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Educazione civica, 6 domande e 6 esempi di attività
Per attuare le nuove norme in modo sensato

Se la nuova educazione civica (“EC”) introdotta dalla legge 92/2019, e meglio specificata dalle recentissime Linee guida dello scorso 22 giugno 2020, parla di “insegnamento trasversale” e di nuclei tematici “già impliciti nelle discipline”, è probabile che già da tempo molti insegnanti abbiano affrontato in classe argomenti di EC.
Basterebbe allora individuare un docente coordinatore, verificare il numero di ore dedicate all’EC (minimo 33 in un anno) e valutare i ragazzi con un giudizio (non più un voto in decimi) anche per questa area.
Ma possiamo anche proporre alcune chiavi di lettura per valutare il significato educativo dell’EC attraverso esempi di attività che possono essere introdotte o rafforzate nel curricolo della scuola e nel proprio piano di lavoro.
Le domande-guida
Userò allora uno degli strumenti consolidati dell’autovalutazione: le domande-guida. Le risposte possono costituire una prima mappa di quanta e quale educazione civica già viene fatta a scuola ed eventualmente orientare una programmazione futura. Le sei domande riguardano sia modalità di comportamento “democratico” sia possibili approcci didattici.
Nella mia scuola:
1) ci si pone il problema delle regole di comportamento comuni a tutti: alunni, docenti, bidelli, dirigente scolastico, ecc.? Esiste una carta dei diritti e dei doveri? Se esiste: come la si è costruita? Come viene diffusa e fatta rispettare?
Nelle mie classi:
2) si svolgono attività di lettura e discussione sulla prima parte della costituzione italiana (diritti e doveri dei cittadini)?
3) quanta discussione si fa con i bambini per favorire l’espressione del pensiero e una comprensione profonda delle discipline?
4) come si realizza il “diritto alla comprensione”? Con quali attività e metodi gli insegnanti si accorgono se gli alunni hanno capito? Cosa può fare un bambino che non ha capito qualcosa?
5) si svolgono attività di diffusione e realizzazione dell’agenda 2030 (17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile)?
6) si incoraggia l’uso consapevole delle tecnologie digitali (ricerche sul web, comunicazioni digitali, conoscenze dei rischi presenti in rete, ecc.)?
Gli esempi di attività
1) La carta dei diritti e dei doveri dell’IC di Gemona ha due pregi fondamentali: non prevede solo doveri ma anche diritti (mentre nei tabelloni che troviamo affissi nelle aule ci sono quasi solo doveri) e riguarda anche gli insegnanti e i genitori e non solo gli alunni.
2) Insuperabile il libro di Gherardo Colombo, Lucia Di Blasi e Anna Sarfatti Sono Stato io!. Per avere spunti per attività di lettura e “interpretazione viva” della Costituzione italiana.
3) Il Kit didattico dell’Unicef sugli obiettivi 2030 è ricco di proposte (in particolare la proposta n. 3 “mettiamo in scena gli obiettivi”).
4) Sulla cittadinanza digitale, dopo il lockdown, si potrebbero progettare alcuni incontri per aiutare tutti gli alunni a connettersi e a partecipare da remoto (si potrebbe promuovere una conoscenza non discriminatoria delle situazioni dei bambini a casa ed eventualmente una “banca dei dispositivi” per quelli in difficoltà).
5) Attività che coinvolgano tutti, utilizzando osservazioni e domande-chiave. Cosa fanno gli animaletti che vivono nella nostra aula, o in palestra? Di cosa hanno bisogno? E noi?
6) Bambini in cerchio discutono sulla democrazia della loro scuola. Oppure scambiano idee su quello che hanno o non hanno capito (esempio: quale operazione matematica serve per risolvere un problema? ecc.)