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La rivoluzione dell’ignoranza: ascoltare le bambine e i bambini

Suscitare accogliere pensieri e ragionamenti, tener vivo un dialogo aperto tra noi e col mondo che ci circonda: un valore educativo di enorme portata davanti agli eventi di questi tempi

di Franco Lorenzoni27 novembre 20204 minuti di lettura
La rivoluzione dell’ignoranza: ascoltare le bambine e i bambini | Giunti Scuola

“La rivoluzione scientifica non è stata una rivoluzione della conoscenza”, scrive lo storico Yuval Noah Harari. “È stata soprattutto una rivoluzione dell’ignoranza. 

“La grande scoperta che lanciò la rivoluzione scientifica fu la scoperta che gli umani non conoscevano le risposte alle loro questioni più importanti. Nelle antiche tradizioni per ottenere la conoscenza necessaria bastava che ci si rivolgesse a qualcuno più saggio. Non occorreva scoprire qualcosa che nessuno ancora conosceva”.

La scienza moderna, al contrario, “ammette apertamente che vi sia un’ignoranza collettiva riguardo alle questioni più importanti. I fisici ammettono di non sapere cosa abbia causato il big bang, o come conciliare la meccanica quantistica con la teoria della relatività generale. (…)

La disponibilità ad ammettere l’ignoranza ha reso la scienza moderna molto più dinamica, flessibile e curiosa di ogni precedente tradizione del sapere. Ciò ha enormemente espanso la nostra capacità di comprendere come funziona il mondo e di inventare nuove tecnologie”.

Queste affermazioni, contenute nel libro Sapiens, da animali a dei, penso potrebbero essere particolarmente utili a chi insegna oggi e dar luogo a interessanti discussioni sulle relazioni tra sapere e ignoranza, che sono il pane quotidiano dell’educare. 


In mezzo alla pandemia

Ci troviamo infatti nel mezzo della peggiore pandemia degli ultimi cento anni e di fronte a uno sforzo assolutamente straordinario di scienziati di diversi continenti, che stanno concentrando tutte le loro intelligenze per trovare, il più velocemente possibile, un vaccino che argini il dilagare del virus. Tutto ciò accade perché il virus non sta colpendo solo sperduti villaggi africani, ma anche le città più ricche del pianeta. Sta mettendo in crisi l’economia mondiale e dunque le ricerche possono giovarsi di straordinari finanziamenti. 

Negli ultimi anni, il fatto di avere a portata di mano giochi e strumenti tecnologici mirabolanti ha generato nella gran maggioranza di bambini e ragazzi la sensazione di una sorta di onnipotenza umana, perché sembrava che ogni cosa potesse essere conosciuta e controllata con il tocco in uno schermo. 

Poi d’un tratto tutta questa enorme potenza è stata platealmente rimessa in causa da un microscopico virus che, con la sua capacità di trasmissione, ha costretto tutti noi a cambiare abitudini e comportamenti e a vivere giorno per giorno, circondati dall’incertezza.

Costrizioni innaturali, assolutamente inimmaginabili solo nove mesi fa come il non potersi abbracciare e toccare tra amici, fanno parte ora del nostro paesaggio quotidiano.

In modi diversi, nelle diverse età, il tema dei limiti delle cure disponibili e, insieme, del disperato bisogno che noi umani abbiamo di aumentare le nostre conoscenze per sopravvivere, è divenuto così urgente che ne parla ogni telegiornale. 

E allora ascoltare dubbi, pensieri, ipotesi e ragionamenti di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, sapendo suscitare e tener vivo un dialogo aperto tra noi e col mondo che ci circonda, credo potrebbe avere un valore educativo di enorme portata oggi. 

Proviamo ad allargare lo sguardo

Tra docenti dovremmo cercare il modo di confrontarci intorno alle forme e ai materiali migliori che ci permettano di seguire ciò che accade, approfondendone e ampliando i più diversi aspetti.

Mai una sfida scientifica aveva riguardato così da vicino la nostra vita quotidiana, individuale e collettiva. Mai una lotta contro una malattia comune aveva riguardato contemporaneamente così tanti popoli e paesi lontani tra loro.

La scuola è certamente il luogo dove si può provare a dare uno spessore storico, allargando lo sguardo su ciò che accade, giovandoci degli strumenti e dei linguaggi che ci possono fornire le diverse discipline a partire dalla matematica e dalla statistica, di cui possiamo finalmente toccare con mano la necessità.

Proviamo a farlo e a raccontarci cosa ne esce perché imparare assieme partendo della nostra ignoranza è un ottimo modo per stare vicini. 


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