Parole in disordine
scheda didattica
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Attraverso divertenti giochi linguistici i bambini imparano a conoscere la lingua e a scoprirne le regole d'uso.
Obiettivi, attività, materiali
OBIETTIVI SPECIFICI
ATTIVITà
Proponiamo di eseguire i giochi prima in modo collettivo e poi in coppia. Continuiamo a fare anagrammi, cambi, zeppe per far conoscere ai bambini la lingua divertendosi. È sempre importante condividere le osservazioni di ciascuno e suggerire ulteriori sviluppi del percorso. Ricordiamo il suggerimento di una nota linguista, Maria Luisa Altieri Biagi, per la quale il gioco linguistico è utile per “consolidare uno stile di analisi linguistica che si sviluppa in senso deduttivo osservando, discutendo sperimentando, fino alla scoperta delle regole d’uso della lingua”.
attività 1
Gli anagrammi dei nomi e dei cognomi
Per far ricordare che cos’è un anagramma, scriviamo alla lavagna le lettere E, L, M, A e chiediamo di suggerire le parole possibili combinando le lettere date (MELA, LAME, MALE ecc.). Abbiamo creato la curiosità necessaria per proporre nuovi giochi. Inizieremo con parole comuni e semplici (SCHEDA Parole in disordine). Possiamo continuare con altri anagrammi, inseriti in alcune frasi (SCHEDA Gli anagrammi).
Ora proviamo a fare anagrammare il proprio nome o il proprio cognome, quello dell’insegnante, di altri insegnanti, di familiari o di persone conosciute dagli alunni. È importante ricordare che non è detto che si riesca a fare un anagramma completo con tutti i nomi a disposizione.
Quando si mettono insieme nomi e cognomi è più difficile trovare buone combinazioni, ma a volte capita di poter comporre frasi sensate, come nei seguenti esempi:
Spesso non è possibile ottenere una frase sensata dall’anagramma del nome e cognome, allora suggeriamo di provare con un altro gioco linguistico che si chiama logogrifo, un anagramma incompleto che si costruisce così: • in una parola indicata si cercano le lettere che servono per costruire altre parole; • si possono usare più di una volta le lettere della parola di partenza. Proponiamo una specie di “gara” fra gli alunni. Su una striscia di carta ognuno scrive il proprio nome e cognome, in stampato maiuscolo, poi lo ritaglia nelle lettere che lo costituiscono. Queste lettere, composte in vario modo, possono dare origine a tante parole che ognuno trascrive sul quaderno. La gara finisce in un tempo stabilito o quando si raggiunge un certo numero di parole. Con il logogrifo di FAUSTA FORNI, per esempio, si possono formare parole come: ASINA, FARINA, FORI, FATA, FRANA, TANA, TINO, TUFFO, RANA, TUFFA, AFFARI, STUFA, TUFFI, FOTO, FUSTO, FUSO... Con le parole costruiamo frasi o “pezzi” più ampi della singola parola: UNA RANA SI TUFFA; UNA FATA FA AFFARI; UNA STUFA USATA. Usiamo questi spunti per l’invenzione di storie collettive.
attività 2
I proverbi
Proponiamo di leggere il TESTO Proverbi (Gianni Rodari, Il libro degli errori. Torino: Einaudi, 2011) e il TESTO Vecchi proverbi (Gianni Rodari, Favole al telefono, Torino: Einaudi, 2010), che parlano di proverbi. Prima accertiamoci che i bambini siano in grado di riconoscere i proverbi e sappiano intuire il significato di quelli più comuni. Mettiamoli subito alla prova.
ATTIVITà 3
I metagrammi
Nel testo I draghi locopei, Ersilia Zamponi riporta le invenzioni dei suoi bambini che avevano provato a usare il metagramma (vedi box Che cos’è un metagramma?) per passare da una città all’altra, facendo il minor numero di tappe intermedie (a ogni tappa si cambia una lettera). Ecco alcuni viaggi in metagramma possibili:
Allora proviamo anche noi:
Vince chi riesce a costruire una catena con il minor numero di anelli. Nello schema un possibile esempio di trascrizione:
attività 4
Gli indovinelli
Ricordiamo ai nostri alunni che cos’è il gioco dello scarto, proponendo alcuni indovinelli:
Sarà un momento molto divertente quello della ricerca delle differenze suscitate dagli indovinelli. Man mano che i bambini riusciranno a risolverli, con il nostro aiuto naturalmente, scriviamo alla lavagna, per ogni indovinello, la coppia di parole che rappresenta la soluzione. Avremo quindi:
Che cos’hanno in comune queste coppie di parole? Gli alunni noteranno che sono costruite con le stesse lettere tranne una, quella iniziale, che c’è nella prima parola, mentre non c’è più nella seconda: è stata cioè SCARTATA.
attività 5
Per concludere
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