“Maestra, ho un buco nella pancia”

Come aiutare i bambini a esprimere paure e desiderio di libertà? Un libro e un’illustrazione per lavorare insieme a distanza

di Angela Maltoni21 maggio 20202 minuti di lettura
“Maestra, ho un buco nella pancia” | Giunti Scuola
“Non è bello stare in casa perché sei sempre seduto”, ha scritto uno dei miei alunni. I bambini, dopo settimane di isolamento, iniziano a uscire. Con tante limitazioni, però: la mascherina, i guanti, la difficoltà di giocare liberamente con gli amici. E qualcuno dei miei alunni continua a vivere soltanto tra le quattro mura di casa. Come possiamo lavorare a distanza su questo senso di mancanza e sul desiderio libertà? Ci hanno aiutato un libro e un’illustrazione.
 

Diamo un nome alle paure

“Come state?”. Ripeto queste parole tutti i giorni, nei nostri incontri online; cerco di dare un segno di vicinanza, un antidoto alle paure, ma non basta.
Così ho proposto la videolettura di Il buco, il bellissimo albo di Anna Llenas, edito da Gribaudo.

Per iniziare ho mostrato solo l’immagine di copertina, senza il titolo.

Il senso di vuoto per qualcosa che abbiamo perso è come un buco nella pancia: Anna Llenas, "Il buco", Gribaudo (particolare della copertina e, in apertura, l'interno)

Poi ho lanciato una frase per iniziare una riflessione :

“Sento un buco nella pancia quando…”.
 

I bambini hanno “buchi di gelosia” e paura dell’ignoto
 

 

Che cosa hanno detto i bambini? Poche delle cose che mi aspettavo, forse perché hanno solo sette-otto anni. E forse perché talvolta teniamo gelosamente nascosto quello che ci ferisce.

Hanno condiviso tuttavia tanti pensieri, dalle piccole paure al timore di sbagliare, fino ai “buchi di gelosia”. Solo Mia ha parlato di una paura legata al periodo che stiamo vivendo :

“Ho un buco nella pancia quando succede qualcosa e non capisco cosa sta succedendo”.

Manuel si disegna così: un buco in pancia e un sorriso

 

La libertà? Tornare a scuola, andare in bici, sentire l’aria fresca…

 

Ho poi pensato di lavorare sul tema della libertà , e ho mostrato un’illustrazione di Antonio Boffa: due uccellini che fuggono da una gabbia.

Questa immagine, a differenza del libro, ha aiutato i bambini a sciogliere qualche nodo:

“Non possiamo uscire perché c’è stata tolta la libertà e quindi aspetto per andare dalla nonna”

“La libertà non è essere rinchiusi in gabbia da soli ma stare con gli amici ed essere spensierati”

“Poter andare in bicicletta e sentire l’aria fresca che mi sfiora i capelli”

“Girare in bici, andare dai nonni, andare al mare, andare a teatro”.

Libertà per Matteo è “vedere i miei amici quando voglio”

Tornare a scuola , incontrare gli amici, festeggiare con loro il compleanno... ecco cosa vorrebbero per sentirsi liberi, e invece in questo periodo si sentono costretti e obbligati a rispettare a regole imposte dall’alto.
I bambini, alla fine, desiderano cose semplici , fatte di normalità, mai come oggi preziose e difficili da ottenere.

 
 
 

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