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Storie capaci di leggere il presente

Il tempo quotidiano a scuola è un tempo di vita, di incontri e di confronti. Dalle opere di Alessandro Leogrande e altri autori tanti suggerimenti per riflettere, anche per i più piccoli. Di Francesca Romana Grasso

di Redazione GiuntiScuola08 gennaio 20197 minuti di lettura
Storie capaci di leggere il presente | Giunti Scuola

Come raccontare il presente , i temi attuali e le contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo, ai bambini e ai ragazzi? Ecco alcuni suggerimenti per percorsi di consapevolezza attraverso la lettura, le immagini, la visione.

Il libro di tutte le cose

Il signor Klopper tira fuori dalla borsa un grosso quaderno di scuola."Dicono che lei sia uno scrittore sensibile alle vicende degli altri” mi disse.
Io annuii, perché era vero. Sono davvero molto sensibile alle vicende degli altri. Potrei esserlo anche un po' meno, a essere sinceri.
“E quindi volevo farle leggere questo”. Mi diede il quaderno. “L'ho scritto quando avevo nove anni. Poco tempo fa l'ho riletto. Penso che sia valido. Ma credo che prima debba leggerlo lei, perché forse è troppo irriverente”.
Quella affermazione mi sorprese. “Irriverente?” Domandai disorientato.
“Sì” disse il signor Klopper. "Ho avuto un'infanzia infelice e ciò rende le persone irriverenti”.
Fissai il focolare scoppiettante. L'irriverenza è un problema. Nei libri per bambini di sicuro. “Gli darò un'occhiata” dissi, "le farò sapere”.
Accompagnare il signor Klopper alla porta"Si crede irriverente ancora oggi?” gli domandai. Il signor Klopper fece di sì con la testa.
"Alla sua età?”
"Non posso farci niente” rispose, e sparì nella fitta nevicata.
Quello stesso giorno lessi
Il libro di tutte le cose , d'un fiato. Era irriverente. Io, di mio, sono molto riverente, ma per me è facile parlare: io ho avuto un'infanzia felice. Frequentavo una scuola splendida. Il maestro Zaagtang! La maestra Breipen! Ogni sera il dolce violino di mio padre e la soave voce da soprano di mia madre. Io non ho alcun motivo per essere irriverente, ma anche i bambini infelici hanno il diritto di parlare, È così che la penso .

( Il libro di tutte le cose , Salani).

Il tempo quotidiano a scuola è un tempo di vita e di incontri capace di fare la differenza nella vita di ogni alunno, per alcuni di più. È qui che si possono incontrare sguardi gentili e parole diverse, con cui confrontarsi, di persona, o attraverso le loro opere.

Cento scuole per Alessandro Leogrande

Tra le tante voci, spero che incontreranno quella garbata, colta e determinata di un intellettuale rigoroso scomparso prematuramente, per ricordare il quale è stata concepita l'iniziativa " 100 scuole per Alessandro Leogrande " con l’obiettivo di contagiare con la sua tensione investigativa ed etica le nuove generazioni .

L’iniziativa si propone di diffondere il lavoro di Leogrande invitando gli insegnanti a far leggere nelle scuole i suoi libri, nell’anniversario della sua nascita - il 20 maggio 2019 - sarà resa nota la mappa delle scuole aderenti. Per informazioni contattare scuola@feltrinelli.it .

Alessandro Leogrande si è occupato di molti temi, tra cui migrazioni, caporalato, nuove mafie, movimenti di protesta . Poichè mostrò apprezzamento per il progetto Contaminazioni culturali , in cui l’attualità si mescola all’universale letterario e artistico, penso che non sia irrispettoso suggerire agli insegnanti di intrecciare i suoi libri con opere narrative, scientifiche, poetiche, cinematografiche, sculture, fotografie e con tutto ciò che riesce a pungolare gli alunni.

Così, La frontiera (Feltrinelli) può dialogare con le immagini di Mediterraneo (orecchio acerbo), l’albo di Armin Greder di cui lo stesso Leogrande scrisse la postfazione, ma anche con il quadro Fuga di Rochefort di Manet, o con il film documentario Human Flow dell’artista cinese dissidente Ai Weiwei, che narra la fuga di oltre 65 milioni di persone da conflitti, dittature, povertà, persecuzioni, calamità naturali, oppure con I soldati delle parole (Iperborea, 2017) attraverso cui l’olandese Frank Westerman afferma che qualsiasi forma assuma il terrore, dovremo sempre continuare a parlarne perchè, come ha scritto Stig Dagerman il silenzio non esiste. Tutto si sente. Quel che chiamiamo silenzio è la nostra sordità. Se non fossimo così sordi, il mondo non sarebbe così cattivo. Ma per fortuna c’è qualcuno che sente.

Per i bambini della primaria

Mi spingo a suggerire che anche con gli alunni della primaria si può riflettere sul fatto che dietro alle stragi in mare narrate in Mediterraneo vi sono, come scrive Leogrande, persone in carne e ossa. Ognuna con la sua storia, i suoi sogni e i suoi affetti, i suoi traumi e la sua voce . Persone che hanno desideri e che nel conforto di attenzioni minute e personalizzate proteggono un’idea positiva rispetto al loro valore, come accade al bambino ebreo danese di cui narra l’albo La città che sussurrò - che nell’amicizia con una coetanea trova la forza per sopportare la paura e le privazioni. Laddove i bambini sono troppo piccoli per affrontare l’opera di Leogrande si può tuttavia poetizzarne il messaggio attingendo a esempi positivi, come attraverso il mondo dei Mumin ( Mumin e l’avventura al chiaro di luna; Mumin e il regalo di compleanno; Il magico libro pop up dei Mumin, editi da Giunti) -usciti dalla mano della colta ed eclettica Tove Jansson - e della loro indole pacifica, sempre solerte nell’offrire la migliore accoglienza possibile a chiunque la gradisca.

Prendersi cura delle storie

In tema di lavoro, le indagini condotte da Leogrande sullo sfruttamento dei lavoratori stagionali stranieri, sulle nuove forme di fragilità sociale, si possono integrare con le matite di Armin Greder ( Lemming, Italia A/Z, Work , edito da orecchio Acerbo; Noi e loro , edito da Else), oppure, spostandosi sul lavoro in fabbrica, si può proporre la lettura dell’albo Il doppio (Kite) dove le parole di Davide Calì, sono accompagnate dalle illustrazioni di Claudia Palmarucci, che a loro volta sommano storie parallele e confluenti di accadimenti storico-sociali e di universali etici. Una storia inconsueta, perchè femminile e autobiografica, è La prima cosa fu l’odore del ferro (Rose Sélavy) in cui la celebre illustratrice Sonia Maria Luce Possentini narra, tra parole e immagini, la sua esperienza in acciaieria.

Storia e storie si sostanziano reciprocamente, ma non sopravvivono senza qualcuno che se ne prenda cura.

Auguro a tutti noi un 2019 di storie oneste, capaci di leggere il presente.

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