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Imparare (giocando) la Storia
Riflessioni e proposte operative per utilizzare l’Archeologia come strumento per indagare il passato e mettere a fuoco il presente

Il mondo delle fonti materiali, che l’Archeologia riesce a interrogare e far parlare, può essere un ottimo punto di contatto con il passato, in quanto aiuta bambini e bambine a percepire la Storia in maniera più concreta e vicina alla loro realtà di tutti i giorni. Molta Archeologia contemporanea, infatti, si occupa di oggetti della vita quotidiana, di fonti materiali che hanno una grande capacità evocativa e accorciano le distanze tra noi e gli uomini e le donne del passato, facendoci scoprire che le esigenze primarie sono rimaste nel tempo sempre le stesse: ripararsi, nutrirsi, riscaldarsi o proteggersi dal freddo. Il metodo di lavoro sulle fonti materiali abitua, inoltre, i bambini e le bambine a osservare, riconoscere e valorizzare le diversità e li aiuta a ricostruire una sequenza di eventi, fino a farla diventare una storia di cui possono sentirsi protagonisti. Ciò che conta è che abbiano la possibilità di “entrare dentro” quell’epoca lontana, di farne in qualche modo esperienza.
Imparare facendo, in particolare attraverso il gioco, può apportare grandi benefici all’apprendimento dei bambini
Imparare (facendo) in classe
Quando si impara facendo, non solo si acquisisce conoscenza ma si è anche indirizzati verso il pensiero, la riflessione e l’elaborazione personale dei concetti, ovvero verso processi mentali che stimolano memoria, consapevolezza e l’interiorizzazione del contenuto. Attraverso il “fare” – e la possibilità di sentirsi presenti e agenti – si attivano processi cognitivi, emozionali e sensoriali basilari per un apprendimento efficace. Ciò vale in particolare per la Storia, una materia spesso considerata ostica dai bambini proprio perché i contenuti da imparare possono apparire nozioni astratte e lontane dalla loro realtà quotidiana. Si tratta allora di invitare i bambini e le bambine a immergersi in un determinato periodo storico e a “sperimentarne” alcuni aspetti.
Un’esperienza sul Neolitico
Scegliamo un determinato periodo storico, per esempio il Neolitico (ma l’esperienza è applicabile alle varie epoche o civiltà). Per farvi immergere i bambini, una volta affrontato lo studio tradizionale, suggeriamo di creare una narrazione guidata e letta dall’insegnante/narratore in cui siano previste:
- azioni da compiere (che permettano di ripercorrere specifiche attività caratteristiche del periodo in questione, come la tessitura, la coltivazione dei campi o l’allevamento);
- personaggi ben delineati da impersonare estraendoli a sorte (l’allevatore, la tessitrice, il vasaio, l’agricoltore…);
- obiettivi da raggiungere (recuperare gli animali fuggiti dai recinti, creare le stoffe…) che spingeranno i bambini a impegnarsi per guadagnare spillette, distintivi (o altri piccoli “premi”) che, oltre a essere collezionabili, sanciscono il raggiungimento di un traguardo e quindi stimolano il coinvolgimento.
“Recitando” i ruoli dei personaggi e dovendo compiere azioni necessarie alla vita del tempo, alunni e alunne si renderanno protagonisti attivi dell’apprendimento.
Per approfondire, proponiamo attività esperienziali con Gioco e storydoing.
Idee e proposte operative
Il mondo digitale e internet forniscono strumenti e spunti utili per espandere le esperienze relative a una data epoca storica. Internet può aiutare ad approfondire gli argomenti presenti nel programma, a patto che si faccia riferimento a siti con contenuti verificati, come quelli di musei, aree archeologiche e blog gestiti da archeologi. Un esempio è il blog Archeokids, che racconta l’Archeologia ai bambini: uno spazio in italiano in cui trovare informazioni su siti, oggetti, personaggi del passato e approcci didattici creativi.
Allo stesso tempo, la rete fornisce agli insegnanti tantissimi materiali e altrettanti spunti utili su come utilizzarli per preparare lezioni e progetti. Parlando di video, podcast e audioguide, spesso le idee migliori vengono dagli stessi bambini, ed è sufficiente ascoltarli e guidarli nelle scelte per produrre un’esperienza condivisa che rimanga nel tempo. Si tratta di lavori complessi in cui ogni componente della classe può avere un ruolo e in cui il gioco di squadra è necessario. L’Archeologia funziona come contenuto – per raccontare bisogna conoscere – e come mezzo: i nostri parenti conoscono il sito archeologico che si trova nel nostro territorio? Intervistiamoli! L’esperienza si conclude ma il ricordo rimane, e magari a distanza di anni si va a rivedere il video o ad ascoltare l’audioguida.
La rete offre tanti spunti per giocare e imparare con l’Archeologia
Leggere storie… in classe e al museo
Il libro ha un posto di capitale importanza nell’educazione di ciascun bambino/a: proporre un libro o un albo illustrato non significa tanto offrire una storia per educare, quanto mettere a disposizione uno strumento di esplorazione che sia al contempo fantastica, fisica e interiore.
Le storie agiscono nel profondo e influenzano il modo in cui i bambini e le bambine costruiscono nella loro mente l’immagine del mondo attorno. Le storie sono, per così dire, il primo banco di prova per misurarsi con la realtà; offrono un punto di vista privilegiato – mediato dalla voce di chi legge – sulla realtà. Un binocolo ideale per mettere a fuoco il mondo.
Pertanto, leggere libri di divulgazione o albi o libri illustrati, prima o in associazione a un’attività didattica, è importante nella misura in cui serve a stabilire i contorni, l’ambito di una relazione entro cui si inscrive l’esperienza di conoscenza che ne consegue. Le storie creano “un tempo sospeso, una zona franca” in cui è bello incontrarsi a tutte le età. Sono strumenti di mediazione nella misura in cui permettono a chi ascolta di fidarsi e affidarsi a colui/colei che guida l’attività didattica per tutto il tempo a disposizione.
Per saperne di più
- Collana “A piccoli passi” (L’Egitto e L’Archeologia), Giunti
- Scava con archeokids, Editoriale Scienza
- Collana “Che Storia!”, Edizioni EL