Nessun giorno senza scrivere

Nessun giorno senza scrivere/2

La grande migrazione dei ragazzini: un’esperienza e un libro

Ripensiamo l'accoglienza

Cogliamo l&rsquo;occasione per nominare e descrivere le parti disegnate: baffi lunghi, quattro gambe, occhi celesti, macchina con sportelli&hellip; Annaffiamo queste parole in modo da coltivare le competenze linguistiche dei bambini. Quando il disegno non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; rifacciamolo ripetendo alcune parole e aggiungendone altre grazie a nuovi particolari.

Questi attimi ludenti possono essere una privilegiata opportunit&agrave; per sostenerne l&rsquo;apprendimento dell&rsquo;italiano. Il giocare fra immagini e parole, lo stare in piccolissimo gruppo, il ritornare a ripetere alcune descrizioni, il contatto con la natura, sono dispositivi efficaci per il potenziamento linguistico.

Via via che facciamo nuovi disegni, fotografiamo quanto realizzato per poi stampare e plastificare le immagini delle nostre creazioni fino a realizzare un piccolo mazzo di carte narrative. Ed ecco che questo materiale visivo, riprendendo le parole che abbiamo detto insieme, pu&ograve; diventare uno spunto per inventare delle storie. Cos&igrave;, possiamo fare un ulteriore passo per consolidare la conoscenza della lingua italiana.

E poi non resta che provare a dare un nome al nostro gioco che ha le radici nel cemento.

Anche una cos&igrave; detta &ldquo;erbaccia&rdquo; che spunta dal cemento pu&ograve; essere una risorsa.

David Zinn &egrave; un artista che offre uno spunto brioso nel vedere diversamente quegli spazi esterni dove alcune piante fanno capolino dalle pavimentazioni. Queste piante solitamente le chiamiamo &ldquo;erbacce&rdquo;, perch&eacute; nascono e crescono fuori controllo. La parola &ldquo;erbaccia&rdquo; rappresenta un pregiudizio culturale verso una pianta che non corrisponde a certi standard. Un messaggio che possiamo contrastare anche fuor di metafora, facendo crescere piccole oasi di &ldquo;erbacce&rdquo; in alcune zone del giardino e facendo &ldquo;zinnart&rdquo;.

Lasciamoci ispirare dalle opere effimere di David Zinn, che intorno alle &ldquo;erbe spontanee&rdquo; ci fa vedere cose inaspettate: animali, personaggi&hellip;

Certamente non possiamo paragonarci a David Zinn, fosse solo perch&eacute; i&nbsp; suoi disegni sono tridimensionali. Ma qualche soddisfazione possiamo prendercela, con dei gessetti. Intanto, ricerchiamo il nome di queste piante, utilizzando le App, chiedendo a chi le sa riconoscere. E magari scopriamo che sono officinali.

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Insieme ai bambini disegniamo con il gessetto intorno alle piante che spuntano dalle pavimentazioni e facciamo germogliare facce, mezzi di trasporto, animali&hellip; che resteranno fino alla prossima pioggia.

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Parole, “erbacce” e disegni effimeri in cortile

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