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Interlingua: osserviamo i bambini
I ferri del mestiere che possiamo usare sono il concetto di interlingua, un registratore, i task e una guida per l’analisi.
Imparare a osservare
Chi insegna deve tener conto dei processi naturali di acquisizione. Il punto di partenza è l’osservazione di ciò che i bambini sanno fare e l’identificazione delle aree della lingua su cui stanno lavorando. Sulla base di queste informazioni sarà possibile selezionare materiale linguistico e attività per rendere più efficaci i processi in atto. Da dove partire? Innanzitutto dallo studio: che cos’è l’interlingua? Una video lezione del prof. Gabriele Pallotti può essere un primo stimolo per orientarsi.
Successivamente è importante allenare lo sguardo, cominciando proprio dall’osservazione dei nostri allievi. Vediamo quali tappe seguire. Dotiamoci di un registratore e sperimentiamo l’uso di alcuni task. Proponiamo le attività a uno o due bambini, registriamo e trascriviamo le loro produzioni. I task sono uno stimolo per parlare, il registratore ci permette di tener traccia delle parole dei bambini, e infine la trascrizione ci aiuta a portare l’attenzione su fenomeni che possono sfuggire all’ascolto. Evitiamo di fare una “caccia agli errori”. Non limitiamoci a notare cosa non va, piuttosto impariamo a concentrarci su ciò che c’è. Con l’aiuto di una guida all’analisi esercitiamoci nell’ascolto, concentrandoci invece sulla nostra capacità di rilevare sistematicità e strategie.
Riflettere su ciò che abbiamo appreso attraverso l’osservazione
Cosa sappiamo ora rispetto alle competenze degli allievi? Come è cambiata la nostra percezione? Potremmo magari scoprire come i bambini che pensavamo poco competenti sappiano fare molto di più di quanto avevamo colto.