È Carnevale! Le filastrocche di Rodari
Buon Carnevale a chi festeggia: le parole di Gianni Rodari, piene di allegria e saggia leggerezza.

Buon Carnevale con cinque filastrocche di Gianni Rodari, piene di allegria, saggia leggerezza e pensieri da condividere:
Se comandasse Arlecchino
   Se comandasse Arlecchino
   
   il cielo sai come lo vuole?
   
   A toppe di cento colori
   
   cucite con un raggio di sole.
  
   Se Gianduia diventasse
   
   ministro dello Stato,
   
   farebbe le case di zucchero
   
   con le porte di cioccolato.
  
   Se comandasse Pulcinella
   
   la legge sarebbe questa:
   
   a chi ha brutti pensieri
   
   sia data una nuova testa.
  
L’invenzione di Pulcinella
   Signore e signori, fatevi avanti
   
   più gente entra, più siete in tanti!
   
   Correte a vedere la grande attrazione,
   
   la formidabile invenzione.
   
   Non sono venuto su questo mercato
   
   per vendere il fumo affumicato.
   
   Non sono venuto a questa fiera
   
   per vendere i buchi del gruviera.
   
   Il mio nome è Pulcinella
   
   ed ho inventato la moz – za – rel – la!
  
   Da questa parte, signori e signore
   
   son Pulcinella il grande inventore!
   
   Per consolare i poveretti
   
   ho inventato gli spaghetti.
   
   Per rallegrare a tutti la vita
   
   creai la pizza Margherita!
   
   Olio, farina, pomodoro
   
   nulla vale questo tesoro.
   
   Ad ascoltarlo corre la gente,
   
   si diverte… e non compra niente!
  
Il vestito di Arlecchino
   Per fare un vestito ad Arlecchino
   
   ci mise una toppa Meneghino,
   
   ne mise un’altra Pulcinella,
   
   una Gianduia, una Brighella.
   
   Pantalone, vecchio pidocchio,
   
   ci mise uno strappo sul ginocchio,
   
   e Stenterello, largo di mano
   
   qualche macchia di vino toscano.
   
   Colombina che lo cucì
   
   fece un vestito stretto così.
   
   Arlecchino lo mise lo stesso
   
   ma ci stava un tantino perplesso.
   
   Disse allora Balanzone,
   
   bolognese dottorone:
   
   “Ti assicuro e te lo giuro
   
   che ti andrà bene li mese venturo
   
   se osserverai la mia ricetta:
   
   un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.
  
Pranzo e cena
   Pulcinella e Arlecchino
   
   cenavano insieme in un piattino:
   
   e se nel piatto c’era qualcosa
   
   chissà che cena appetitosa.
  
   Arlecchino e Pulcinella
   
   bevevano insieme in una scodella,
   
   e se la scodella vuota non era
   
   chissà che sbornia, quella sera.
  
Viva i coriandoli di Carnevale
   Viva i coriandoli di Carnevale,
   
   bombe di carta che non fan male!
  
   Van per le strade in gaia compagnia
   
   i guerrieri dell’allegria:
   
   si sparano in faccia risate
   
   scacciapensieri,
   
   si fanno prigionieri
   
   con le stelle filanti colorate.
  
   Non servono infermieri
   
   perchè i feriti guariscono
   
   con una caramella.
  
   Guida l’assalto, a passo di tarantella,
   
   il generale in capo Pulcinella.
  
   Cessata la battaglia, tutti a nanna.
   
   Sul guanciale
   
   spicca come una medaglia
   
   un coriandolo di Carnevale.