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Bambini e ragazzi di “seconda generazione”
L'integrazione a scuola, l'importanza dei contesti extrascolastici, la rappresentazione sociale dei nati in Italia da genitori stranieri. Di Raffaella Biagioli (Università di Firenze)
Il caso delle seconde generazioni rimanda alla tensione tra l’immagine sociale modesta e collegata ad occupazioni umili dei loro genitori, e l’acculturazione agli stili di vita e alle rappresentazioni delle gerarchie occupazionali acquisita attraverso la socializzazione nel contesto delle società riceventi. Da questa prospettiva, il problema delle seconde generazioni si pone non perché i giovani di origine immigrata siano culturalmente poco integrati ma, al contrario, perché, essendo cresciuti in contesti economicamente più sviluppati, hanno assimilato gusti, aspirazioni, modelli di consumo propri dei loro coetanei autoctoni. Le rappresentazioni sociali – a breve, medio e lungo termine – incidono (anche profondamente) sulla posizione dei membri di un gruppo e sulla loro rete relazionale, peraltro con risvolti non estranei ai sistemi di autopercezione, di autoefficacia e, dunque, con il rischio di attivare viziosi determinismi tra immagini sociali, ideali e reali (in quest’ultimo caso, con riferimento alle caratteristiche, alle conoscenze, alle competenze e alle abilità effettivamente padroneggiate dai soggetti) tali da essere disfunzionali all’inclusione e all’integrazione sociale e culturale così come al benessere psico-fisico. Per questo motivo è fondamentale dar luogo a una progettazione degli interventi che muova da una corretta conoscenza della società, della cultura e del profilo dell’altro. Le famiglie immigrate sono un fattore decisivo nella costruzione di possibili soluzioni, esposte, da una parte, alla perdita di elementi salienti delle proprie tradizioni culturali, dell'autorità e del controllo sui figli, preoccupate della loro devozione nei confronti della famiglia e, nel contempo, convinte assertrici del valore dell'istruzione per la mobilità sociale dei propri figli.
Da immigrati a minoranze
Con la nascita e la crescita dei figli in contesti stranieri, sorgono esigenze di individuazione, rielaborazione e trasmissione del patrimonio culturale , nonché dei modelli di educazione familiare. Nasce, o si acuisce, il problema dell’identità culturale e del suo passaggio da una generazione all’altra, e si producono processi di costruzione dell’identità. Così, tra problemi reali e ansie diffuse, la questione delle seconde generazioni diventa la cartina di tornasole degli esiti dell’inclusione di popolazioni alloctone. Nell’ambito delle popolazioni immigrate, proprio la nascita e la socializzazione di una nuova generazione rappresenta un momento decisivo per la presa di coscienza del proprio status di minoranze ormai insediate in un contesto diverso da quello della società d’origine. In questa prospettiva, interrogarsi sulle seconde generazioni diventa un ambito privilegiato per discutere del futuro delle nostre società, del nuovo volto che stanno assumendo, delle nuove forme della coesione sociale di cui hanno bisogno, nonché della produzione di inedite identità culturali, fluide, composite, negoziate quotidianamente, in un incessante bricolage di antico e recente, di tradizionale e moderno, di ascritto e acquisito, di elementi trasmessi dall’educazione familiare ed elementi acquisiti nella socializzazione extrafamiliare.
Rispetto a queste problematiche generali, possiamo anzitutto individuare alcuni aspetti specifici della formazione di una seconda generazione di origine immigrata nel contesto italiano. È un dato di fatto acquisito che quasi tutta la popolazione immigrata
arriva senza conoscere l’italiano
e dimostra nel tempo, in genere, soltanto una conoscenza rudimentale della nostra lingua, essenzialmente legata al linguaggio parlato e alle necessità del lavoro e della vita quotidiana. Questo deficit linguistico
si riflette sui figli
, anche come difficoltà a seguirli nel percorso scolastico.
Un altro ostacolo è rappresentato dal nostro
codice della cittadinanza
che è tra i più restrittivi d’Europa e del mondo.
L’importanza dei contesti extrascolastici
La scuola italiana si è posta da tempo la questione dell’ integrazione dei minori di origine straniera e può essere ritenuta uno degli ambiti istituzionali più sensibili al tema dell’immigrazione. Nello stesso tempo, la loro stessa presenza rappresenta una sfida alla nozione di “italianità”, sollecitando la nostra società, e le sue istituzioni, a ripensare i fondamenti dell’appartenenza e della convivenza. L’estraneità rispetto alle istituzioni pubbliche, viste principalmente come organi di controllo e di repressione, rischia di cristallizzarsi in una controcultura oppositiva. L’uguaglianza di principio si è accompagnata con l’invisibilità nella sfera pubblica delle pratiche culturali delle minoranze etniche, con la scarsa considerazione rivolta alla trasmissione dell’eredità culturale da una generazione all’altra, con la negazione di ogni riconoscimento collettivo della presenza di popolazioni di origine immigrata. La scuola è certo importante, specialmente perché influisce sulle chance di mobilità sociale, ma non ci si può aspettare, per esempio, che determini le modalità di aggregazione informale e di impiego del tempo libero dei giovani. Contesti e spazi educativi extrascolastici acquistano rilievo, e saranno cruciali sia per compensare le difficoltà di apprendimento, sia per offrire opportunità qualificate di socializzazione. Scuola, istituzioni extrascolastiche, famiglie e società locali sono dunque chiamate a interagire e cooperare per costruire luoghi educativi aperti e processi di inclusione reciproca. Tutto questo nella piena consapevolezza che stiamo costruendo oggi gli scenari futuri di una società italiana che si sta inevitabilmente dirigendo verso la pluralità.
Per saperne di più
R. BIAGIOLI, J. GONZÁLES-MONTEAGUTO, C. PETRUZZI, Ruolo e formazione degli educatori. Pedagogia e metodologie per le comunità di accoglienza dei minori stranieri. Paperl Y formación de los educadores. Pedagogia y metodologias para las comunidares de acogida de menores extrajeros no acompañados, L'Harmattan Torino, L'Harmattan, Paris, 2018.
R. BIAGIOLI, Traiettorie migranti. Minori stranieri non accompagnati. Racconti e storie di vita, ETS, Pisa 2018.
R. BIAGIOLI, Costruzioni identitarie degli studenti di seconda generazione. In: S. Ulivieri (a cura di). Ragazze e ragazzi stranieri a scuola. Intercultura, istruzione e progetto di vita in Europa e in Toscana, pp. 161-173, Pisa: ETS, 2017.
R.BIAGIOLI, A come Accoglienza. In: M. Fiorucci, F. Pinto Minerva, A. Portera. Gli alfabeti dell'intercultura, pp. 19-29, ETS, Pisa 2017.