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Lezione | Italiano | Classe 5ª

Per creare storie fantastiche

Una lezione per giocare con le parole, esplorare significati e diverse accezioni: combinazioni, colmi, modi di dire, diventano poi spunti per creare storie fantastiche.

di Fausta Forni01 luglio 2020

Obiettivi, attività, materiali

obiettivi specifici

  • Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).
  • Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo, l’impaginazione, le soluzioni grafiche alla forma testuale scelta.
  • Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole.
  • Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

attività

  1. Parole con più significati
  2. Parole composte
  3. Modi di dire
  4. Per concludere

Le parole hanno una forma ma hanno anche un significato. In classe quinta esploriamo il piano dei significati per individuarne le diverse accezioni. La creatività nasce proprio a partire dalla ricchezza di accezioni, che ci permette di inventare storie. Ci sono, per esempio, battute umoristiche come i colmi, al limite dell’assurdo, basate proprio su un particolare uso del significato di una parola. Inoltre, riflettiamo sulla combinazione di parole per inventarne di nuove e sulla capacità dei modi di dire di diventare spunti per storie fantastiche.


attività 1

Parole con più significati

Iniziamo con un particolare tipo di indovinello, il cosiddetto colmo. Scopriamo come sono fatti proponendone due:

  • Qual è il colmo per un giocatore di scacchi? Investire un pedone.
  • Qual è il colmo per un professore di matematica? Aver paura a fare l’operazione di appendicite.

Diamo ai ragazzi il tempo di pensare e poi, se non riescono a rispondere, risolviamo noi l’indovinello. Sicuramente ci saranno vari commenti del tipo: “Troppo difficile!”, “io la sapevo ma non mi veniva la parola!”; “chi ha mai giocato a scacchi?” ecc. Saranno questi commenti a guidare il nostro intervento.
Per prima cosa verifichiamo che siano chiari per tutti i significati delle parole contenute nei due colmi.
Poi chiediamo: qual è la parola principale dell’indovinello, quella intorno a cui è costruito? (pedone, operazione). Invitiamo poi i bambini a prendere il dizionario e, individualmente o a gruppi, guidiamoli alla ricerca delle parole principali che hanno individuato (vedi box Come guidare la ricerca sul dizionario). Per ogni accezione di significato (contraddistinta dai numeri 1, 2, 3 nella definizione) facciamo leggere e comprendere le frasi esemplificative. Scopriamo così i diversi contesti d’uso.

Image | Giunti Scuola
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Ecco a cosa è dovuto l’effetto umoristico del colmo: il significato di una parola è stato usato nel contesto sbagliato! E questo dà vita a una situazione assurda, paradossale, che fa ridere. Proviamo allora a costruire insieme un colmo, facendo una serie di passaggi, in un certo ordine, come esemplificato di seguito.
Nello specifico, il processo porta a questo risultato:

Image | Giunti Scuola
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  • primo passaggio: sul dizionario troviamo la parola che ha vari significati (o accezioni): PENNA.
    Il significato originario, che si riferisce all’elemento di rivestimento degli uccelli, è passato a indicare, per “restrizione”, la penna d’oca usata per scrivere e oggi indica, per “somiglianza”, un oggetto usato per scrivere; 
  • secondo passaggio: attribuiamo come soggetto la GALLINA;
  • terzo passaggio: la gallina ha le penne; le penne servono per scrivere;
  • quarto passaggio: qual è il colmo per una gallina? Avere le penne ma non poter scrivere.

Seguendo le indicazioni si possono formulare colmi come questi:

Qual è il colmo per un vigile che va dal dottore? Sentirsi dire che deve fare qualcosa per la circolazione.
Qual è il colmo per una gallina? Essere chiamata in tribunale a deporre.

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attività 2

Parole composte

Riflettiamo sul meccanismo della composizione a partire da alcune parole conosciute: PORTAMONETE, PORTAOMBRELLI, ASPIRAPOLVERE, ATTACCAPANNI…

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Con le parole composte i bambini possono fare un interessante esercizio creativo.
Ecco qualche esempio: 

  •  Mangiaguai: la macchina mangiaguai è una macchina che serve a rendere l’umanità più felice: basta schiacciare un pulsante e tutti i problemi scompaiono. C’è però anche la macchina Cercaguai...
  • Salinometro: è un utilissimo strumento per misurare quanto sale la mamma mette nella minestra mentre guarda alla televisione la sua trasmissione preferita. Si accende una sirena quando perde il conto.
  • Mangiatutto: è una specie di aspiratore invisibile che aiuta a vuotare i piatti dei bambini che non amano le verdure, così le mamme sono contente e i bambini di più.

A volte, quando due parole entrano in composizione, perdono una parte, cioè una o più lettere, nel punto in cui si incontrano, come nel caso di “cantautore” (cantante + autore). Si tratta di due parole che si incastrano con un effetto di doppio significato e si definiscono “parole-valigia” perché, come una valigia che contiene più oggetti, contengono infatti due parole e due significati o tre, se si considera anche la nuova parola. Stefano Benni ha inventato gli abitanti di Stranalandia (Stranalandia, Stefano Benni, Milano: Feltrinelli. 2015), un luogo della fantasia più sfrenata, proprio con questo meccanismo delle parole-valigia, e li ha descritti così:

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Proponiamo agli alunni di giocare con i nomi di alcuni animali. Il pescespada e il pescecane esistono realmente, ma nel mare della fantasia potremmo trovare altri pesci interessanti. Dopo aver inventato nuovi nomi di pesci, descriviamoli come nell’esempio sopra e sviluppiamo una situazione di partenza da cui partire per creare una storia, per esempio:

  • Pescescarpa: ha proprio la forma di una scarpa. In spiaggia i bagnanti sono scomparsi. Perché? Questo pesce ha riempito il mare con una terribile puzza di piedi. Un altro modo è questo: si uniscono i nomi di due animali e si compongono nuovi nomi di animali divertenti. Per esempio:

  • ZEBRA + RINOCERONTE: ZEBROCERONTE
  • DROMEDARIO + GIRAFFA: DROMERAFFA

Alla stessa maniera si possono anche unire i nomi di cibi per ottenere delle pietanze gustose:

  • PATATA + POLLO: PATATOLLO
  • POMODORO + MERLUZZO: POMODUZZO


Infine, proponiamo la descrizione di ogni animale, pietanza o oggetto inventati e facciamoli diventare i protagonisti di una nuova storia.


attività 3

Modi di dire

Molti indovinelli-colmo sono costruiti su alcuni modi di dire (parte in grassetto). Eccone alcuni esempi:

  • Qual è il colmo per un sarto? Perdere il filo del discorso.
  • Qual è il colmo per un ragno? Restare con un pugno di mosche.
  • Qual è il colmo per un pugile? Avere una faccia da schiaffi.
  • Qual è il colmo per un paracadutista? Cadere dalle nuvole.
  • Qual è il colmo per un pesce? Perdersi in un bicchiere d’acqua.
  • Qual è il colmo per un idraulico? Non capire un tubo.
  • Qual è il colmo per un agnello? Avere una fame da lupo.
  • Qual è il colmo per un nano? Fare passi da gigante.

Aiutiamo i bambini a individuare i modi dire che sono presenti nei testi e spieghiamo il senso queste espressioni: “perdere il filo del discorso”, per esempio, è un modo di dire che sentiamo spesso con il significato di aver dimenticato ciò che si stava dicendo a causa di un’interruzione o una distrazione. Chiediamo loro se conoscono il significato di questi modi di dire, se li hanno sentiti in casa o altrove, e se talvolta li usano. Con i modi di dire si possono anche inventare storie molto divertenti, come quella raccontata da Bianca Pitzorno in Parlare a vanvera (2010, Milano, Bruno Mondadori).


attività 5

Per concludere

Osserviamo con gli alunni che:

  • giocando a scomporre e ricomporre le parole si possono scoprire i meccanismi fondamentali di funzionamento della lingua italiana;
  • operando sul significato delle parole abbiamo trovato tanti spunti creativi per creare nuove storie.
Scuola primariaItaliano

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