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Il viaggio della mela: dal frutteto alla nostra tavola
Tre attività per scoprire coltivazione e distribuzione della mela

Questa pillola si compone di tre attività che hanno lo scopo di conoscere le caratteristiche della mela, la sua coltivazione e distribuzione. La finalità generale è quella di sviluppare nel bambino la capacità di saper conoscere il reale (mela, frutteto, mercato, negozi, ecc.) a partire dall’esperienza diretta, costituita dall’osservazione delle cose e dall’ascolto delle esperienze personali, grazie all’assunzione di un pensiero che procede con il dubbio e la formulazione di interrogativi, intesi come fondamento della ricerca scientifica.
Ogni attività comprende: obiettivi, attività, materiali per i bambini e approfondimenti per gli insegnanti. Nelle attività per i bambini sono stati inseriti solo alcuni interrogativi per l’avvio di discussioni in gruppo che, siamo certe, saranno ampliati e arricchiti dalla creatività ed esperienza degli insegnanti.
Laboratori per la classe 3a
Scarica le schede da distribuire in classe:
Attività 1 | Conosciamo la mela
Obiettivi
Conoscere il fiore, il frutto e il seme. Conoscere la biodiversità delle mele.
Attività per i bambini
Osserviamo le parti del frutto e come crescono le piante: manipolazione del frutto e delle sue parti, visione di foto e/o di filmati, lavoro di sintesi a coppie e in gruppo.
La biodiversità delle mele:
- le mele sono tutte uguali?
- La loro differenza o somiglianza da che cosa dipende?
Osservazione e analisi delle foto sulla biodiversità delle mele
Discussione in gruppo
Approfondimenti per l’insegnante |
Il racconto della mela: un frutto da scoprire
La mela è il frutto generato dal melo; è di forma tondeggiante, ha una buccia colorata e una polpa bianca e saporita, che contiene all’interno i semi. Il frutto è il modo che l’albero ha trovato per proteggere e mantenere vivi a lungo i suoi semi: da ogni semino, se cadrà nel terreno adatto e con la luce e il nutrimento giusti, potrà nascere un nuovo albero. Per questo i semi sono preziosi: sono i piccoli degli alberi, delle piante in generale. Le piante che producono semi sono molto antiche, molto più antiche degli esseri umani. Le specie che producono fiori, che impollinati maturano in frutti, i quali racchiudono i semi, hanno più di cento milioni di anni, ma sono le più giovani tra le piante che abitano la Terra.
Il fiore è una grande “invenzione” nell’evoluzione delle piante. Piante e insetti abitavano insieme il pianeta già da milioni di anni prima della comparsa dei fiori, e da sempre le piante coi loro succhi fornivano nutrimento agli insetti. Il fiore si rivelò subito vantaggioso sia per gli insetti, che impararono presto ad apprezzare le sostanze zuccherine che trovavano al suo interno, sia per le piante che, spolverando di polline le ali e i peli dei visitatori, li usavano come vettori per arrivare a fecondare altri fiori e così riprodurre la propria specie. I reciproci adattamenti, e la dipendenza sempre più stretta fra piante a fiore e insetti impollinatori, sono un ottimo esempio di come i viventi siano tutti legati da processi di co-evoluzione.
VIDEO
La mela (durata minuti 2: 53)
Evoluzione delle piante (durata minuti 5:18)
Semi che germogliano (durata minuti 1:33)
Dal seme alla pianta pino, fragola, kiwi… (durata 30:39)
La coevoluzione piante-impollinatori (durata 4:39) – lingua Inglese con sottotitoli
Attività 2 | Come viene coltivata una mela
Obiettivi
Conoscere la relazione tra piante ed ecosistema: il frutteto biologico-tradizionale e industriale
Attività per i bambini
Come crescono le mele che mangiamo?
Osservazione di foto del meleto biologico-tradizionale e del meleto industriale: individuazione di differenze e somiglianze.
Osservazione diretta delle mele prodotte nei due frutteti, discussione e raccolto di nuovi interrogativi da rivolgere ad esperti e coltivatori.
Visione di filmati.
Produzione di fotografie e disegni.
Approfondimenti per l’insegnante |
La produzione delle mele, e della frutta in generale, avviene in frutteti, che possono essere coltivati in due modi diversi.
Il frutteto coltivato con metodo biologico-tradizionale
Questo metodo cerca di seguire e rispettare gli equilibri tra le specie vegetali e animali nell’ecosistema costituito dal frutteto. Quindi non utilizza sostanze chimiche nocive per le forme di vita (come pesticidi, fungicidi, insetticidi, erbicidi…), né fertilizzanti azotati derivati dal petrolio. Con questo metodo la biodiversità naturale può prosperare. In questo frutteto molte specie di piante crescono fra i meli, p.e. erbe aromatiche, leguminose che fissano l’azoto e arricchiscono naturalmente il terreno, e inoltre siepi e piante selvatiche che offrono nutrimento e riparo a uccelli, piccoli animali e insetti. La ricchezza di specie, a partire da quelle microbiche, rende il terreno ricco di nutrienti - l’humus - molto fertile e capace di trattenere l’acqua. L’ecosistema è quindi resiliente, cioè capace di resistere a stress e parassiti, per cui produce frutti di buona qualità. Di speciale importanza sono le relazioni tra insetti e piante. In un ambiente ‘sano’ si stabilisce un equilibrio tra gli insetti utili e quelli dannosi, per effetto delle naturali relazioni di predazione. Ciò contribuisce molto alla produttività delle piante e alla qualità dei frutti, che sono infatti più saporiti e più ricchi di sostanze nutritive e salutari (vitamine, in particolare C, antiossidanti..).
Il frutteto coltivato con metodo industriale
In questo frutteto vale il principio della monocoltura, quindi le altre piante sono viste come infestanti da eliminare. Le pratiche colturali sono standardizzate in vista di una maggiore produttività: le piante sono in file a distanze regolari, in modo da consentire il passaggio delle macchine per la raccolta e per i trattamenti chimici. Nei frutteti industriali si coltivano varietà molto produttive, ma essendo il risultato di lunghe selezioni per l’aumento della produttività, sono piante deboli, non sopportano gli stress e facilmente si ammalano. I trattamenti chimici sono quindi molto frequenti; ciò comporta la morte anche dei microrganismi nel suolo e quindi la scarsa fertilità del terreno. Di qui la necessità di fertilizzanti azotati in grandi quantità. Purtroppo, tutti questi trattamenti chimici sono inquinanti, e tossici non solo per i parassiti a cui sono destinati, ma anche per gli inseti utili e per gli esseri umani, attraverso i loro residui nella frutta. Il terreno privo di humus non trattiene l’acqua. Il frutteto industriale è quindi un ecosistema molto povero e fragile, che richiede il continuo intervento umano, con mezzi poco sostenibili per l’ambiente.
VIDEO
RAI3: pesticidi e salute (durata 5:11)
Attività 3 | Dalla produzione alla distribuzione
Obiettivi
Conoscere il viaggio della mela per arrivare sulla nostra tavola
Conoscere la relazione esistente tra la qualità di una mela e la lunghezza del trasporto
Attività per i bambini
Esiste una relazione tra una mela buona, nel gusto e nelle qualità nutrizionali, e il suo viaggio per arrivare sulla nostra tavola?
Discussione sulla frutta che mangiamo: caratteristiche e provenienza.
Conosciamo le etichette della frutta che troviamo al supermercato.
Cosa ci racconta un’etichetta?
Visita a un supermercato e a un mercato contadino locale: quali sono le differenze e quali le somiglianze di questi due luoghi?
Interviste ai venditori/coltivatori presenti in un mercato.
Costruzione di mappe geografiche che fanno capire la provenienza di una mela o di altri frutti (luoghi e distanze).
Costruzione di grafici con distribuzioni di frequenza (colonnine, torte).
Approfondimenti per l’insegnante |
Nell’odierno mondo globalizzato, dove il cibo è un’importante merce quotata in borsa, le mele che arrivano sulle nostre tavole possono venire da grandi distanze, da altri paesi, anche da altri continenti.
Più le distanze sono grandi (p.e. quando la frutta arriva dall’America Latina o dall’Australia, come è il caso di molte mele), più i frutti sono sottoposti a trattamenti chimici per essere conservati e protetti da muffe e marciumi durante il lungo viaggio nelle stive delle navi o nei cassoni dei TIR.
I residui di queste sostanze tossiche restano nella frutta. Perciò più breve è il viaggio che la frutta compie per arrivare a noi, e meno saranno i trattamenti chimici cui è stata sottoposta.
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