Articoli
Autismo e senso del tempo
Le difficoltà nella percezione del tempo che possono presentare i bambini con autismo.

Insegno in una terza primaria e in classe ho un allievo con autismo ad alto funzionamento. Insieme all’insegnante di sostegno facciamo una gran fatica a fargli comprendere il senso del tempo. Per lui qualunque passato è “ieri” e qualunque futuro è “domani”. Quando gli annunciamo un evento che accadrà nel prossimo futuro (anche solo qualche ora) non riesce proprio a rendersi conto della durata…
Mi domando: riuscirà prima o poi ad acquisire il senso del tempo? Riuscirà, studiando Storia, a comprendere gli eventi del passato?
Come possiamo aiutarlo, noi insegnanti, a orientarsi meglio nel tempo?
Annalia, Torino
Grazie per il suo quesito, che ben descrive le difficoltà nella percezione del tempo che possono presentare i bambini con autismo. Queste difficoltà rappresentano spesso un aspetto importante dei percorsi di intervento: esistono, infatti, alcune strategie che si possono mettere in atto anche a scuola per aiutare il bambino a comprendere le diverse sfumature degli avvenimenti temporali, provando ad andare oltre alla distinzione tra ieri e domani che il suo studente già conosce. Solitamente può essere utile offrire al bambino una strutturazione del tempo e delle attività. La strutturazione aiuta il bambino non solo a comprendere dove e che cosa andrà a fare, ma facilita anche la comprensione della domanda “quando?”. L’obiettivo principale della strutturazione temporale è infatti fornire una rappresentazione visiva, concreta e maggiormente comprensibile dello scorrere del tempo, che aiuti il bambino a “vedere il tempo”.
Personalizzare strumenti e strategie
Gli strumenti e le strategie vanno sempre personalizzati in base alle caratteristiche del bambino: per esempio, potrebbe essere di aiuto utilizzare delle agende visive, uno schema della settimana con le attività di ogni giorno suddivise nei momenti principali della giornata. Nel caso di un bambino con autismo ad alto funzionamento è possibile inserire le scritte per indicare i giorni della settimana, con altri bambini è consigliabile utilizzare le immagini (reali o stilizzate).
Nel caso descritto potrebbe essere utile iniziare da un’agenda giornaliera, con una colonna che indichi la scansione oraria della giornata e un’altra che rappresenti le attività corrispondenti; la suddivisione oraria può essere rappresentata sempre in base al livello del bambino, utilizzando le ore o iniziando da una divisione della giornata nelle fasi principali (per esempio mattina, pranzo, pomeriggio, cena e sera, notte).
L’agenda visiva dovrebbe essere uno strumento condiviso tra scuola e famiglia, affinché il bambino riesca a dare una continuità temporale agli avvenimenti della sua giornata: si tratta di strumenti facilmente utilizzabili che, se condivisi tra le diverse figure che ruotano intorno al bambino, possono rivelarsi efficaci.
Garantire la routine
Un altro elemento che può essere d’aiuto è garantire al bambino una certa routine, seppur non rigida, nelle sue attività: l’introduzione di attività stabili lo aiuta ad avere un’idea del passare del tempo durante la giornata e facilita la percezione di prevedibilità, diminuendo l’ansia che questi bambini possono provare nel “non sapere che cosa accadrà dopo”. Questo, inoltre, fornisce una regolazione all’orologio interno del bambino, che nell’autismo può a volte essere alterato. Infine, si possono proporre attività che aiutino il bambino a comprendere la differenza tra azioni di lunga o di breve durata o supportarlo nell’individuare gli “indizi” dell’ambiente che ci suggeriscono il trascorrere del tempo (il suono della campanella o l’alternarsi della luce del giorno e del buio della notte).
Lo studio della storia
Per quanto riguarda lo studio della Storia, è vero che la comprensione temporale gioca un ruolo importante: il concetto di tempo è fondamentale per lo sviluppo delle diverse competenze scolastiche e lo studio della Storia richiede di saper organizzare le conoscenze utilizzando la linea del tempo e di saper comprendere ed esporre i fatti, riconoscendo le relazioni temporali tra gli avvenimenti. Tuttavia, è consigliabile tenere conto di ciò affinché il bambino non perda l’interesse verso la materia: si potrebbero selezionare le date più importanti da memorizzare e magari creare, insieme ai compagni, una linea del tempo da appendere in classe per collocare gli avvenimenti più importanti. Dato il funzionamento del bambino, sarebbe possibile anche aiutarlo a strutturare dei racconti (di alcuni avvenimenti personali, o anche racconti inventati) articolandoli in semplici sequenze temporali, la cui difficoltà deve essere tarata in base al livello del bambino; in questi casi, l’utilizzo di immagini potrebbe essere utile per agevolarlo nella comprensione delle successioni temporali.