Geografia/Italiano - Il fiume

La civiltà egizia

La mamma, su Skype

È ormai da un anno che l’acronimo DaD, Didattica a Distanza, è entrato a far parte del nostro quotidiano, coinvolgendo gli alunni e le loro famiglie, oltre che ovviamente gli insegnanti. In brevissimo tempo è stato richiesto un grande sforzo da parte di tutti gli attori coinvolti per far fronte al sostanziale cambiamento che la Didattica a Distanza porta con sé.A tal proposito, un significativo cambiamento riguarda le interazioni e le modalità di trasmissione dei contenuti, aspetti fondamentali all’interno del percorso di apprendimento. La DaD comporta di per sé una mancanza di contatto fisico e “immediato” tra insegnante-alunno e tra alunno-compagni di classe, lasciando posto a uno scambio “mediato” da strumenti tecnologici.Da un lato gli insegnanti, costretti a interfacciarsi con uno schermo, su cui spesso non vedono nemmeno i volti dei propri alunni, devono trovare altre modalità per cogliere l’atteggiamento e il “clima” della classe e ricevere feedback. Inoltre, in aggiunta allo svolgimento del programma didattico, si trovano ad aiutare e guidare i propri studenti rispetto all’uso corretto delle nuove piattaforme scelte, orientandoli verso la ricerca e l’adattamento di strategie funzionali riguardo alla fruizione dei contenuti e ai metodi di studio. Dall’altro lato gli alunni, che si ritrovano a dover mantenere un’alta soglia dell’attenzione,in condizioni in cui possono essere presenti interferenze esterne causate da attività di altri membri della famiglia, come ad esempio le quotidiane mansioni domestiche o lo smartworking dei genitori.Ritagliarsi un proprio spazioUn secondo e sostanziale cambiamento della didattica a distanza è attribuibile al luogo di apprendimento, in quanto le abitazioni di alunni e insegnanti si sono dovute sostituire alle aule scolastiche. Al riguardo, diverse ricerche scientifiche mostrano l’importanza di crearsi innanzitutto uno spazio ben delimitato e personalizzato all’interno della propria casa. Questa delimitazione ha una duplice funzione, in quanto permette al bambino sia di mantenere livelli di attenzione e di concentrazione più alti, sia di potersi porre in breve tempo in un atteggiamento idoneo all’apprendimento, riconoscendo il luogo in cui si pone per seguire le lezioni come dedicato allo studio.Ma come scegliere il luogo adatto da dedicare all’apprendimento e renderlo favorevole per la didattica? Innanzitutto questo spazio, dove possibile,&nbsp; dovrebbe essere poco rumoroso. Inoltre, dovrebbe essere sito in un punto della casa che non sia di passaggio per altri membri della famiglia.Personalizziamo la postazioneQuesti accorgimenti permetteranno all’alunno di tenere accesa la videocamera durante la lezione e di partecipare attivamente parlando o facendo domande. Inoltre, è importante delimitare anche fisicamente lo spazio scelto, personalizzandolo. Ad esempio, si possono inserire alcuni oggetti, che richiamano il contesto scolastico e che appartengono all’alunno, come un portapenne colorato, dei post-it,&nbsp; il proprio astuccio e il diario, ed escludendo invece oggetti non attinenti con l’ambito scolastico, che potrebbero essere fonte di distrazione. Un ultimo aspetto fondamentale è che questo spazio sia diverso da quello in cui il bambino svolge altre attività, come ad esempio in cui è solito giocare.Con questi semplici accorgimenti è possibile creare un luogo che possa facilitare e predisporre il bambino a seguire la lezione in maniera ottimale. Consigliandoli ai propri alunni o figli può essere di aiuto per aiutarli a organizzare i propri spazi domestici, rendendoli maggiormente idonei per l’apprendimento e favorendo in loro atteggiamenti e comportamenti consoni.

<ul><li>Arnou, C., Cornelis, G., Heymans, P. J., Howard, S. K., Leemans, G., Nuyens, I. et al. (2020). COVID-19 and educational spaces: creating a powerful and social inclusive learning environment at home. (in review).</li><li>Bubb, S., &amp; Jones, M. A. (2020). Learning from the COVID-19 home-schooling experience: Listening to pupils, parents/carers and teachers. Improving Schools,23(3), 209-222.</li></ul>

La DaD tra le pareti di casa: quando l’ambiente conta