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Come (e perché) leggere in classe ad alta voce: i consigli di 4 esperti

Federico Batini, Patrizia Sposetti, Giordana Szpunar, Emanuele Castano’: dalle loro ricerche i suggerimenti per scegliere i libri, interagire con la classe, lavorare sul lessico e le emozioni dei bambini...

di Chiara Tacconi18 marzo 20221 minuto di lettura
Come (e perché) leggere in classe ad alta voce: i consigli di 4 esperti | Giunti Scuola

Leggere ad alta voce è un’attività alla portata di tutti, che “fa bene” ed è molto praticata a scuola: ma quali effetti ha davvero sui bambini e le bambine? Che cosa dice la ricerca? Quali caratteristiche deve avere la lettura ad alta voce in contesto scolastico per risultar efficace? Come scegliere i testi?

Lo abbiamo chiesto a quattro esperti, che svolgono ricerca sulla lettura in varie università e in ambiti diversi.

Patrizia Sposetti e Giordana Szpunar: “Scegliamo libri che offrano a bambine e bambini la possibilità di  disegnare mondi possibili”

Approfondiamo il tema della scelta dei libri da leggere ad alta voce con due esperte della “Sapienza”, Università di Roma: Patrizia Sposetti, professoressa associata di Didattica e pedagogia speciale, e Giordana Szpunar, professoressa associata di Pedagogia generale e sociale.

Professoressa Sposetti, professoressa Szpunar, in che modo l’insegnante può orientare la scelta dei libri da leggere in classe?

“Quando ci chiediamo che cosa leggere, su quali criteri basare le nostre scelte, ci poniamo una questione che chiama in causa gusti, orientamenti, desideri, visioni del mondo. Se ce lo chiediamo come insegnanti e se ci chiediamo che cosa leggere in classe e ad alta voce, a questa dimensione dobbiamo aggiungere quella degli obiettivi educativi che ci poniamo e delle e dei bambini che abbiamo di fronte. Nello scegliere testi da leggere ad alta voce, l’insegnante esercita un grande potere e deve farlo con equilibrio e rispetto in un orizzonte di progettazione.

La lettura ad alta voce è un formidabile strumento che consente di potenziare l’incremento lessicale, ma anche uno stimolo al confronto di idee, alla fantasia, una fonte di informazione, di sviluppo e di crescita per l'individuo, una bussola per esplorare le esperienze umane e sociali. Per tenere insieme tutto questo possiamo lavorare sul doppio piano della dimensione linguistica e socio-culturale”.

E come è possibile lavorare su un incremento sia quantitativo sia qualitativo del lessico?

“La lettura ad alta voce è indubbiamente un mezzo di grande efficacia a patto di scegliere testi che non risultino frustranti per chi ascolta e che al contempo la o lo stimolino a percorsi di conoscenza ed elaborazione ulteriori. In questa direzione è utile scegliere testi leggibili e comprensibili, che non presentino difficoltà tali da risultare bloccanti, ottenendo l’effetto opposto.

Utilizzare i criteri di leggibilità e prestare attenzione agli aspetti più profondi legati alla comprensibilità di quel che si legge, significa prestare attenzione agli aspetti quantitativi e qualitativi del testo: lunghezza delle parole e delle frasi, tipo di lessico utilizzato, legame con le esperienze di chi ascolta, in vista di un superamento di queste, in chiave di problematizzazione.

Un elemento chiave nella scelta dei testi per la lettura ad alta voce in classe è questi stimolino la creatività e l’apertura mentale, offrendo alle bambine e ai bambini la possibilità di disegnare mondi possibili, di decostruire stereotipi – che siano etnici, di genere, culturali o sociali – e di esplorare possibilità diverse, non solo di confermare lo status quo”.

Federico Batini: “Per leggere in classe ad alta voce servono quotidianità, gratuità, socializzazione, progressività, bibliovarietà”

Federico Batini, docente all’Università di Perugia, è direttore scientifico del progetto Leggimi ancora di Giunti scuola, che ha coinvolto oltre 35mila classi di primaria nella lettura ad alta voce, e di molti altri progetti di ricerca azione sull'inserimento della lettura ad alta voce nel sistema di educazione e istruzione e sulla misurazione degli effetti. Ha strutturato, incrociando la letteratura scientifica e l'analisi delle pratiche delle e degli insegnanti, un vero e proprio metodo per la lettura ad alta voce in classe.

Professor Batini, proviamo a sintetizzare in pochi consigli per insegnanti come leggere ad alta voce in classe.

“Il primo consiglio è la quotidianità: leggere tutti i giorni e per un tempo abbastanza lungo. Le sessioni comprese tra mezz'ora e un’ora agiscono in modo significativo sulle capacità cognitive, di comprensione linguistica, di competenza emotiva dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

Un'altra indicazione molto importante riguarda la gratuità: la lettura ad alta voce non deve essere collegata a attività altre, si tratta di una didattica in sé conclusa e di un importante gesto di attenzione e stimolo che non chiede qualcosa in cambio. La didattica della lettura ad alta voce si completa con la fase della socializzazione: un momento in cui i bambini e le bambine possono esprimere il proprio punto di vista. E questo si può facilitare attraverso domande stimolo, domande aperte: “Secondo voi come andrà a finire? Quale personaggio vi è piaciuto di più perché? E voi al posto di quel personaggio che cosa avreste fatto?” Ogni intervento deve essere valorizzato: da questo scambio i bambini e le bambine imparano moltissimo dai contributi degli altri.

Un altro consiglio è la progressività: anche con bambini e bambine più grandi si inizierà da testi preferibilmente illustrati, poi progressività della lunghezza dei testi, della scomparsa delle immagini (a cui comunque si può tornare), del linguaggio, delle esperienze.  Ricordiamoci che i bambini e le bambine fin da quando sono molto piccoli prediligono storie con protagonisti leggermente più grandi di loro ma in cui sia per loro possibile identificarsi.

Oltre alla quotidianità, all'intensità e alla progressività, un requisito importantissimo è la bibliovarietà, ovvero fare delle scelte che varino per tipologie di storie, protagonisti, contesti culturali, strategie utilizzate dai personaggi in termini relazionali, affettivi decisionali… ”. 

 

Emanuele Castano': “Siamo animali ultra-sociali e la lettura gioca un ruolo fondamentale”

Emanuele Castano' è uno scienziato cognitivo, oggi docente all’Università di Trento dopo una carriera accademica negli Stati Uniti. Le sue ricerche sugli effetti dei romanzi letterari, pubblicate originariamente su Science, hanno dato origine ad una linea di ricerca volta a comprendere come la narrativa cambi non solo cosa pensiamo ma come pensiamo.

Professor Castano', quali effetti ha la lettura ad alta voce sulle emozioni dei bambini e delle bambine?

“La lettura ad alta voce è un ottimo esempio di una pratica antichissima che intuitivamente abbiamo sempre saputo facesse bene ai nostri figli e figlie, ma della quale solo recentemente, grazie anche a ricercatori come Federico Batini, abbiamo potuto dimostrare l’efficacia tramite rigorosi esperimenti. Per ora i dati disponibili sono soprattutto su variabili di tipo cognitivo e test di intelligenza, per le quali l’effetto della lettura ad alta voce è inequivocabile, non solo per bambini ma anche preadolescenti. Ora dobbiamo concentrarci sui suoi effetti sulle competenze socio-emotive come l’intelligenza sociale ed emotiva, il riconoscimento delle emozioni altrui, così come una corretta valutazione delle nostre stesse emozioni, e più in generale dei nostri stati mentali, desideri, credenze, ecc., costituisce una parte importante di questo tipo di intelligenze, che ci permettono di leggere accuratamente la situazione sociale in cui ci troviamo in modo da navigarla in modo appropriato.

Queste capacità sono fondamentali nella quasi totalità delle esperienze umane, dalla gestione del contesto professionale e lavorativo, a quello familiare e quello interpersonale allargato, come la cerchia di amici e di conoscenti. Siamo animali ultra-sociali, e tali capacità sono essenziali per condurre una vita piena e soddisfacente. La lettura, specificamente di romanzi o comunque di narrativa in cui esseri umani o antropomorfizzati (come succede nella letteratura per i bambini), gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa capacità.

Nella mia ricerca, da una decina di anni, mi occupo proprio di questo, dimostrando come diversi tipi di narrativa hanno effetti diversi sulle competenze socio-emotive. Fino ad ora mi sono occupato soprattutto di adulti, e di lettura classica, solitaria. Ma nella letteratura scientifica ci sono indicazioni che processi simili occorrono anche e forse anche in maniera più evidente, nella lettura ad alta voce con bambine e ragazze. Il mio obiettivo nei prossimi anni è di condurre la ricerca che risponderà a queste domande, in quanto l’intuizione è importante, ma va supportata con evidenza empirica che non solo è importante perché ha un carattere oggettivo, ma anche perché spesso mette in evidenza delle specificità di importanza fondamentale per implementare interventi e possibilmente anche riforme del nostro sistema scolastico e dell’educazione più in generale”.

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