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All&rsquo;invito &ldquo;disegna il cielo&rdquo;, quasi tutti i bambini afferrano il pennarello azzurro e poi, proprio l&agrave;, in alto e nel centro, ci mettono un sole, bello grande,&nbsp;giallo o arancione,&nbsp;generoso di raggi.&nbsp; 

Altri cospargono la distesa celeste di nuvolette bianche che si fanno compagnia andando verso una stessa direzione, o di foglie colorate che per un po&rsquo; stanno sospese a met&agrave; strada. 

Qualcuno, nel cielo, ci mette l&rsquo;aereo che l&rsquo;ha&nbsp;portato qui dove viveva gi&agrave; il pap&agrave;.&nbsp; 

Sole, nuvole, rondini, aquiloni, un aereo, stelle piccole e grandi, luna piena o a met&agrave;&hellip;: sono queste le immagini che popolano il cielo dei bambini.&nbsp;Un cielo&nbsp;rassicurante che non fa paura, che ci d&agrave; la luce del giorno e fa da coperta protettiva durante la notte. 

 
Diritto a vivere in pace

Per Sidra non &egrave; cos&igrave;. 
Il cielo di questa bambina di cinque anni, arrivata da poco in Italia fuggendo da Gaza insieme alla mamma e alla nonna, il pericolo viene proprio da lass&ugrave; e ha la forma dei droni e dei lampi che accecano, ha il rombo della minaccia, l&rsquo;odore del pericolo e della paura. 

Per poter riavere il diritto di giocare, di andare a scuola, di essere protetti e curati, di&nbsp;vivere in famiglia&hellip; Sidra e tutti i bambini che vivono in luoghi di guerra devono poter vivere in pace. 

In altre parole, devono riavere indietro la loro infanzia. 

Non si pu&ograve; parlare di diritti dei bambini senza pensare a coloro che oggi non hanno alcun diritto, neppure quello di vivere senza paura.&nbsp;Senza la pace, non ci sono diritti.&nbsp;

Quando il cielo fa paura…

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