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Come far fronte alla paura della matematica
“Matteo è in terza primaria. I genitori sono preoccupati: è sempre andato volentieri a scuola, ma da un po’ di tempo le cose sono cambiate. Il problema è legato alla matematica: Matteo appare teso e frustrato tutte le volte che a casa deve fare questa materia, e cerca in tutti i modi di evitarla. I giorni in cui a scuola c’è matematica si alza già stanco e demotivato, e fa resistenza su ogni piccola cosa. Anche noi docenti abbiamo rilevato ansia e sconforto durante le ore di questa materia. Ai genitori, Matteo ha spiegato di aver paura quando c’è matematica perché deve svolgere problemi e operazioni difficili. Noi, come i genitori, non sappiamo cosa fare: intervenire in qualche modo o aspettare che questo disagio passi?" Insegnante di Messina

La paura della matematica
In psicologia la paura è considerata un’emozione primaria, cioè una di quelle emozioni che sono presenti nel bambino sin dalla nascita, come gioia, sorpresa, tristezza e rabbia. È innescata da situazioni o eventi percepiti come pericolosi, minacciosi.
E la paura della matematica da quali situazioni è innescata? In realtà, prima di provare paura della matematica, il bambino o la bambina sperimenta una varietà di paure in matematica:
- la paura di un evento; gli eventi a cui fanno riferimento gli allievi sono essenzialmente sbagliare, prendere un brutto voto;
- la paura di una situazione che favorisce un evento; per esempio una situazione che crea difficoltà e quindi favorisce errori (come un problema da risolvere) o una situazione legata alla valutazione, come un compito o un’interrogazione;
- la paura di qualcuno ritenuto responsabile di eventi o di situazioni come quelli descritti, cioè la paura di un agente; nel contesto scolastico si tratta per lo più dell’insegnante.
Con il tempo, e soprattutto con il ripetersi di esperienze dolorose con la matematica, il bambino può arrivare a generalizzare il sentimento di paura alla matematica stessa, cioè alla materia che è all’origine di tali esperienze: le paure in matematica si integrano e consolidano nella paura della matematica.
La paura di sbagliare
Le paure in matematica che abbiamo descritto fanno riferimento alla paura di sbagliare, che assume quindi un ruolo centrale nella nascita della paura della matematica. Ma perché sbagliare fa paura? Dalle testimonianze dirette dei bambini emerge che le conseguenze dell’evento “sbagliare” percepite come dolorose sono:
- prendere un brutto voto;
- essere derisi dai compagni;
- sentirsi inadeguati;
- essere sgridati dai genitori.
Alcune di queste motivazioni sono collegate fra loro da “catene del se”, per esempio: “Ho paura di sbagliare perché se sbaglio prendo un brutto voto, e se prendo un brutto voto i miei genitori si arrabbiano”.
È importante ricostruire la “catena dei se” associata alla paura del bambino, soprattutto comprendere qual è l’ultimo anello. In questo modo possiamo capire davvero perché ha paura, e quindi individuare dove è possibile e opportuno spezzare la catena.
Come intervenire
Alla luce delle osservazioni fatte per vincere la paura della matematica è opportuno intervenire su diversi fronti:
- superare l’accezione negativa dell’errore, non dare eccessivo peso ai risultati e valorizzare invece i processi di pensiero del bambino, aiutandolo a raccontare cosa ha fatto, cosa ha pensato, cosa ha provato…; non drammatizzare gli errori nostri o di altri, ma sottolineare le occasioni di crescita che ne scaturiscono;
- far conoscere al bambino una matematica più “umana”, coinvolgerlo, senza forzarlo, in semplici problemi reali in cui la matematica costituisce un utile strumento (la scelta al supermercato del prodotto più conveniente, l’adattamento delle dosi di una ricetta, la gestione dei suoi risparmi in previsione di un acquisto e così via);
- aiutarlo a interpretare in modo costruttivo i suoi insuccessi, evitando di esprimere attribuzioni a cause percepite come incontrollabili e stabili (“Sei come tua madre/tuo padre”, “Anch’io andavo male”…);
- aiutarlo a riconoscere e gestire i motivi della sua paura, per esempio a minimizzare l’ansia legata ai limiti di tempo, stimolarlo a fare valutazioni e previsioni sul tempo necessario per svolgere alcune attività, iniziando da quelle non scolastiche, per esempio, “Quanto pensi di metterci per fare colazione?”, “E per preparare la cartella?” ecc., e quindi a controllare l’accuratezza di tali previsioni.
Naturalmente, se l’insorgere della paura è legato ad alcune scelte didattiche, il compito sarà più difficile: in quel caso per i genitori sarà importante cercare di sostenere il bambino senza entrare in conflitto con il docente, ma cercando la collaborazione dell’ insegnante per risolvere il problema.
PER APPROFONDIRE
Zan, R. (2021). Mio figlio ha paura della matematica. Firenze: Giunti EDU.
Quando un figlio viene preso dall’ansia e dallo sconforto ogni volta che deve affrontare la matematica, i genitori si chiedono come aiutarlo. Spesso però non sanno come fare, magari perché loro per primi hanno avuto un rapporto difficile con questa disciplina. Il volume intende rispondere a questo bisogno, proponendo riflessioni e suggerimenti pratici per affrontare insieme al proprio figlio la sua paura della matematica: questo percorso si rivelerà anche un’occasione per conoscerlo meglio e per ripensare il proprio rapporto con una disciplina spesso vissuta come nemica.