Legalità: si impara ogni giorno

Nei luoghi italiani della Shoah per non dimenticare

Anne Frank e Liliana Segre, il valore della memoria:  6 libri per la classe

Giorno della Memoria a scuola: esperienze, libri, percorsi didattici

Il tempo a scuola

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Sensibilità

Per condividere attività didattiche o riflessioni, o per organizzare interventi su base volontaria nelle proprie classi l’autrice può essere contattata alauravergallo@gmail.com

Attenzione alle sensibilit&agrave; individuali: quando parliamo di Shoah a bambini e preadolescenti dobbiamo sempre tenere conto del potenziale emotivo di ci&ograve; che andiamo a raccontare. Se da un lato &egrave; imprescindibile essere aderenti alla Storia e non edulcorarla, dall&rsquo;altro &egrave; necessario tenere in considerazione la sensibilit&agrave; dei nostri alunni, che va salvaguardata da un&rsquo;esposizione non filtrata all&rsquo;orrore della Shoah.

Troppo spesso, nei miei interventi nelle scuole del Nord Italia, parlo con insegnanti che orgogliosamente mi riferiscono di aver fatto vedere un film che ha toccato cos&igrave; tanto i bambini da farli piangere, o da disturbarne il sonno notturno. Visti come successi, perch&eacute; si crede di aver toccato l&rsquo;emotivit&agrave; profonda dei bambini, questi altro non sono che fallimenti educativi: il nostro compito come insegnanti &egrave; di porci come &ldquo;filtro sensibile&rdquo; e accompagnatore nel percorso di conoscenza, dobbiamo rassicurare l&rsquo;allievo e sostenerlo nell&rsquo;elaborazione delle emozioni.

Oggi la popolazione ebraica in Italia &egrave; di circa l&rsquo;1 per mille. Si tratta di numeri esigui, ma non possiamo escludere di avere un alunno ebreo in classe: in questo caso siamo chiamati a una sensibilit&agrave; ancora maggior nel trattare questo tema, perch&eacute; l&rsquo;impatto emotivo in tal caso diventa pi&ugrave; profondo.&nbsp;

Scegliamo la speranza&nbsp;Non si tratta, come ho detto sopra, di edulcorare la storia, ma di rendere sopportabile il peso della violenza&nbsp; umana: scegliamo storie che contengano una speranza, come racconti di sopravvissuti o di Giusti tra le Nazioni, questo in modo particolare se uno dei nostri studenti &egrave; di religione ebraica.&nbsp;

Quando trattiamo di Shoah i numeri sfidano la capacit&agrave; di comprendere: parlare di sei milioni di morti equivale a dare numeri che non possono essere compresi. Occorre personalizzare i numeri, dare volti, nomi, storie alle vittime per mostrare che dietro ai numeri ci sono persone, speranze, aspettative, desideri, vite spezzate.&nbsp;

Audiovisivi, s&igrave; o no?&nbsp;Tutto il materiale che proponiamo ai nostri alunni deve essere valutato con grande attenzione poich&eacute; dobbiamo creare un ambiente di apprendimento sano. Tutto ci&ograve; che pu&ograve; turbare i bambini o sollecitare una curiosit&agrave; morbosa deve essere evitato.

Esposizioni a immagini di brutalit&agrave;, omicidi di massa, corpi scheletrici da un lato possono essere uno strumento potente nel far prendere coscienza di quanto accaduto, dall&rsquo;altro possono disturbare e provocare rifiuto. Non dimentichiamo mai che ci relazioniamo a giovani menti in formazione, che avranno tutta la vita per leggere e approfondire la brutalit&agrave; nazifascista, e vagliamo con attenzione tutti i contenuti grafici e audiovisivi.&nbsp;

Come prima cosa, &egrave; necessario aprire una riflessione sull&rsquo;uso delle parole: Olocausto o Shoah? La parola &ldquo;olocausto&rdquo;, di derivazione greca, indica il sacrificio rituale. Oggi al termine Olocausto si preferisce utilizzare la parola &ldquo;Shoah&rdquo;, che in ebraico significa &ldquo;tempesta devastante, distruzione&rdquo;, proprio perch&eacute; priva della connotazione religiosa e dell&rsquo;idea di un evento ineluttabile.&nbsp;

Foto in apertura di Laura Vergallo (museo Yad Vashem)

Audiovisivi

Il Giorno della Memoria &egrave; un&rsquo;occasione per parlare di discriminazione, diritti, antisemitismo, un esempio ne &egrave; la lezione su&nbsp;<a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/il-dottor-juanusz-korczak-e-la-vita-nei-ghetti-un-percorso-didattico" target="_blank">Il dottor Korczak e la vita nei ghetti</a>. Progettare le attivit&agrave; da svolgere in classe tuttavia non &egrave; banale perch&eacute; il tema toccato, lo sterminio degli ebrei d&rsquo;Europa, &egrave; complesso e proporlo a bambini della primaria necessita di una riflessione approfondita. Ecco alcuni consigli pratici, con pochi focus essenziali riassunti in cinque parole chiave.

Olocausto o Shoah?

Le parole per affrontare in classe il Giorno della memoria

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