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Leggere ad alta voce
Perché leggere libri ad alta voce ai propri bambini? Tagliamo questa domanda in due metà: “Perché narrare con la voce ai propri bambini?” e “Perché leggere libri ai propri bambini?”. E cominciamo dalla voce. Perché la voce è all’inizio: del mondo, dell’umanità e di ciascun uomo.

Perché leggere libri ad alta voce ai bambini? La risposta a questa domanda pare semplice: perché sentiamo la necessità o comprendiamo l’utilità e la bellezza di narrare ad alta voce ai bambini, ma non sappiamo che dire. Semplifichiamo a questo punto anche il discorso, arduo per sua natura, del rimpianto per le cose del passato, del flusso irreversibile o meno dello “sviluppo”, dell’eccellenza o miseria della modernità.
Non ci avvaliamo più di sistemi di posta con corrieri e stazioni di cambio, e per fortuna: ma qualcuno può ben preferire scrivere ancora lettere a mano piuttosto che e-mail; usiamo il telefono con gran vantaggio e conforto da un secolo e mezzo, ma qualcuno può ben ritenere che certi discorsi vadano fatti faccia a faccia; non ci confezioniamo più gli indumenti e perfino i tessuti in casa, ma qualche signora nostalgica può iscriversi a corsi di telaio.
Non siamo più in possesso di un patrimonio culturale orale, narrativo e poetico. Ci è stato espropriato, e noi abbiamo consentito che lo fosse; le ragioni ci sono ma non pare questo il luogo per discuterle. Non conosciamo più fiabe e storie da raccontare a memoria, o in parte reinventandole, e non siamo più capaci di inventarle di sana pianta; ma possiamo ben riappropriarci del potere di consolazione, nutrimento e guarigione contenuto negli strati profondi della nostra voce e narrare egualmente ai nostri bambini.
Se non è più possibile attingere da magazzini di storie orali nella nostra memoria, c’è un ricchissimo repertorio di libri fuori di essa, in cui troveremo storie – sono certo di non dire un’eresia – molto più belle e splendenti di quelle orali.