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Le "Biblioteche di Antonio" portano i buoni libri nelle scuole

Un piccolo progetto, Le Biblioteche di Antonio, per portare buoni libri nelle scuole. Quali? Ve ne racconto alcuni, che sono esempio di come la letteratura per l’infanzia possa parlare di grandi temi senza retorica, ma con storie con la vita dentro. Di Della Passarelli.

di Redazione GiuntiScuola07 maggio 20178 minuti di lettura
Le "Biblioteche di Antonio" portano i buoni libri nelle scuole | Giunti Scuola

Tornata da Bologna con un bel carico di libri, acquistati per le Biblioteche di Antonio bando che scade alla fine del prossimo maggio e attraverso il quale una scuola l’anno può ottenere una fornitura di circa 400 libri: tutto il catalogo di Sinnos e alcuni tra i migliori libri usciti per tanti diversi editori italiani per ragazzi.
Ci sono i classici, come Cappuccetto Verde di Bruno Munari, ma anche le ultime uscite. Tornare con tanti libri diversi è occasione per guardarli, leggerli piano piano, e senza rovinarli, prima di spedirli alla scuola che meglio delle altre saprà raccontare un progetto di Biblioteca scolastica in un territorio che non ha accesso ai libri e alla lettura . Piccolo segno che Sinnos vuole continuare a dare, per sostenere i libri e la lettura per tutti. Perché convinti che libri e lettura sono motori di pensiero e di conoscenza. E che sia una vera barbarie non far sì che in tutte le scuole del regno vi siano luoghi e tempo per libri e lettura. Battaglia che proseguiamo senza sosta, insieme a Sesamo e a tutti coloro che credono nel potere dei libri: editori, librai, bibliotecari, insegnanti, lettori .

Ne ho pescati alcuni tra le decine che abbiamo riportato a Roma, che ho letto subito per affinità con le editrici che li hanno pubblicati (eh sì: la prevalenza delle donne nella editoria per l’infanzia in Italia è indiscutibile!) Mi fa piacere condividerli con i miei lettori e lettrici, per ricordare Antonio e le sue biblioteche e per sollecitare l’invio di progetti da parte delle scuole.

Le donne e le ragazze

Settenove è una casa editrice nata da poco, nel 2013, che ha come obiettivo dichiarato quello di un “progetto editoriale italiano interamente dedicato alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere. Affronta il tema da punti di vista differenti e attraverso tutti i generi letterari, con un’attenzione particolare alla narrativa per l'infanzia e l'adolescenza, italiana e internazionale, che contribuisce allo sviluppo di un immaginario libero da stereotipi”. Lo fa con grazia, bellezza e contenuto. Affatto scontati. Due titoli ho particolarmente amato delle novità in Fiera, il primo – rapido da leggere per noi adulti, ma lento da pensare e da guardare per tutti – è Una stanza tutta per me di Serena Ballista con le illustrazioni di Chiara Carrer. Sarà perché ho appena finito di ascoltare l’audiolibro del libro al quale le autrici si sono ispirate, Una stanza tutta per sé , di Virginia Woolf letto da Manuela Mandracchia, e ascoltare le parole della Woolf passeggiando per le mie montagne abruzzesi è stato un bellissimo rituffarsi in domande antiche e nuove sulla scrittura delle donne e sul ruolo delle donne : molte cose sono cambiate da quel 1928 in cui Woolf scriveva, eppure quanto c’è ancora da dire. Sicuramente il rapporto tra la scrittrice, la bambina e il ragno nel libro di Ballista e Carrer, ci mostra un aspetto chiave della necessità di avere tempo e spazio per riflettere e per scrivere. Tempo e spazio che spesso alle donne viene ancora negato.

E poi un libro contemporaneo, al quale mi lega non solo la stima per l’editrice, ma anche quella per l’autrice: Zita Dazzi. Qui siamo in un tempo attuale, il libro è rivolto alle ragazze e ai ragazzi (che spero lo leggano, questi ultimi! Per capire quali sono i maschi che non sono tollerabili, come Rocco). Il libro di Dazzi fa davvero da contraltare alle brutte storie che narrano di uomini possessivi e violenti che però le protagoniste amano senza condizioni, perché sperano di salvarli con il loro amore, passando sopra ai soprusi e alle violenze. In Noi tre la storia di amicizia tra le tre protagoniste è minata dalla presenza del bello sciupafemmine di turno. Prepotente e presuntuoso. Che non ha alcuna educazione sentimentale, anzi. Il libro scorre con il sotterraneo sentire che qualcosa non va e non va davvero. Fino a che ci sarà, seppur dopo un grande dolore, il riscatto, si marcherà la differenza, in maniera solida e totale. Nessun dubbio. La riflessione che facevo qualche tempo fa sui libri per ragazze evidentemente è reale e c’è bisogno di storie come quella proposta da Settenove.

CameloZampa è anche questa una casa editrice giovane e tutta al femminile, nata nel 2011. Ha una grande cura nella scelta degli autori, grande esperienza nella traduzione.

Il libro che ho letto è stato finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2017, per la fascia 6-10. L’autrice, Gaia Guasti, è italiana, ma vive in Francia da molti anni. Maionese, ketchup o latte di soia è stato pubblicato in Francia e poi tradotto in Italia da Silvia Rogai. È una storia insolita di bullismo e stereotipi, se vogliamo dare al libro un tema. Ma per fortuna quel tema è scritto e raccontato senza che ci sia bisogno di dichiararlo. E soprattutto vi sono all’interno tanti piccoli sovvertimenti. Come quello finale. Tutto ci saremmo aspettati dal papà “guru” di Elianor tranne che desiderasse maionese e ketchup! Sull’arrosto poi…

(leggi anche la recensione di Lorenzo Luatti )

Muschio , Premio Strega 6-10 anni

Infine ho letto il vincitore dello Strega Ragazze e Ragazzi, categoria 6-10 anni: Muschio di David Cirici, con le illustrazioni di Federico Appel. E quest’ultimo (unito sempre alla stima per la casa editrice Il Castoro , che ha una storia molto più lunga delle due precedenti) è stato il motivo che mi ha fatto leggere in fretta il libro. Federico Appel, oltre ad essere autore e illustratore amato, da qualche anno è parte di Sinnos, e molto gli dobbiamo in fatto di scelte editoriali e cura. Grande è stata la felicità quando è stato chiamato di corsa dal nostro stand bolognese per andare a festeggiare lo Strega! Che begli intrecci nel mondo dell’editoria per ragazzi. Che segnano nella pratica, come i libri di cui vi parlo, una differenza notevole rispetto a un mondo di muri e di poche relazioni positive. Muschio racconta di un cane, di una guerra, di perdite e ritrovamenti. Di spaesamento, di vita randagia, di cattiverie e umanità. Un modo diverso per parlare dell’oggi. Senza didascalie e retorica. Con una scrittura e una forma portate dalla vita che c’è nella storia. E con bellissime illustrazioni.

Genitori e insegnanti devono pretendere libri e tempo per leggere

I libri di cui vi ho parlato mi danno la possibilità di mostrare come i grandi temi possano essere trattati nella letteratura per ragazzi con potenza. Come i libri per ragazzi possano essere trasversali, interculturali, senza pesantezze. Come possano aprire al mondo. Come siano necessari. Inutile dirvi di guardare ai cataloghi degli editori segnalati, ma anche a quelli di tutti gli altri, grandi e piccoli.

Per questo serve formazione agli adulti (tenete d’occhio il lavoro di Ibby Italia su questo e le bibliografie che propone come l’ultima, quella della Biblioteca della legalità, di cui ho parlato qui , e sulla quale è appena uscita una bella antologia e biblioteche nelle scuole. Dobbiamo pretendere buoni libri, tanti, diversi, per crescere pensiero libero. E a quegli insegnanti che chiedono libri in regalo, “anche fallati” (ahimè questo ci tocca leggere e sentire spesso) rispondiamo che devono pretendere libri belli e di qualità per i loro studenti . Che devono pretendere fondi per l’acquisto dei libri. Così come i genitori , tanto (e a volte troppo) presenti nella scuola di oggi, dovrebbero pretendere che ci siano biblioteche , oltre alla mensa, alle gite scolastiche e ai tablet. Che senza libri, senza tempo per leggere, rischiamo di perdere tantissimo. Piccola goccia nel mare le Biblioteche di Antonio , ma goccia preziosa. Che si unisce ai tanti progetti perché il diritto di leggere sia esercitato da tutti, che diventi buona abitudine e non pratica da difendere costantemente da chi la realizza con fatica.

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