Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Dall&rsquo;annuale <a href="https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-disponibili-i-primi-dati-sull-a-s-2023-2024-in-classe-circa-7-2-mln-di-studenti-1" target="_blank">pubblicazione del Ministero dell&rsquo;Istruzione</a> sui dati relativi alle scuole e agli alunni iscritti emergono informazioni interessanti che danno conto delle tendenze in atto. Scomponendo i dati e comparandoli con quelli dello scorso anno viene confermata la tendenza della diminuzione dei bambini iscritti che si traduce in meno scuole e meno classi. 

In particolare, per quanto riguarda la scuola dell&rsquo;infanzia, si registrano 12.109 alunni in meno rispetto allo scorso anno scolastico (da 821.970 si &egrave; passati agli attuali 809.861). Le scuole dell&rsquo;infanzia diminuiscono di 49 unit&agrave; (da 13.184 a 13.135) e di 375 sezioni (da 40.766 a 40.391). Un po&rsquo; pi&ugrave; grave appare la situazione delle scuole dell&rsquo;infanzia paritarie (dati relativi al 2021-2022) che registrano una diminuzione di 16.218 bambini (da 46.6037 a 44.9819) e di 226 scuole (da 8.529 a 8.303). 

Se incrociamo questi dati con quelli pubblicati da Save the Children nel rapporto <a href="https://www.savethechildren.it/press/scuola-al-un-nuovo-anno-che-risente-dell%E2%80%99impatto-della-crisi-demografica-rispetto-7-anni-fa" target="_blank">Il Mondo in una classe. Un&rsquo;indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane</a>, emerge un quadro ancor pi&ugrave; preoccupante in ordine ad alcuni specifici aspetti. Infatti, se &egrave; vero che con il PNRR &egrave; stata sottolineata l&rsquo;importanza degli investimenti sull&rsquo;istruzione, soprattutto dopo l&rsquo;emergenza Covid-19, &egrave; altrettanto vero che in Italia la percentuale di Pil investita &egrave; scesa al 4,1% contro una media UE del 4,8%. Ci&ograve; ha delle ripercussione sulla diffusione dei servizi educativi, soprattutto in riferimento alla prima infanzia. Infatti, la disponibilit&agrave; di posti nelle strutture educative pubbliche e private per la fascia 0-2 anni &egrave; pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti (dati 2021/2022), quindi ancora molto lontana dall&rsquo;obiettivo europeo del 33% entro il 2010 e ancora pi&ugrave; dal nuovo obiettivo del 45% entro il 2030. 

L&rsquo;altro dato da segnalare &egrave; che la precentuale dei bambini con cittadinanza non italiana che frequentano la scuola dell&rsquo;infanzia &egrave; del 77,9% (sale all&rsquo;83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani. Questa potrebbe essere una delle ragioni per cui gli studenti con cittadinanza non italiana in ritardo nell&rsquo;anno scolastico 2021/22 rappresentavano il 25,4%, mentre quelli di origine italiana erano l&rsquo;8,1%, con un divario ancora pi&ugrave; ampio nella scuola secondaria di II grado (48,4% contro il 16,3%). 

A questo proposito il Rapporto di Save the Children offre una interessante chiave di lettura complementare a quanto stiamo dicendo, ossia la relazione esistente tra educazione e cittadinanza. Com&rsquo;&egrave; noto, secondo la legislazione vigente, in Italia si pu&ograve; ottenere la cittadinanza italiana solo quando si diventa maggiorenni e in seguito ad un iter burocratico complesso e bizantino. Le ricerche internazionali dimostrano per&ograve; che c&rsquo;&egrave; una correlazione positiva tra il successo formativo e il riconoscimento dello status di cittadino ai minori con background migratorio. Il senso di appartenenza ad un luogo e a una cultura viene rafforzato dal sentirsi anche giuridicamente cittadino italiano. Quando la politica comprender&agrave; questo dato l&rsquo;Italia diventer&agrave; pi&ugrave; civile. 

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Scuola dell’infanzia: meno bambini, pochi investimenti, qualche riflessione