Nel corso del primo lockdown, quello purtroppo indimenticabile del 2020, abbiamo portato avanti attraverso la registrazione vocale un percorso di storie dal mondo che aveva come unico intento quello di far uscire i bambini, e anche coloro che li accompagnavano nell’ascolto, dallo spazio angusto delle loro stanze, affinché le parole e le suggestioni in esse contenute li conducessero lontano dallo smarrimento del presente, per compiere un viaggio intorno al mondo. <img filer_id="233275" src="/d/filer/sharing/1620201571/233275/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="width: 500px; height: 375px;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620201571/233275/"> Siamo partiti con la registrazione di storie provenienti dai paesi di origine delle famiglie dei nostri bambini: Aliochka e la Baba Yaga dalla Russia; Sindbad e il marinaio da Le Mille e una notte; Gli elefanti volanti dall’India; Le noci del Leopardo dal Camerun; La scimmia e la pannocchia dal Brasile. Il nostro piccolo percorso narrativo è stato accolto con grande entusiasmo da bambini e adulti. Alcuni genitori ci hanno ringraziato commossi per averli emozionati rispolverando delle fiabe che avevano nutrito la loro infanzia. Ascoltiamo i suoni Forti di quel riscontro, e anche della possibilità di sfruttare la vicinanza fisica, quest’anno abbiamo proposto ai nostri bambini un testo particolare: La falsa nota di Nyambé (ideato e realizzato da Kin Koba-Voci Lontane e pubblicato nel 2010 da Miraggi edizioni). Il libro rielabora La sanza africana di Bebey, poeta e musicista camerunense, che mette per iscritto un mito orale dei Bantu. Nyambé, quando ancora non esisteva nulla sulla terra, si annoiava moltissimo. Per &nbsp;risolvere il problema, creò una sanza, una specie di strumento musicale. Pizzicando le sue corde, produsse delle note e da esse nacquero tutte le cose: il sole, la luna, i villaggi, i continenti, gli animali. Una delle lamelle però produsse, chissà per quale motivo, una nota stonata e fu così che fu creato l’essere umano. <img filer_id="233276" src="/d/filer/sharing/1620201643/233276/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 375px; width: 500px;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620201643/233276/"> Questa bellissima fiaba musicale ci ha offerto il pretesto per cominciare a riflettere e a prendere consapevolezza del fatto che anche le parole hanno un suono, un po' come le note musicali. Quindi abbiamo provato, mentre passeggiavamo nel giardino e nel parco adiacente alla scuola, a discriminare i suoni della natura e i versi degli animali, scoprendo in un secondo momento che esistono delle parole che li imitano: miagolare; cinguettare; frusciare; gracchiare, bisbigliare...&nbsp; “Filastrocche per giocare che ci sembra di cantare…” Il nostro percorso di ricerca sul suono delle parole, seguendo i rilanci dei bambini, ci ha portato soprattutto ad approcciarci alle rime. Abbiamo letto molti classici del settore, sempre amatissimi nella fascia d’età tre-sei, come Il Gruffalò, Bigio Randagio, La storia di Pik Badaluk, per poi accorgerci che, anche senza invito, i bambini tentavano di giocare coi loro nomi e con quelli dei loro amici. Mentre disegnavano, mentre parlavano, mentre mangiavano, inventavano delle rime, alcune senza senso: “Elia, cielo a Tobia”; alcune con qualche piccolo errore e molto suono “Il cielo piange il sole venirà, com’era la felicità”; altre perfette come “Diventa bella, viene la sera e scende la stella”. Abbiamo assecondato il gioco spontaneo rinforzandolo e arrivando a produrre delle vere e proprie filastrocche dove l’insegnante creava l’impalcatura e i bambini le strofe, raccogliendo tutti i capolavori in un bel libro impreziosito dai loro disegni. <img filer_id="233277" src="/d/filer/sharing/1620201738/233277/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 667px; width: 500px;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620201738/233277/"> Questa attività ci ha permesso di notare un aspetto che ci ha davvero sorpreso, cioè come la capacità di scoprire assonanze e di riuscire a modellare le parole nella lingua italiana, non sia del tutto legata al fatto che il bambino sia italofono: alcuni sentono forte i suoni delle parole, altri meno, indipendentemente dal luogo di provenienza e dalla loro attuale competenza linguistica.

Storie dal mondo sull'onda dei suoni