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Ripartire dal corpo e dal movimento
A scuola il corpo del bambino incontra quello degli altri e usa corporeità e movimento per comunicare, sperimentare, giocare, apprendere

Telefono senza fili: Scuola dell'infanzia La casa del sole, I.C. Don Milani, Tavarnelle Barberino (FI).
Quando nel 1991 furono varati i Nuovi Orientamenti per la scuola materna, ricordo che mi ero lamentata che, all’interno del campo di esperienza Il corpo e il movimento, non comparisse il “corpo esistenziale”, ma soltanto il corpo percettivo-motorio-funzionale.
Le Indicazioni del 2012 invece, affermano che: “Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo…”.
Oggi questi bisogni dei bambini, a causa di questa devastante pandemia, hanno subito delle mortificazioni sia in famiglia che a scuola.
Inoltriamoci allora all’interno di questa “corporeità” per incontrare sia la sua essenza, che le dimensioni del suo linguaggio.
Il ritorno a scuola
Dobbiamo fare un passo indietro e tornare a settembre, quando le scuole hanno riaperto dopo il lungo lockdown. Gli insegnanti da me intervistati mi hanno riferito che hanno trovato i bambini “sazi” di affettività e coccole, ma regrediti rispetto all’autonomia, com’era prevedibile.
Non utilizzavano il materiale messo a disposizione autonomamente, a seconda del bisogno. Chiedevano continuamente “Posso usare lo scotch?”
Non avevano invece nessuna difficoltà a rapportarsi con gli adulti muniti di mascherina, per cui il film che mi ero fatta di bambini smarriti e alla ricerca di sorrisi, ormai nascosti, non corrispondeva alla realtà.
Ai bambini basta uno sguardo da cui scaturisca la fiducia e l’incoraggiamento
Le difficoltà da cui ripartire
Ciò che i bambini hanno manifestato e manifestano ancora a scuola è un grande bisogno di effettuare attività motoria in relazione ai compagni, ma è qui che appaiono ancora molte difficoltà, dovute forse al mancato esercizio libero del movimento.
Gli insegnanti rilevano che i bambini:
- mostrano difficoltà nel coordinare il proprio movimento nello spazio e a contatto con gli altri, con oggetti e in contesti regolati;
- manifestano poco controllo, per cui si scontrano tra loro, guardano altrove rispetto alla direzionalità del proprio movimento, invadono spazi, giochi e oggetti, dimostrandosi incapaci di evitarli.
Su questi aspetti a scuola si cerca di lavorare molto con attività semi-strutturate e non, soprattutto in giardino, approfittando che ora il tempo di permanenza è più lungo, grazie al prolungarsi delle belle giornate.
Il contatto con la natura
È successo anche quando faceva più freddo, perché è avvenuta un’assuefazione progressiva alle temperature
più basse, dovendo spalancare spesso le finestre a causa del protocollo di sicurezza legato al coronavirus.
I bambini sono stati così a contatto con gli elementi naturali del giardino: foglie, bastoncini, in inverno erba secca dalle forme strane, poi man mano i primi fiorellini del prato sempre più verde.
Sono stati allora invitati a raccoglierli: hanno avuto la possibilità di esprimere la loro creatività e competenza
oculo-manuale, nel cercare di sistemare queste piccole raccolte, di cui sono molto orgogliosi, incollandole in modo personale su fogli bianchi o colorati a piacere.
In questo modo hanno sviluppato anche abilità relazionali in contesto di gruppo, modalità che durante la pandemia avevano perso. Per portare a termine tale attività hanno utilizzato stili di apprendimento sia visivi che cinestetici. Peccato che il tempo a disposizione sia limitato, perché le attività di sanificazione ne assorbono molto.
Il piacere senso-motorio
Sappiamo che il bambino deve avere la possibilità di esprimersi, di provare il piacere senso-motorio dovuto a sensazioni propriocettive legate ad attività motorie basate sul disequilibrio, quali il dondolio, il correre in cerchio, la caduta, centrate piuttosto sul proprio corpo che sugli oggetti esterni.
Anche il salto in basso, che non richiede scatto di reni, ma solo il lasciarsi andare, sollecita un importante piacere senso-motorio. I bambini sono felici mentre si lasciano cadere da un’altezza (tavolo con scivolo per salirci) sul materassone e lanciano gridolini di eccitazione, mentre provano sollecitazioni piacevoli vestibolari.
Esiste anche un piacere senso-motorio vissuto nella quasi immobilità, dato dal rilassamento all’interno del quale l’adulto sollecita l’ascolto del corpo: sentire il cuore che batte, il respiro, il calore, il peso ecc.
Il periodo di pandemia ha mortificato però tante di queste attività perché gli spazi si sono dovuti organizzare diversamente, per esempio le famose “bolle” li hanno ristretti molto.
I giochi all’aperto
Ora per fortuna abbiamo l’estate davanti. I centri estivi, insieme ai parchi attrezzati per i bambini, aspettano le esplosioni dei loro giochi all’aperto, per scaricare le tensioni accumulate e finalmente lasciarsi andare al divertimento.
Esiste infatti una “psicomotricità naturale” che può realizzarsi rotolando sui prati, arrampicandosi sugli alberi, saltando i fossi in campagna. In città sarà necessario che i genitori si rendano conto delle privazioni corporee e motorie, nonché relazionali, patite dai loro figli e cerchino quindi di creare occasioni per avere a disposizione: scivoli, arrampicate, spalliere, dondoli, altalene e chi più ne ha più ne metta.
Riscoprire giochi antichi tracciati sul terreno che ricordano quelli tradizionali dei nonni, all’interno dei quali usare saltelli semplici, incrociati, alternati ecc. E, speriamo, amichetti con cui poter ridere e vociare per ricevere così un risarcimento.
Siamo tutti in attesa del tripudio del corpo relazionale, abbiamo fame di abbracci e i bambini di più