Articoli
Liberare da stereotipi e pregiudizi | in Classe
Educare al confronto vuol dire sperimentare che per l’altro io sono l’altro

Il termine “stereotipo” deriva da stereotipia (dal greco stereòs = rigido e tòpos = impronta), una tecnica di stampa che utilizza lastre di piombo per riprodurre copie sempre uguali a sé stesse. Questo termine fu usato per la prima volta nel 1922 in uno studio sui processi di formazione dell’opinione pubblica per definire una visione distorta della realtà sociale perché è costituito dalle immagini mentali (la “stampa”) che ci costruiamo per semplificare la realtà (“la riproduzione di copie uguali a sé stesse”).
Stereotipi e pregiudizi
Gli stereotipi non si formano in modo casuale o per una scelta intenzionale ma nascono e sono parte integrante della cultura di un gruppo (familiare, amicale, scolastico, sportivo ecc.). Lo stereotipo svolge una funzione difensiva, garantendo una chiusura del gruppo rispetto a una realtà esterna da cui proteggersi.
Solitamente tale concetto è accompagnato da quello di pregiudizio (da praeiudicium = sentenza preceduta, un giudizio anticipato rispetto alla valutazione dei fatti, sfavorevole od ostile).
Incorrere in stereotipi e pregiudizi (più o meno consapevolmente) è naturale. Purtroppo, spesso, questa mancanza di accettazione genera un “non-rapporto” con loro, un allontanamento che non aiuta ad affrontare e superare gli atteggiamenti di paura, rifiuto e sospetto da cui originano. Dunque, è solo riconoscendoli che potremo risolverli e aiutare noi stessi e gli altri a oltrepassarli, con autentico interesse e con atteggiamento positivo. In questa direzione, un approccio educativo utile è il metodo del decentramento (o dei punti di vista).
Il metodo dei POV
Educare al confronto significa innanzitutto far crescere la capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista, imparando a considerare il proprio modo di pensare non l’unico possibile o l’unico legittimo ma uno fra molti. Ed è solo attraverso il confronto con gli altri che si possono scoprire nuovi “POV” (Points of View). Quindi, per educare/istruire/formare “liberando” da stereotipi e pregiudizi, è necessario offrire quotidianamente stimoli che aiutino a scoprire e a sperimentare che, per l’altro, io sono l’altro.
PER SCOPRIRE POV DIVERSI
- Si può considerare il “POV” di una ripresa cinematografica: la scena viene inquadrata dal punto di vista di ogni personaggio, come se la si vedesse con i suoi occhi.
- Si può giocare con i diversi posizionamenti del corpo nello spazio: una stessa immagine (per esempio il numero “6”) assume significati diversi (“6” oppure “9”) rispetto al “POV” da cui si guarda.
- Si può raccontare qualcosa degli altri e accogliere la storia che gli altri possono restituire di noi. Essere “visti” e raccontati da altri ci aiuta a relativizzare il nostro punto di vista.
- In una “striscia” dei Peanuts, Piperita Patty risponde a una domanda dell’insegnante dicendo “Dieci!” ma la risposta non è corretta. Piperita chiede allora all’insegnante se non ha qualche domanda la cui risposta sia “Dieci”. Questo metodo è efficacissimo per allenare i diversi “POV”: l’insegnante fornisce ai bambini le risposte e, su queste, chiede loro di formulare le domande.