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Vaccini contro il lavaggio del cervello
Lo sgomento e l’angoscia provocati dagli ultimi giorni di questo 2015 ci richiamano all’importanza di essere educatori attenti e capaci di offrire a bambini e ragazzi strumenti per pensare con la propria testa.
La ragione contro l'orrore
Scrivo questo post all’indomani della strage di Parigi. Per esigenze redazionali voi lo leggete ora. Mentre intanto si inseriva il post su
Zumbi
, che ci insegna una ribellione diversa, contro ingiustizie concrete e mossa da idee di libertà, contro la sopraffazione.
Non so bene cosa sarà accaduto da qui a una decina di giorni. So che oggi lo sgomento è grande. Che noi che lavoriamo per dare ai bambini e ai ragazzi attraverso i libri, la possibilità straordinaria di essere sapienti, di esercitare spirito critico, di essere capaci di ragionare, provare compassione e gratitudine,
coraggio e gentilezza
, ci sentiamo disarmati.
Amalgamare, legare, creare nuove possibilità
Sapere che i terroristi che si fanno saltare sono poco più che ventenni, che da poco hanno smesso di essere bambini, provoca ancora più sgomento, sempre sia possibile aggiungerne. Mia figlia, ventenne, mi ha detto che “
se ti fanno il lavaggio del cervello, allora magari sei anche capace di farti saltare, per diventare un eroe, a vent’anni
”. Se ti fanno il lavaggio del cervello. Certo sta a noi adulti, alla scuola, ad un paese che investe in cultura e formazione, vaccinare i nostri ragazzi al lavaggio del cervello. E allora, per questo dicembre, vi ripropongo uno strumento, ormai appuntamento annuale: quello del
calendario interculturale
. Perché le religioni possano convivere, nel rispetto reciproco. In questo momento di orrore, l’unica cosa che possiamo contrapporre è la ragione e la sapienza.
Amalgamare, legare, creare nuove possibilità aggiungendo un ingrediente fresco e nuovo a qualcosa di apparentemente già definito, che invece può essere trasformato dall’incontro con qualcosa di diverso, che lo arricchisce e lo rende nuovamente vivo, aperto a nuovi incontri.
È la ricotta l’ingrediente base del
Calendario interculturale 2016
, dove come ogni anno ormai da tempo, cerchiamo di mettere le feste di tutti, del mondo che è qui, che ha arricchito e rinnovato il nostro mondo. E che nulla ha a che fare con il terrorismo e la violenza. Basta guardare non solo le nostre classi, ma anche le strade dei nostri paesi e delle nostre città. Come quando ero a Torino e mi ero persa (al solito) e ho chiesto ad un ragazzo di colore se sapeva indicarmi il luogo che cercavo, lui mi ha risposto gentilmente: “
Mi spiace, non lo so, sono di Novara
”.
Io ho una dentista iraniana. E l’altro giorno alla posta c’era dietro lo sportello una giovane della Costa d’Avorio, nata e cresciuta qui.
Verso la cittadinanza responsabile
L’intercultura, la mescolanza, provoca trasformazioni. Non si tratta quindi di essere buonisti. Si devono
tirare furori i problemi
, le conflittualità ed essere capaci di mostrare e esercitare consapevolezza a ragione.
In questo ultimo periodo c’è una rinnovata richiesta di materiali interculturali. Di cui ritengo la scuola abbia bisogno e - come ci è stato raccontato in uno dei seminari del
Convengo
A scuola si legge
,
da Paola Pasqualon – sono materiali che facilmente si possono costruire in classe.
Ma oggi, come ho scritto recentemente, si tratta ormai soprattutto di trovare il modo di insegnare ai nostri ragazzi i valori di una
cittadinanza responsabile
, aperta, sapiente, partecipativa.
Per far questo, ad esempio, si può accedere alla bibliografia di BILL (la Biblioteca della Legalità) e trovare il modo di replicarla, contattando i
promotori
.
Un punto di partenza
Il calendario interculturale non è certo un libro, ma può essere uno strumento efficace, che mette sullo stesso piano le tante tradizioni diverse. È un punto di partenza. Perché non si perdano le culture arrivate da noi. Perché non ci sia assimilazione culturale ma, scambio. E mescolanza, rinnovamento, nuove possibilità. E perché può essere un vaccino contro fondamentalismi e intransigenze, contro razzismi e lavaggi del cervello.