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Osservare bambini e bambine
Educatori e insegnanti del nido e della scuola dell’infanzia, con un pensiero pedagogico, predispongono situazioni ed esperienze per rispondere ai bisogni di ciascun bambino e bambina, per conoscerlo nella propria unicità e per poi progettare in sintonia con potenzialità e interessi di tutti.

ACCOGLIERE CON L’ASCOLTO
Ogni ambiente educativo accoglie bambine e bambini con la loro storia, con caratteristiche personali, comportamenti e competenze sviluppatesi nel contesto di provenienza; tutto questo può emergere dal dialogo con le famiglie, ma, per progettare in modo coerente nuovi gesti educativi ed esperienze efficaci, abbiamo la necessità di conoscere profondamente tutti i bambini e le bambine, così come si manifestano al nido e a scuola.
Sono esseri umani reali che accogliamo e accompagniamo nella crescita, sia i nuovi arrivati sia quelli già frequentanti negli scorsi anni. Dedichiamo perciò del tempo e un costante atteggiamento di ascolto, durante la giornata e in occasioni scelte con cura, a osservare caratteristiche e bisogni di ciascuno.
LE MOTIVAZIONI A OSSERVARE
L’osservazione, intesa come strategia di ascolto che non misura, ma ascolta e comprende, è sempre presente nell’agire educativo e a settembre diventa ancor più essenziale.
Per orientare bene il nostro sguardo, in modo empatico, attento, sensibile, chiariamo e condividiamo nel gruppo educativo le motivazioni che ne sostengono l’importanza. Osserviamo dunque:
- per conoscere i bisogni e le potenzialità di ognuno;
- per valorizzare tutti gli aspetti della personalità del bambino e della bambina;
- per impostare, cambiare o perfezionare i contesti e le proposte, anche insieme a bambine e bambini;
- per compiere puntuali verifiche e registrare cambiamenti avvenuti;
- per documentare e condividere tra colleghi, con i genitori e anche, quando è il caso, con i bambini e le bambine.
NON SOLO BAMBINE E BAMBINI
Bambine e bambini sono i soggetti privilegiati per i nostri sguardi motivati a conoscerli all’interno del nido e della scuola, nella loro relazione con i compagni, con noi, mentre stanno vivendo giochi liberi o esperienze di routine e progettate.
Mentre li osserviamo, consideriamo in quale contesto ci troviamo, com’è organizzato, quali sono la frequenza e la durata del gioco o dell’esperienza, come è formato il gruppo, il rapporto numerico adulti/bambini, la qualità e la quantità dei materiali disponibili.
Questa osservazione “ecologica”, che tiene insieme le persone e l’ambiente educativo, ci permette non solo di osservare quello che viene fatto, ma anche come e con quali interazioni con il contesto, per riflettere poi su:
- i comportamenti di bambine e bambini;
- le conoscenze, le abilità e le competenze messe in gioco;
- il contesto nelle sue differenti variabili.
L’ASCOLTO NEL QUOTIDIANO
Ascoltare con attenzione ed empatia è il nostro modo di essere e stare nella relazione durante ogni esperienza ricorrente della giornata.
Si tratta di un’osservazione spesso fluttuante e partecipata che deve avvenire in presa diretta. Teniamo un diario dove scrivere le note relative al singolo con una narrazione fedele che descrive, ma non giudica:
- azioni e comportamenti, emozioni e abilità;
- interazioni nelle varie situazioni, modi di essere e reagire, preferenze e interessi;
- relazioni con compagni e adulti.
Annotiamo anche particolari azioni e reazioni degli adulti per cercare di comprendere se esiste una correlazione tra comportamenti del bambino e modalità e gesti dei genitori e di noi insegnanti.
Di seguito proponiamo un esempio nel contesto di una routine quotidiana, molto importante in fase di accoglienza, in modo analogo predisponiamoci a osservare anche in altre routine e contesti di giochi.
ROUTINE DELL’ARRIVO
Quando un bambino o una bambina arriva al nido e alla scuola dell’infanzia vive la ritualità del distacco dal genitore, dell’accoglienza da parte dell’educatore/insegnante e dell’avvicinarsi con fiducia a quanto offre il contesto.
- Osserviamo come avviene il distacco da chi lo accompagna: in che modo arriva, quali rituali compie (come si sveste, come si prepara a entrare, se ha oggetti transizionali, se fa accordi per…), come si avvicina all’educatore/insegnante, quali parole o richieste accompagnano il distacco…
- Notiamo come accetta di passare dalle braccia o dalla mano del genitore a noi: come avviene il saluto tra genitore e figlio, quali emozioni entrambi esprimono, se e come l’adulto dimostra fiducia e rassicurazione, se il bambino o la bambina accetta il sorriso, il saluto, l’essere preso per mano o in braccio dall’educatore/insegnante, se mostra il proprio oggetto, se racconta qualcosa…
- Rileviamo come entra in sezione: se è autonomo o va accompagnato, come si muove nell’ambiente, quali scelte compie rispetto agli spazi organizzati presenti (per esempio: tavolo di manipolazione, costruzioni, casetta, libri, disegno e pittura…), quali aggregazioni sceglie, quale autonomia di gioco e di tempi manifesta…
Le osservazioni svolte in questi momenti ci aiutano: a capire e a far evolvere, con l’aiuto del genitore, il distacco e le emozioni espresse in vissuti di benessere; a modificare l’ambiente, i tempi, le possibilità di gioco in relazione ai bisogni di ognuno e i nostri gesti.
Maurizia Butturini ed Elena Fascinelli fanno parte del gruppo Ricerca azione equipe pedagogica FISM (VR)