Buon anno, scuola!

Cara scuola, buongiorno! 

Caro studente…

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

Il rito &egrave; un fattore di protezione e rassicurazione e lo &egrave; tanto pi&ugrave; per chi ha maggiore bisogno di ancoraggi, orientamento, accettazione.

Nel dialogo tra il piccolo principe e la volpe, quest&rsquo;ultima dice: &ldquo;Ci vogliono i riti&hellip;&rdquo; &ldquo;Che cos&rsquo;&egrave; un rito?&rdquo; &ldquo;&Egrave; quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un&rsquo;ora dalle altre ore...&rdquo; Il rito dell&rsquo;accoglienza &ndash; anche durante l&rsquo;anno per chi viene inserito pi&ugrave; tardi &ndash; fa s&igrave; che un giorno sia diverso dagli altri e diventi un momento cruciale e fecondo, soprattutto per chi arriva da un altro contesto e lo vive con timore e fatica. Inaugura l&rsquo;avvio di un cammino di appartenenza a un gruppo, a una comunit&agrave;.

A scuola servono dunque piccoli riti che facciano di questo giorno un nuovo inizio, con gli impegni e le promesse da ritrovare poi lungo le tappe ancora da percorrere o continuare insieme.

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Si pu&ograve; non capire e a volte sbagliare.

Si pu&ograve; avere diritto a brontolare.

Si pu&ograve; fare e rifare ancora.

Si pu&ograve; tenere il muso per un&rsquo;ora.

Si pu&ograve; pensare adagio, ridere piano, mangiare lento,

avere voglia di avere pi&ugrave; tempo.

Ci si pu&ograve; guardare intorno invece che tirar dritto:

perdere tempo &egrave; un gran bel diritto&hellip;
</blockquote>

Ci sono riti individuali e privati, di preparazione e di buon augurio, che i bambini e i ragazzi adottano per prepararsi all&rsquo;evento: la scelta del vestito, una maglietta speciale, un portafortuna da portare con s&eacute;, un selfie prima di uscire, l&rsquo;appuntamento con un compagno lungo la strada&hellip; E ci sono i riti collettivi, che si compiono insieme a scuola, nel cortile prima di entrare, in aula.

Se facciamo un giro del mondo e diamo uno sguardo ai riti del primo giorno di scuola, troviamo tradizioni pi&ugrave; o meno consolidate che hanno a che fare con aspetti diversi. A volte si manifestano attraverso segni e oggetti di benvenuto; altre volte sono cerimonie che sottolineano l&rsquo;appartenenza; altre ancora, cercano di rinsaldare i legami in classe...

Fra i riti di relazione, vi &egrave;, ad esempio, il pranzo speciale che si fa tutti insieme in Giappone o i &ldquo;back to school party&rdquo; negli Stati Uniti.

Fra i riti di appartenenza istituzionale, vi &egrave; la celebrazione in Cina, e non solo, con la divisa, l&rsquo;alzabandiera, l&rsquo;inno.

Fra i riti di benvenuto, troviamo la diffusione di alcuni oggetti speciali: lo zaino randoseru in Giappone, dalla forma squadrata e robusta, che accompagner&agrave; i bambini per tutta la scuola primaria, oppure la Schult&uuml;te (sacchetto della scuola): ogni bambino tedesco, e non solo, riceve quel giorno dai famigliari un grande cono colorato pieno di piccoli oggetti della scuola, dolci, giochini, doni&hellip;

Parole d&rsquo;accoglienza al centro: due proposte

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Voglio una scuola che parla ai bambini

come la rondine ai rondinini

che insegna a volare aprendo le ali

e sa che i voli non sono mai uguali...
</blockquote>

&bull; L&rsquo;albero del benvenuto

Sulla sagoma di un grande albero, ognuno incolla la sua foglia sulla quale ha scritto &ndash; in italiano o in un&rsquo;altra lingua che conosce &ndash; un saluto, un messaggio, una parola di benvenuto o di rassicurazione. L&rsquo;albero beneaugurante ci accompagner&agrave; tutto l&rsquo;anno con le attese e i saluti che ritroveremo ogni giorno, a ogni inizio, come un sorriso e un auspicio.

&bull; Un messaggio che ci rappresenta 

Un rito che serve a inaugurare o rinforzare i legami della comunit&agrave;/classe pu&ograve; essere quello di trovare insieme un motto per la classe, una parola o una frase password che contraddistingua il gruppo. Un messaggio per rappresentarlo cos&igrave; com&rsquo;&egrave; oppure per esprimere un augurio, un desiderio, un traguardo. Per sostenere l&rsquo;immaginazione degli alunni creativi, possiamo partire dal libro di Giusi Quarenghi e Alessandro Sanna Si pu&ograve; (Franco Panini 2019) che mette regole e diritti in rima:

Le attese, gli impegni, le fatiche

Ogni docente e ogni team, a seconda dell&rsquo;et&agrave; e della classe, organizzer&agrave; il suo rito di partenza o di ripartenza per colorare il primo giorno di scuola con l&rsquo;attenzione ai nuovi legami o a rinsaldare i legami precedenti, per rinnovare l&rsquo;appartenenza a una scuola e a una comunit&agrave;, per indirizzare un gesto di benvenuto a ciascuno, soprattutto a chi comincia/ricomincia altrove. Qui suggeriamo due semplici riti di accoglienza che hanno anche il carattere di inclusione e di riconoscimento di tutti e di ciascuno. Mettono al centro la lingua e il plurilinguismo, in continuit&agrave; con il progetto Parole al centro che fra poco riprender&agrave; il suo cammino.

Gli inizi e le ripartenze sono momenti topici che ognuno di noi ricorda: i primi giorni di scuola compongono un gomitolo di date importanti che si srotola nell&rsquo;infanzia e nell&rsquo;adolescenza come una periodica iniziazione. Segnano un prima e un dopo nei cammini individuali e punteggiano le nostre biografie con ricordi, immagini, narrazioni&hellip; Per questo, la ritualizzazione dei primi giorni di scuola &egrave; un impegno e una necessit&agrave;. D&agrave; un colore speciale a un giorno, a un grappolo di giorni, d&agrave; spessore e ritmo al tempo, sollecita emozioni e attese, produce memoria.

Oppure, si pu&ograve; partire dalla poesia Voglio una scuola di J. Carioli (Giunti 2014) che d&agrave; spazio ai desideri e che interpella la nostra idea di scuola:

I colori dei riti: benvenuto, appartenenza, relazione

Un giorno diverso dagli altri giorni. Parole e riti di accoglienza

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