Il tuo carrello (0 prodotti)

Il tuo carrello è ancora vuoto

Libri, riviste e tanti materiali digitali: trova la risorsa per te.

La Natura, maestra di resilienza

Il comportamento di piante e animali come metafora per riflettere sull’importanza del gruppo. La leggenda delle Tre Sorelle e altri spunti

di Antonella Sada10 marzo 20211 minuto di lettura
La Natura, maestra di resilienza | Giunti Scuola

In questo momento storico caratterizzato da profondi cambiamenti nello stile di vita e dalla necessità di ridurre i contatti sociali, a seguito dei necessari accorgimenti legati all’emergenza sanitaria, è quanto mai urgente “seminare” nei bambini messaggi di solidarietà e fratellanza. Occorre trovare strategie per riflettere sull’importanza del gruppo e sul valore che l’altro può dare alla propria vita.
La natura, come spesso accade, offre allo scopo ottimi spunti e il comportamento di piante e animali può essere utilizzato come metafora, accessibile alla comprensione dei bambini, per trasmettere importanti contenuti.


Cooperazione verde


Attingendo dai principi dell’agricoltura sinergica si possono trovare validi esempi di come piante di specie diversa, se coltivate insieme, si sostengano reciprocamente e crescano più rigogliose rispetto a quanto accadrebbe se fossero seminate in luoghi separati. Tra gli esempi di biodiversità quello de Le  tre sorelle, trae le sue origini da culture lontane ed è emblematico della ricchezza degli apporti che ciascuno può dare alla vita della propria comunità.

Secondo la tradizione dei nativi americani infatti ci sono tre piante che, se seminate accanto, beneficiano della reciproca vicinanza: il mais, i fagioli e le zucche o zucchine. Ciascuna delle tre piante riceve dalle altre qualche giovamento: le zucche, strisciando al suolo, fungono da pacciame: mantengono umida la terra e ostacolano la crescita delle erbe infestanti; il granoturco offre ai fagioli rampicanti un solido appoggio per crescere e questi, intrecciandosi al fusto, lo rendono più stabile e resistente alla forza del vento. Non da ultimo i fagioli, fissando l’azoto del terreno, svolgono la funzione di un fertilizzante.

Sfruttando il fascino che le attività di semina hanno sui bambini e affinando esperienze scientifiche e proposte linguistiche, è possibile avviare un progetto finalizzato alla consapevolezza del valore che la molteplicità di aspetti e comportamenti dei singoli può dare al gruppo classe. Seguire la crescita delle piante e dedicarsi alla loro cura educa inoltre all’attesa e al rispetto dei ritmi della natura.



Osservare per narrare


Proponiamo al bambino di osservare e toccare una pannocchia di mais, alcuni baccelli di fagioli e una zucca. Descriviamone l’aspetto e lasciamo che i bambini raccontino le esperienze vissute in relazione a questi ortaggi. Tutte le attività che proporremo permetteranno ai bambini di accrescere il vocabolario e di perfezionare la capacità di formulare e argomentare ipotesi.

Stimoliamo la conversazione con domande-tipo: “Hai mai mangiato questi vegetali?” “Ti piacciono?” “Sai da dove provengono?”. Osserviamo e denominiamo le varie parti della pianta: buccia, polpa, foglie, pennacchio. Poi apriamo i baccelli, tagliamo la zucca e sgraniamo la pannocchia. 

Se ne abbiamo la possibilità facciamo scoppiare il mais, tostare i semi di zucca e lessare i fagioli: i bambini saranno affascinati dallo scoprire che tutti e tre i semi sono commestibili. Confrontiamo le consistenze e diamo un nome alle sensazioni. 

Mettiamo poi chicchi di mais, fagioli e semi di zucca freschi in tre contenitori trasparenti con bambagia umida e osserviamo nel tempo lo sviluppo delle piante. “Cosa occorre per farle crescere?  Formuliamo ipotesi e nei giorni che ci separano dal veder comparire i germogli raccontiamo la leggenda delle Tre sorelle.


Le tre sorelle

La leggenda, la cui fonte è incerta e fa parte della tradizione orale, narra che: “C'erano una volta tre sorelle, così unite da stare sempre insieme, e così legate da non pensare di poter sopravvivere l'una lontana dalle altre. La più piccola delle tre era vestita di verde, e strisciava ancora per terra; si sarebbe potuta alzare in piedi solo appoggiandosi ad un bastone.

La seconda era vestita di giallo, e fuggiva verso il sole ogni qualvolta il vento la scompigliava tutta. La terza, la maggiore, più grande e alta, sorvegliava le altre due, e aveva uno scialle verde pallido sul quale scioglieva i lunghi capelli biondi. Un'estate arrivò un giovane guerriero, un ragazzino coraggioso dai passi lievi, che conosceva il linguaggio degli animali della foresta.

Le sorelle lo guardarono con interesse, ma il mattino dopo egli era scomparso, e con lui la più piccola delle sorelle. Le due rimaste piansero molto, ma lei non tornò.
Il giovane tornò un'altra volta, lasciando sul terreno le impronte lievi dei suoi mocassini. Ancora una volta, il giorno dopo, il guerriero era sparito e con lui la sorella mezzana. 

La maggiore iniziò a piangere, e i suoi splendidi capelli divennero aggrovigliati e sporchi. Il guerriero sentì il suo pianto, e ritornò da lei. La prese tra le braccia e la portò a casa sua, dove ritrovò entrambe le sorelle. Queste erano rimaste affascinate dal giovane, l'avevano seguito e cercavano di essere utili come potevano. La sorella più piccola, ormai cresciuta, aveva preparato la cena; la mezzana restava ad asciugare in un angolo, e avrebbe fornito le cene future; la più grande avrebbe macinato la farina per il giovane… e aiutandosi a vicenda sarebbero vissute felici e contente!".

Crescere insieme

Quando i semi saranno germogliati trapiantiamoli in una porzione di terra del giardino o in un grande vaso, se non si dispone di spazi esterni. Spieghiamo ai bambini che le tre piante crescendo insieme si aiuteranno, mettendo a disposizione le loro caratteristiche e proprietà, proprio come le sorelle del racconto.

Intavoliamo una conversazione che stimoli ognuno a riconoscere i propri punti di forza e le proprie abilità, rivolgendo domande dirette: “Che cosa sai fare bene?” oppure chiediamo al gruppo di descrivere a turno un compagno, ricercando le attività in cui è più competente. “Bryan è bravo a fare le capriole e mi ha insegnato come si fa”; “Maryam è sempre gentile e mi presta sempre i suoi giochi”; “Francesca sa disegnare bene e mi ha insegnato a fare i cuori”: riconoscendo il contributo che il singolo può dare al gruppo agiremo sulla consapevolezza che, tanto più sono diversi i talenti che mettiamo a disposizione, tanto più possiamo accrescere le nostre capacità e stare bene insieme.  Compito dell’educatore diventa allora proprio quello di  “aiutare ognuno a diventare se stesso incontrando gli altri”. (A. Jacquard , Elogio della differenza -1978).

Scuola primaria

Dove trovi questo contenuto

Potrebbero interessarti