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Della Passarelli: "Raccontare la Costituzione e portare libri ovunque"
Intervista alla direttrice editoriale di Sinnos e membro del direttivo di Ibby Italia: "A Lampedusa non c'erano né una biblioteca né una libreria. Una situazione che a macchia purtroppo si ripete in molte zone d'Italia". Di Daniele Dei
Parlare di diritti nella scuola: un tema che conosce bene Della Passarelli , direttrice editoriale di Sinnos Edizioni , intervistata da Sesamo in occasione del Bologna Children's Book Fair 2019 . A lei abbiamo chiesto di parlarci di alcune questioni che segue da vicino, anche grazie alla sua presenza nel direttivo di Ibby Italia in rappresentanza dell'A.I.E. .
Come possiamo promuovere la nostra Costituzione nelle scuole?
La nostra carta fondamentale è bellissima e all'articolo 10 dice una cosa fondamentale: noi dobbiamo accogliere chiunque non veda rispettati i diritti inviolabili. Più interculturale di così... La Costituzione è facile, è scritta in un italiano cristallino, si può iniziare a raccontare già dalla scuola primaria . C'è un libro ad alta leggibililità, che si intitola “ La Costituzione in tasca ”, dove possiamo giocare con le parole della Costituzione e andare a trovare anche quelle parole meno importanti, per poi discutere con i nostri bambini e bambini per vedere cosa viene fuori dai loro ragionamenti. I bambini e le bambine ci stupiscono sempre.
Faccio molti incontri con le scuole primarie e anche nelle secondarie, e devo dire che ne esco sempre felice perché credo che la semina sia fondamentale. Noi che facciamo libri per ragazzi non dobbiamo smettere di credere in questa carta costituzionale , la quale dice che noi dobbiamo crescere un Paese sereno, capace di pensare, di darsi fiducia, di accogliere, di costruire, di tutelare il suo paesaggio, le sue scuole, il diritto all'istruzione. La scuola, come diceva Calamandrei, è sopra tutte le istituzioni perché prepara i cittadini futuri. Noi alla scuola dovremmo dare tante risorse e tanto spazio . Questo purtroppo non avviene.
Siamo a sette anni dalla nascita della biblioteca di Lampedusa promossa da Ibby Italia. Cosa è successo da allora, quali sono stati i progressi?
La biblioteca di Lampedusa, che vede i suoi primi passi nel 2012, è una struttura oggi autogestita da ragazzi volontari lampedusani. Io ricordo volentieri che l'isola ha seimila abitanti di cui mille sono bambini e ragazzi, italianissimi, che hanno visto nella biblioteca il loro spazio di scambio. Non sono ragazzi poveri: hanno i tablet, la connessione a internet, gli smartphone. Il rapporto con la biblioteca e con il libro ha cambiato un po' la vita dei ragazzi lampedusani.
Oggi abbiamo di fronte una biblioteca attiva , ancora non riconosciuta da un punto di vista formale, ma sostenuta. Ibby continua a seguirla proponendo progetti, letture e i gli Ibby Camp in cui si arriva e si “nutre”. La casa editrice Il Castoro ha appena pubblicato un libro tradotto dai bambini di Lampedusa, con storie di migranti.
Da Lampedusa, al resto d'Italia: qual è il filo conduttore?
Ibby non è soltanto Lampedusa perché se l'isola in qualche modo ha acceso una luce sulla situazione italiana di mancanza di biblioteche e di accesso ai libri (a Lampedusa non c'erano né una libreria né una biblioteca), questa è una situazione di molte zone italiane .
Noi viviamo in un Paese dove a macchie si lavora sui libri, ci sono tante zone dove altrimenti non ci sarebbe accessibilità ai libri e alla lettura. Ecco per esempio che Ibby lavora seminando la biblioteca della legalità ormai un po' dappertutto: siamo a 202 libri ma quest'anno in fiera a Bologna sono stati presentati gli ultimi 101 che sono i classici della letteratura per ragazzi. Sono testi che servono per lavorare nelle scuole, senza dimenticare che c'è sempre una formazione per gli adulti.
Il lavoro capillare di Ibby per seminare libri di qualità è costante e continuo, e riporta sempre a ciò che Jella Leppmann ci ha insegnato. Ecco che quindi servono bibliografie, mostre di libri, occasioni per farli vedere, avere degli adulti formati, avere testi di qualità e non perdere mai il rapporto con i bambini e con i ragazzi , facendoli parlare ed essere attivi.
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