, il coinvolgimento, il benessere e attivare un confronto; alla fine per rielaborare insieme i vissuti, l’impegno messo in atto, quanto imparato, i sentimenti provati…

Talvolta, dedichiamo un’attenzione personale con una intervista dedicata, organizzandoci per parlare personalmente con ciascuno, dando il tempo e l’attenzione che serve. Questo lavoro documenta, con le parole dei bambini, aspetti di quello che sanno e sentono e ci aiuta a capire come incoraggiarli e sostenerli.

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IO FACCIO COSÌ

A scuola si lavora, si gioca, si sta insieme agli altri, si impara. È importante sentirsi bene in ogni situazione, ma qualche volta può succedere di essere in difficoltà. Prova a raccontare quello che pensi e senti quando succede…

 

Quando non riesci a fare quello che ti chiedono, come ti comporti?

Lasci perdere? 

Chiedi di nuovo di spiegarti meglio? 

Chiedi aiuto ai tuoi amici? 

Ti sforzi di fare da solo? 

 

Quando non riesci a fare quello che ti chiede l’insegnante come ti senti?

Sei preoccupato? 

Sei dispiaciuto? 

Quanto? 

 

Qual è la cosa più importante per imparare bene?

Che l’insegnante ti aiuti e ti spieghi? 

Che tu sia disposto a impegnarti molto? 

Lavorare da solo o in gruppo?

 

COME UTILIZZIAMO I MATERIALI

L’osservazione costante della raccolta dei materiali di ognuno e la relativa lettura e interpretazione, ci consentono di sostenere, attraverso la relazione educativa, i processi di crescita dei bambini, individuandone le caratteristiche personali, gli aspetti che influenzano l’apprendimento, i processi sottesi alla costruzione di competenze.

Teniamo conto che le competenze nascono dall’incontro con situazioni, oggetti, materiali, persone e diventano personali nel momento in cui ogni bambino se ne appropria, esprimendole in modo differente, nei diversi contesti educativi e di vita.

La documentazione che riguarda ogni dimensione di sviluppo e apprendimento del bambino e le personali attitudini e intelligenze, ci aiuta:

  • a compiere una valutazione mite (Raffaele Iosa) dando valore a quanto osservato e raccolto attraverso uno sguardo che valorizza la persona e usa le conoscenze per sostenerla nel proprio cammino;
  • a orientarci, individualmente e nel gruppo docente, rispetto a scelte e impiego di strategie, perché ci permette di riconoscere le esigenze dei bambini e di riequilibrare progressivamente le proposte educative in base a reazioni, tempi e modi personali;
  • a rendere conto, in modo coerente, alle famiglie, dei punti di forza e dei bisogni che osserviamo nel loro bambino, attraverso la visione e la condivisione di materiali che testimoniano quanto raccontiamo. A comunicare meglio eventuali difficoltà, dimostrando con quanto raccolto ciò di cui parliamo e come stiamo aiutando il bambino;
  • a dialogare in modo riflessivo con il bambino, nutrendo la sua capacità di ricordare, pensare e dare un significato a esperienze e vissuti, la sua fiducia e voglia di apprendere, la sua capacità di impegnarsi per migliorare;
  • a favorire il passaggio da una realtà educativa ad un’altra, quando la storia di ciascuno diventa argomento di dialogo tra colleghi, per organizzare la nuova scuola, accogliere il bambino e proseguire il viaggio.
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Scuola dell'infanzia

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