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Margherita Hack e le stelle spiegate ai bambini

Un video e una intervista per ricordare la grande scienziata attraverso le sue parole

di Chiara Tacconi11 giugno 20221 minuto di lettura
Margherita Hack e le stelle spiegate ai bambini | Giunti Scuola

“È vero che c'è un asteroide che porta il tuo nome?”

“Eh sì, l'hanno intitolato a me così io sarò per sempre in cielo...”

Ricordiamo Margherita Hack con le sue parole. In un'intervista a Federico Taddia, l'astrofisica risponde alle domande solo apparentemente buffe e strane, che svelano la sua passione per l'astronomia, il desiderio di divulgarla a tutti, bambine e bambini compresi, e il suo inconfondibile carattere ironico.

“Lo spazio è pieno o vuoto? Come si fa a vedere un buco nero se è nero? Perché Galileo ti sta così simpatico? Ami di più i gatti o le stelle? Su quale pianeta vorresti andare?”

Le risposte di Margherita Hack a queste e altre domande di Federico Taddia sono nel libro Perché le stelle non ci cadono in testa, di Editoriale Scienza.

L'intervista per La Vita Scolastica

Nel 2007 è uscita su La Vita Scolastica un'intervista a Margherita Hack, sull'insegnamento dell'astronomia a bambine e bambini. Ecco le sue parole.

Le Facoltà di Scienze della Formazione possono dare una mano all’Astronomia per essere studiata anche nella scuola primaria?

Cominciamo col dire che non esiste una materia, l’Astronomia, che si insegna a parte. In realtà esistono nozioni di fisica che i bambini devono conoscere per capire dove si trova la Terra nello spazio, cosa è la luce del Sole e così via . Infatti, si parla di Astrofisica per indicare lo stretto legame tra la fisica e lo studio degli astri. È un bene che i docenti della primaria ora siano laureati e che possano avere un valido bagaglio scientifico…

Ma non è facile, alla primaria, creare negli alunni un bagaglio scientifico con la carenza di laboratori...

Il discorso della necessità del laboratorio scientifico "altrimenti non si fa scienza" è una scusa che non regge. Il laboratorio scientifico della scuola primaria si può fare anche in classe con le cose di tutti i giorni. Io non ho molta pratica con l’insegnamento dei bambini, ma rimango stupita quando vedo quello che riescono a fare i docenti “ispirati” , come quelli che ho di recente incontrato in un paesino vicino Pordenone.

Due maestri avevano recuperato delle bottiglie e, riempiendole a diversa altezza con acqua, ne avevano prodotto strumenti a percussione con cui fare musica… E ancora, avevano realizzato con i bambini un plastico usando la carta di giornale recuperata. Hanno costruito con la cartapesta le case e hanno messo delle piccole lampade, fatte accendere dalla dinamo di una bicicletta che una bambina pedalava... In questo caso, i possibili collegamenti tra fisica e astronomia si possono fare a proposito della luce, parlando del filamento della lampada che si ri scalda e ricordando che anche la luce del Sole ha origine in una delle tante forme in cui si trova l’energia (elettrica, chimica, nucleare ecc.).

Tutto secondo una programmazione fatta a monte dal docente senza elucubrazioni teoriche, ma puntando per i bambini alla sperimentazione minima ed efficace .

Perché parla di docenti “ispirati”?

Perché non basta avere una laurea per insegnare scienza o altra materia. Come ho già detto, le Scienze della Formazione danno il bagaglio culturale; poi un docente insegna bene se gli piace la materia e vuol farla capire!

 Qui viene fuori il docente che è anche una nota divulgatrice…

In un certo modo la divulgazione è un avvicinarsi progressivo ai concetti , anche complessi, utilizzando dei paragoni che siano familiari al pubblico.

Nel caso della scuola primaria, il maestro che vuole spingersi nello spazio può partire proprio dalla Terra dove tante città formano una nazione; la nazione fa parte di un continente e i cinque continenti formano la Terra. Ebbene, ai bambini si può dire che il Sole, una stella, forma con i pianeti una nazione/ sistema solare ; tante nazioni/stelle formano un continente/galassia e tanti miliardi di galassie formano l’universo…

Così come si studia la Geografia e la propria posizione sulla Terra, il bambino deve cominciare a pensare al suo posto nello spazio… Il confronto uomo/universo può cominciare per i bambini con una semplice meridiana. Un pezzo di legno che ogni mezzogiorno segna la sua ombra che varia con le stagioni.

Questo è stato uno dei primi modi in cui l’uomo in passato studiò il cielo. Oggi si può partire ancora da una meridiana e, grazie alle nuove tecnologie formative/informative, i bambini possono fare molto di più: tutto dipende da quei docenti preparati e “ispirati” di cui le ho già detto.

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