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Per una educazione alla cittadinanza
Conoscenza e lungimiranza, informazione e attenzione: alcune parole che fanno di noi cittadini responsabili e partecipativi, insieme alle capacità di essere compassionevoli e di provare empatia.
Conoscere, essere informati sono le basi per esercitare la nostra cittadinanza. Possiamo essere cittadini e quindi partecipare alle scelte che ci vengono sottoposte solo se abbiamo gli strumenti per decidere, consapevolezza della molteplicità dei problemi e capacità di usare buon senso e ragione. Ascoltando, confrontandoci con gli altri per trovare soluzioni a problemi che sembrano insormontabili. Ne parla Lena e la cittadinanza scientifica , appena arrivato in casa editrice e al quale dedicheremo un approfondimento presto, ma che ci offre lo spunto per affrontare il tema della educazione alla cittadinanza.
Umana cosa è avere compassione degli afflitti
Non si può tacere di fronte a quanto sta avvenendo in Europa in questi giorni a proposito dei profughi. E la scuola è il luogo principe in cui si può spiegare ai bambini e ai ragazzi il percorso fatto da gran parte dell’umanità perché i diritti delle persone vengano rispettati e tutelati. Umana cosa è avere compassione degli afflitti : è l’incipit del Decamerone , dove la vita si contrappone all’orrore della morte, della peste che sovverte ogni cosa e che non lascia scampo. E che racconta della molteplicità delle virtù e delle miserie umane. Degli egoismi e delle grandezze. Degli istinti e delle ragioni. Avere compassione degli afflitti, è “umano”, ci dice Boccaccio.
Partecipare alle sofferenze altrui, mostrare pietà e dare conforto, ricordare il passato e mostrare gratitudine , restituendo quando si viene chiamati a farlo, quel conforto che abbiamo ricevuto, è caratteristica dell’essere umano: che non dovrebbe costruire muri ma, al contrario, adoperarsi perché chi sta vivendo una situazione drammatica possa trovare conforto. Compassione e gratitudine sono alcuni elementi che sono alla base in qualche modo della nostra Costituzione e della Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo , entrambe emanate nel 1948.
Doveri e buone azioni: una distinzione importante
La Dichiarazione universale dei diritti umani enumera quei principi che appartengono ad ogni essere umano dalla nascita e che possono permettere ad ogni individuo di vivere con dignità. Fu scritta dopo anni terribili, quelli del Secondo conflitto mondiale, del fascismo e del nazismo. Come a dire: mai più. Il 1948, come si diceva, è anche l’anno della nostra Costituzione , che molto si occupa dei diritti umani fondamentali.
Spiegare ai bambini, in maniera semplice e chiara, che
l’accoglienza e il rispetto delle persone non fanno parte semplicemente di un atteggiamento individuale verso gli altri, ma che sono diventati norma
, li rende consapevoli che bisogna intervenire e operare quando ci sono emergenze come quella che stiamo vivendo. E magari
lo si può fare anche giocando
, e fin da piccolissimi, perché principi fondamentali come quelli che sono dentro la nostra Costituzione, non siano incomprensibili quando saranno grandi.
Insegnare loro che bisogna essere informati e preparati per trovare soluzioni e prendere decisioni; che erigere muri non solo non serve a nulla, ma è anche contro le regole che in gran parte del mondo ci si è dati perché il passato ha insegnato quanto siano necessarie affinché ogni persona possa affermare
propri diritti umani, fondamentali
. È compito di noi adulti.