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Esami universitari

C’era una volta un banco di scuola di forma rettangolare, nel quale stavano comodamente seduti due alunni.Il confinante&nbsp; poteva toccarti in sorte per&nbsp; altrui volontà, capitare lì accanto per eventi fortuiti, o essere frutto di una tua scelta, se San Giuseppe da Copertino ti assisteva. Fatto sta che te lo dovevi far andar bene, perché&nbsp; il compagno di banco avrebbe condiviso&nbsp; le pene e le gioie di un tratto di vita scolastica proprio in virtù di quel gomito a gomito e di quella promiscuità di aliti, ahinoi mattutini.Il serrato dibattito sulla scuola in questi roventi mesi estivi si è tristemente limitato alla disperata ricerca di banchi invece “monoposto”, che promettono di&nbsp; risolvere il più grande problema legato alla riapertura: il distanziamento degli alunni stabilito da Comitato Tecnico Scientifico.&nbsp;Così i banchi “biposto” sono declassati alla sottospecie&nbsp; dell’“ingombrante da smaltire” e&nbsp;forse è il caso di sostanziare la questione di altri contenuti che non siano solo quelli di carattere materiale.Studi di settore e strategie logisticheGli insegnanti di scuola primaria lasciano liberi i bambini di disporsi a loro piacimento nei banchi biposto di solito per brevi periodi, e soprattutto se si tratta di nuovi alunni. Avviano però un profondo studio di settore e ad un certo punto si&nbsp; dimostrano abili strateghi nello spostare le pedine nell’aula secondo criteri&nbsp; scientifici e inoppugnabili. Sanno bene, ecco che la faccenda comincia a farsi anche pedagogica e sociale, che alcune combinazioni possono rivelarsi esplosive, esiziali e addirittura letali, mentre altre possono essere talmente benefiche da risultare fruttuose e proficue. Un gioco delle coppie insomma a cui prestare molta attenzione, un po’ come nei matrimoni.Uno degli aneddoti frequenti che mia mamma ricorda della sua vita da maestra è che Giuseppe e Annapaola, compagni di banco,&nbsp; erano diventati così simbiotici che Giuseppe in un’occasione scrisse di voler diventare ingegnere per costruire un palazzo in cui far convivere, su piani diversi, la sua famiglia e quella di Annapaola.Compagni di banco&nbsp;La relazione con il compagno di banco è il “banco” di prova della capacità di misurarsi con l’altro e di percepire le proprie risorse e i propri&nbsp; limiti. I bambini imparano a dividere non solo uno spazio comune, a volte&nbsp; non dopo estenuanti sforzi di contenimento reciproco e di non invasione, ma si confrontano con un diverso da sé alle prese con gli stessi compiti. I bambini imparano a prestare, a scambiare, a&nbsp; mercanteggiare. Imparano anche a copiare, che indubbiamente è il più grande atto di incondizionata fiducia&nbsp; nell’altro.Quando si è più grandi tra compagni di banco nascono spesso durature amicizie, talora anche amori, ed è comunque in quella forma di attiguità che si stabiliscono intese e cooperazioni, che si ordiscono&nbsp; complotti e si pianificano le più creative congiure. I compagni di banco insomma servono quanto i libri e le conoscenze a far crescere e maturare i nostri alunni di tutte le età.Che ne sarà di tutto ciò con i solisti&nbsp; banco monoposto?Decido che nella mia scuola non darò al macero nessun vecchio banco ma terrò il patrimonio in caldo nella speranza che presto il Covid venga sconfitto. Vorrei poter&nbsp; dire: C’era una volta, e c’è ancora, un banco di scuola nel quale stanno felicemente seduti due alunni.&nbsp;

C'era una volta il banco biposto