Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

La Carta del docente &egrave; stata introdotta con la L. 107/2015 (Buona scuola) per favorire l&rsquo;aggiornamento e la formazione dei docenti di ogni ordine e grado.

La Carta &egrave; assegnata ai docenti di ruolo, sia a tempo pieno che a tempo parziale, e anche ai docenti con contratto fino al 31 agosto, secondo quanto stabilito dal decreto-legge 45/2025, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2025, n. 79. L&rsquo;importo nominale della Carta &egrave; di &euro; 500 annui per ciascun anno scolastico. Questa quota individuale potrebbe variare nel prossimo futuro in quanto il gi&agrave; citato decreto-legge 45/2025 prevede che la cifra sia determinata ogni anno dal Ministero dell&rsquo;Istruzione e Merito insieme al MEF in base al numero complessivo dei beneficiari. Poich&eacute; la platea dei beneficiari potrebbe ulteriormente aumentare se dovessero beneficiare del bonus anche i supplenti temporanei o assunti fino al 30 giugno (come gi&agrave; avviene con quelli con contratto fino al 31 agosto), tutto ci&ograve; dovrebbe comportare un ridimensionamento dell&rsquo;importo individuale.

E infatti occorre tenere presente che &egrave; stato recentemente approvato un emendamento al decreto-legge 127/2025 (ancora in fase di conversione in legge) riguardante la riforma degli esami di Stato che prevede l&rsquo;estensione del beneficio della Carta docente anche ai supplenti con incarico fino al 30 giugno e al personale educativo. Se questo emendamento dovesse essere approvato la platea dei beneficiari sar&agrave; molto pi&ugrave; ampia e ci&ograve; determiner&agrave; la diminuzione della quota pro-capite attualmente fissata in 500 euro. Alla data attuale il MIM non ha ancora stabilito l&rsquo;importo nominale per l&rsquo;a.s. 2025-2026.

Come si sa, la Carta pu&ograve; essere utilizzata per coprire le spese (nell&rsquo;ambito della somma consentita) per una serie di prodotti didattici e professionali o servizi culturali, quali:

<ul>
	<li>corsi universitari e post-laurea;</li>
	<li>corsi di formazione e aggiornamento;</li>
	<li>libri e testi di vario tipo;</li>
	<li>riviste professionali e specialistiche;</li>
	<li>prodotti editoriali audiovisivi;</li>
	<li>hardware e software;</li>
	<li>biglietti per assistere a spettacoli teatrali, cinema, musei, mostre, eventi culturali.</li>
</ul>

Ma si tenga presente che sono stati presentati in Parlamento altri emendamenti di modifica al gi&agrave; citato decreto-legge 127/2025 che potrebbero ulteriormente modificare questa lista o i criteri di utilizzo. In particolare si prevede la possibilit&agrave; di acquistare&nbsp;dispositivi tecnologici&nbsp;solo ogni quattro anni, e non annualmente come avviene attualmente. &Egrave; prevista inoltre l&rsquo;estensione della Carta anche per l&rsquo;acquisto di biglietti per i servizi di trasporto.

In conclusione, la Carta del docente &egrave; uno dei pochi benefit di cui godono gli insegnanti che, com&rsquo;&egrave; noto, percepiscono uno stipendio che suona offensivo rispetto alla media dei loro colleghi UE. Ridurre l&rsquo;importo della quota individuale della Carta vuol dire considerare la professionalit&agrave; dei docenti non meritevole di considerazione. E questo &egrave; un ulteriore segnale della scarsa attenzione che, in senso pi&ugrave; generale, viene riservata alla scuola da parte della classe politica.

L’intrico della Carta del docente