Caro diario… La scrittura autobiografica: spazio di narrazione e di relazione

Ecco un modo per aiutare il bambino ad amare la scrittura e a vederla come strumento importante di comunicazione. Il bello di raccontare un'esperienza e condividerla con gli altri

di Anna Maria Latrofa13 dicembre 20186 minuti di lettura
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Ho voluto mettere al centro delle attività in classe la scrittura come strumento di comunicazione e di relazione utilizzando il metodo autobiografico. Penso che solo attraverso la narrazione di sé, il bambino possa imparare ad amare la scrittura e a vederla come strumento importante di comunicazione. Ho pensato che la formula del diario fosse la più adatta per gli alunni di otto-nove anni. Non ho spiegato ai bambini che cosa fosse il diario in modo teorico, secondo le indicazioni date dal libro di testo. Ho invece aspettato di vivere con i bambini un’esperienza emozionante per cominciare l’avventura. Perché si può scrivere solo se si avverte l’urgenza di dire, di raccontare, di condividere quanto si è vissuto e sperimentato.

Le occasioni per scrivere

La prima occasione si è presentata, dopo il laboratorio di Paleontologia e la visita al museo di Storia Naturale di Milano. Era la prima volta per tutti i bambini della classe; tutto era nuovo e pieno di meraviglia. Tornati a scuola, ho proposto ai bambini di regalare al foglio bianco tutte le emozioni e le scoperte della giornata. Ho detto loro che il foglio sarebbe stato l’amico silenzioso e attento capace di ascoltare tutto quello che avevano voglia di raccontare dell’esperienza vissuta.

L’incipit è stato il classico Caro Diario… Tutti gli alunni con naturalezza e gioia hanno scritto, senza schemi predefiniti, ciò che per loro era importante raccontare di quella giornata speciale. Anch’io ho scritto con loro la mia pagina di diario. È stato il primo scritto autobiografico dell’anno e i risultati mi hanno lasciata positivamente sorpresa. Ho raccolto le loro pagine, le ho corrette e il giorno dopo i bambini le hanno ricopiate sui loro quaderni; poi c’è stata la lettura ad alta voce dell’elaborato di ogni bambino a tutta la classe. Questo secondo momento ha aiutato tutti a riflettere ulteriormente sull’esperienza vissuta e ha aggiunto tasselli dimenticati dell’esperienza che erano stati messi in evidenza dagli scritti altrui.

Caro Diario, tu devi sentirmi. Oggi ho incontrato per la prima volta un geologo e mi sono emozionata. Diego, il geologo, ci ha dato un fossile di dente di dinosauro, io non avevo mai visto un dente di dinosauro, mi piaceva ammirarlo da vicino e toccarlo. Poi la maestra Anna Maria ci ha fatto una sorpresa: siamo andati al Museo di Storia Naturale. Qui ho visto tanti animali molto interessanti: i pesci, il serpente lungo. Io e Serena Liu abbiamo visto un pesce che assomigliava a Dori, era arancione e bianco. Mi è piaciuto ridere quando Andrea ha perso per strada la scarpa, come Cenerentola. All’inizio lui non si era accorto che stava camminando con la calza, poi si è accorto e si è rimesso la scarpa. (Sara)

 

Caro Diario, questo giorno è stato il più bello della mia vita. Sono andato al Paleolab e alla fine del laboratorio, Diego mi ha regalato un dente di squalo. Dopo sono andato al museo di Storia Naturale e ho visto una scimmia con una faccia strana. Ho anche visto un giaguaro, la tartaruga, l’elefante, il rinoceronte, l’alligatore, dei serpenti, la balena che era ormai uno scheletro e c’era anche la balena piccola e la tigre. Per tutto questo è stato il più bel momento della mia vita. (Abdel)

                                                

Scrivere, riscrivere, leggere a voce alta

L’esperienza positiva del racconto di sé alla pagina bianca mi ha spinta a continuare. Ho aspettato il sopraggiungere di un'altra esperienza significativa. L’occasione questa volta è giunta dopo la drammatizzazione di una parte della storia di Pinocchio che ogni classe terza leggeva ad alta voce nella propria aula. Ogni classe poi presentava alle altre la drammatizzazione della parte della storia che era stata assegnata. La drammatizzazione è stata un momento di grande coinvolgimento emotivo individuale e di gruppo, un’esperienza soggettiva e collegiale allo stesso tempo. Anche in questo caso ogni scritto è diventato una pagina di un ideale libro che raccoglieva l’intera esperienza e la trasformava in memoria di gruppo. Tutti hanno scritto con facilità, perché tutti avevano le parole vive per dirsi, tutti avevano vissuto intensamente il momento teatrale ed erano in grado di tradurlo in testo scritto. Gli scritti presentavano errori di sintassi e di ortografia, erano però vivaci, autentici, pieni di emozioni e riflessioni personali. Anche questa volta ho corretto i racconti; gli alunni li hanno ricopiati sul quaderno e li hanno letti ad alta voce ai loro compagni.

 

Caro diario, oggi pomeriggio ho fatto una recita davanti a tutti i compagni di terza e mi vergognavo. Poi mi sono dato coraggio e ho recitato. La classe 3 D è stata bravissima: mi è piaciuta quando ha fatto il serpente. Mi sono anche piaciuti i compagni della 3B, quando i due furfanti hanno inseguito Pinocchio e poi quando sono caduti nell'acqua. Io mi sono emozionato perché ero il primo a parlare nella recita. Annamaria mi ha detto che ero stato bravissimo e io mi sono sentito felicissimo. E' stato bravo anche Abdel perché non ha riso e anche Loriana è stata bravissima perché ha sbattuto i piedi. Era la più brava nel fare Pinocchio arrabbiato per il naso lungo. Siamo stati tutti bravi, anche quelli delle altre classi. (Alessandro)

Caro diario, oggi abbiamo fatto una recita di Pinocchio con tutte le terze. Io ero il grillo parlante. A noi è capitata la parte più lunga. Quando era il mio turno mi sono emozionato. A me ha incuriosito molto il serpente della 3D, perché io non mi aspettavo che il drago serpente fosse fatto di tanti pezzi di rettangoli verdi. La cosa bella di questa scenetta è che, abbiamo fatto un lavoro di squadra. (Redis)

Questa è diventata la prassi metodologica che sto seguendo. I bambini scrivono senza mai mostrare atteggiamenti oppositivi nei confronti della scrittura; ognuno scrive e racconta il suo personale modo di vedere e di comprendere il mondo. Lo fa facendo uso di quel vocabolario che costruiamo insieme giorno dopo giorno: leggendo, drammatizzando le storie, sperimentando, giocando e ascoltando gli scritti degli altri. I bambini scoprono che la scrittura non è solo un compito; diventa uno spazio di narrazione che stimola a dire ciò che si sente e che a voce non si riesce a dire perché la formulazione del pensiero ha bisogno di tempo, di silenzio, di riflessione: elementi essenziali che solo questo tipo di esercizio può regalare.

 
 
 
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