Coronavirus: disabilità e difficoltà, gesti di cura per tutti i bambini e le bambine

Le relazioni scuola famiglia durante la sospensione didattica. Che fare se nella nostra scuola ci sono bambini con disabilità e difficoltà?

di Maurizia Butturini19 marzo 20206 minuti di lettura
Coronavirus: disabilità e difficoltà, gesti di cura per tutti i bambini e le bambine | Giunti Scuola
Abbiamo attivato gesti di cura e relazione verso i bambini e le famiglie in molti modi,  allo scopo di farli sentire pensati dalle proprie insegnanti e dalle persone che operano nella scuola; l’abbiamo fatto improvvisando, talvolta, oppure con un pensiero più profondo e con una progettazione mirata delle idee; abbiamo capito che non dobbiamo caricare i bambini e le famiglie di “cose da fare” come quelle che si fanno a scuola ma essere loro vicini con messaggi e con proposte piacevoli e interessanti: storie, giochi, piccole costruzioni e invenzioni, filastrocche e canzoni… cercando anche di attivare un dialogo comprensivo e partecipe con tutti.

Una attenzione personalizzata

Da più parti, dal ministero e dal Governo anche con la nota programmatica del 17 marzo 2020, e da differenti associazioni dedicate alla tutela dei diritti dell’infanzia, arriva il richiamo a riflettere per non dimenticare e trovare gesti di aiuto e sostegno per tutti i bambini, anche quelli in situazioni di disabilità, difficoltà, disagio sociale e educativo. Si segnala il pericolo di un aumento dell’esclusione e delle possibilità di accedere alle opportunità educative e di inclusione non solo scolastiche ma anche sociali.

Sul sito www.disabilità.governo.it troviamo informazioni aggiornate sugli aiuti e sulle possibili risorse. Ad  esempio sta scritto: Durante la sospensione del servizio scolastico e per tutta la sua durata, gli enti locali possono fornire, tenuto conto del personale disponibile, l'assistenza agli alunni con disabilità mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari. Queste prestazioni sono finalizzate al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza.” Non sappiamo al momento quanti Enti Locali siano stati in grado di assegnare educatori alle famiglie. Inoltre, nella nota del 17 marzo 2020 si dice: Come indicazione di massima, si ritiene di dover suggerire ai docenti di sostegno di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, ove non sia possibile, con la famiglia dell’alunno stesso, mettendo a punto materiale personalizzato da far fruire con modalità specifiche di didattica a distanza concordate con la famiglia medesima, nonché di monitorare, attraverso feedback periodici, lo stato di realizzazione del PEI.”

Un pensiero a chi è più in difficoltà

Sappiamo, a seconda della realtà in cui operiamo, quali sono le famiglie che si ritrovano in situazioni di fatica maggiore, che forse non hanno modo di essere in contatto, di usufruire delle proposte che facciamo per tutti e vivono situazioni davvero difficili nel doversi occupare giorno e notte dei bambini in questo periodo di chiusura delle scuole e di sospensione, in molti casi, delle terapie psicomotorie, logopediche e di ogni tipo.  Come raggiungere tutti? I Dirigenti potranno sostenerci, ma noi proviamo ad immaginare insieme come fare; vi propongo qualche suggerimento ma aspetto anche di conoscere le vostre iniziative.

Piccoli gesti di cura

 

Se nella nostra scuola ci sono bambini disabili e in difficoltà:

  • procuriamoci il numero di telefono e contattiamo la famiglia personalmente , per un saluto e per esprimere la nostra comprensione; anche per ascoltarli e per salutare il bambino. Già potersi parlare e sapere di essere pensati è un piccolo aiuto.
  • Se ci sono i mezzi multimediali a disposizione , possiamo inviare alcune proposte che siano di aiuto, a seconda del caso e dei bisogni che ciascuno presenta. Chi conosce il bambino potrà valutare e scegliere. Potrebbero andar bene in molti casi: rituali conosciuti dal bambino (una canzoncina, una filastrocca dedicata, una storia già nota, una striscia con foto che ricordi le maestre e gli amici…) giochi di contatto, sensoriali, di movimento , da fare col corpo, con le mani, giochi imitativi già conosciuti, canzoni mimate, gioco dei profumi, del tatto …); giochi da costruire , semplici, per associare e riconoscere come lottini, memory, raccolte (sul web se ne trovano tantissimi e si costruiscono con poche cose, carta, colla, tappi, immagini ritagliate…); letture, storie illustrate che siano vicine al sentire del bambino o con personaggi che gli piacciono…; poesie e filastrocche per riconoscere emozioni e bisogni, cerchiamo soprattutto ciò che fa stare bene. Attingiamo alle foto che abbiamo fatto in corso d’anno, se possibile e dedichiamo al bambino qualche ricordo bello dei momenti e delle esperienze vissute insieme. Tutto questo con molta misura, per essere vicini e non per sovraccaricare le famiglie.

Per situazioni più specifiche e particolari , valutiamo che cosa potrebbe far piacere al bambino e cosa lo potrebbe meglio aiutare.

  • Se non sono disponibili mezzi multimediali , troviamo comunque il modo di far arrivare alla famiglia delle proposte in cartaceo ; per esempio, prepariamo una busta con dentro testi, immagini, storie, disegni da ritagliare per costruire qualcosa… e lasciamola, se questo ci è possibile nel rispetto delle norme relative agli spostamenti, in una cassetta appesa al cancello della scuola, dove i genitori potranno ritirarla ( attenzione, non mettiamo nomi sulla busta per rispetto della privacy ma un simbolo convenuto con la famiglia). O avvaliamoci del servizio dei volontari, chiedendo aiuto all’Ente Locale.
  • Attiviamo azioni di solidarietà sociale invitando le famiglie a scambiarsi dei saluti e dei messaggi; anche i compagni possono registrare un audio e far sentire la propria voce, mandare un saluto e un bacio, da lontano.

Quello che conta è esserci per tutti e per ciascuno , rispettando i diritti di ogni bambino e mostrando il nostro affetto e la nostra disponibilità.

 

P.S. Teniamo presente il Pei e monitoriamo se stiamo portando avanti, come possibile, alcuni traguardi individuali, d’accordo con i colleghi. Restiamo in contatto anche con ASL e Uffici competenti perché vi sono prossime scadenze a cui ottemperare (ad esempio: richiesta dell’assistente personale per il prossimo anno, richiesta di permanenza per un ulteriore anno alla scuola dell’infanzia…).

 

 
 
 
Scuola dell'infanzia