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Un'esperienza con gli albi illustrati

Insieme ai silent book sono potenti strumenti di lavoro per iniziare a ragionare sulla lingua scritta e sviluppare molte competenze legate all’oralità

di Emanuela Izzo, Alessandra Saita16 maggio 20231 minuto di lettura
Un'esperienza con gli albi illustrati | Giunti Scuola

Gli albi illustrati, oltre ad essere dei libri assolutamente stimolanti per avvicinare i bambini al piacere della lettura, possono offrire ai docenti un’infinità di stimoli per lavorare sugli obiettivi di apprendimento, diventando così materiali privilegiati per la didattica.

Partendo da una classe prima, gli albi illustrati possono essere utilizzati per presentare le lettere dell’alfabeto (es. per la lettera A: “Amelia vuole un cane”, per la lettera B: “Un barattolo di stelle”, e così via).

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Esempio di una pagina di quaderno in cui viene presentata la lettera A

È importante scegliere con cura gli albi da associare alle lettere perché la storia del libro diventerà un elemento cruciale per far nascere altre attività di alfabetizzazione che possono essere legate alla lettera o ad altri stimoli di lettura e scrittura che si affronteranno, come ad esempio la proposta di scrivere spontaneamente una frase legata all’albo letto.

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Scrittura spontanea in classe prima, a partire dalla lettura dell’albo “Amelia vuole un cane” di Tim Bowley e André Neves

In questo modo l’albo diventa il canale principale per iniziare a ragionare sulla lingua scritta, sia sul piano del codice che su quello del testo. I feedback che l’insegnante dà al bambino mentre scrive spontaneamente sono molto importanti per farlo progredire nei diversi livelli di concettualizzazione della lingua scritta, e a tal proposito si rimanda agli studi e alle pubblicazioni di Emilia Ferreiro, Ana Teberosky e Lilia Andrea Teruggi.

Gli albi illustrati permettono anche di sviluppare molte competenze legate all’oralità, come le competenze narrative ed argomentative, che sono fondamentali quando i bambini devono esporre oralmente i contenuti delle discipline. Gli albi facilitano il processo della comprensione dei nessi causa-effetto anche grazie alle illustrazioni che integrano la parte testuale. Inoltre, molti albi sono ricchi di insegnamenti e ciò permette ai bambini di ragionare sull’etica, sulla giustizia, e su tante altre tematiche che i bambini vivono ogni giorno in modo esperienziale, costruendo un bagaglio di ragionamenti e visioni condivise.

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Stralcio di conversazione condotta in una classe prima, a partire dall’albo “Un pesce è un pesce” di Leo Lionni, utilizzato per presentare la lettera P

Inoltre, gli albi si prestano per lavorare sulla comprensione del testo, soprattutto perché sono testi integrali, con una struttura e una narrazione che ha un inizio e una fine. Analizzando un albo con i bambini, è possibile lavorare sulla divisione in sequenze, sui processi inferenziali, sui processi legati all’integrazione delle informazioni, ecc.

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Domanda aperta posta dopo aver letto l’albo “Un mammut nel frigorifero” di Michaël Escoffier e Matthieu Maudet, per verificare la capacità di trarre inferenze

Tra gli albi illustrati se ne trovano alcuni di particolare interesse: i silent book, libri con illustrazioni, ma senza parole. I silent book sono uno strumento di lavoro molto potente sia per favorire le già citate competenze di comprensione del testo e di scrittura, sia per lavorare sull’oralità e sull’espansione del lessico. In caso di bambini non italofoni, inoltre, i silent book diventano uno strumento privilegiato per creare un terreno comune di lavoro con i compagni, offrendo numerose possibilità di apprendimento di nuovi termini.

In tal senso, insieme agli albi illustrati, i silent book possono essere considerati come strumenti irrinunciabili, perché sono versatili, accattivanti per i bambini e perchè permettono di attuare una didattica inclusiva ma non banale, capace di favorire lo sviluppo di processi cognitivi complessi e di stimolare il confronto tra pari.

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