Valutare senza stress…

(Buon) monitoraggio… e poi?

La valutazione e i giudizi descrittivi

OCCASIONI DI CRESCITASe viene abbandonata ogni rigida metodica, la scuola diventa luogo di apprendimento per problemi, dove è lecito avere dubbi e incertezze, fare domande, porre quesiti, cercare risposte ed espedienti per momentanee soluzioni, commettendo sbagli ed errori.In queste situazioni l’attenzione dell’insegnante è sui processi di apprendimento che il bambino attiva, le sue scelte, i suoi sforzi, le sue difficoltà. Supporta l’alunno nella riflessione, lo incoraggia a spiegare meglio il pensiero e, senza sottolineature negative, rilancia al gruppo le questioni. Così la scoperta di un errore, o più semplicemente di qualcosa che non va, diventa risorsa per il gruppo, perché dà modo a tutti (a chi lo compie, a chi lo scopre, a chi assiste) di rivedere e migliorare. Uno spiazzamento imprevisto che porta a ridiscutere il fatto, le posizioni, rendendo tutti più responsabili, più consapevoli, più forti.In una scuola attenta che promuove l’equilibrato sviluppo della mente del bambino l’attenzione non è focalizzata solo sull’acquisizione di competenze, ma sulle modalità, sui procedimenti, sulla flessibilità della mente protesa a modificare il proprio pensiero. L’apprendimento si configura in una continua tensione cognitiva, esplorativa e riflessiva dove dubbi, incertezze, sbagli ed errori fanno parte del gioco e ricoprono un importante ruolo. IL RUOLO DELL’INSEGNANTEL’insegnante è un mediatore co-protagonista fondamentale. È artefice di domande e rilanci (“Che cosa intendi dire? Spiega meglio la tua idea. Che cosa ti sembra importante e perché? Chi altro è d’accordo? Ci sono altre idee?”) che fungono da dispositivi didattici per migliorare la circolazione di idee e la riflessione.Oltre a incoraggiare il libero pensiero dei bambini, riduce la tensione di un insuccesso, governa l’imprevisto trasformandoli in occasione di apprendimento (“Sentite che cosa dice il compagno, che cosa ne pensate? Che cosa vi sembra di poter aggiungere o modificare? Che cosa vorreste aggiungere e perché?”).Aiuta ad accettare e prevenire, dove è possibile, invitando tutti alla riflessione sui fatti e all’analisi dei dati. Certo questo tipo di approccio necessita di tempi lunghi per dare spazio alla discussione, alle indagini del gruppo, alla costruzione di strumenti personali, ma un errore analizzato diventa momento di crescita cognitiva e relazionale del gruppo e a questo la scuola non può rinunciare. IL BAMBINO APPRENDISTA DI VITALa didattica in questione vede il bambino come apprendista di vita.Il primo passo è riflettere sul proprio apprendimento (che cosa e come stiamo facendo e perché) imparando a controllare positivamente insuccessi, sforzi, insicurezze.Il secondo è interrogarsi sulle strategie da attivare per favorire un apprendimento ottimale (che cosa posso fare, quale soluzione è migliore e perché, quali altre esperienze potrebbero aiutare…).Diventa quindi fondamentale incoraggiare il bambino a riflettere su ciò che succede nella sua mente mentre sta imparando.

“La cosa più preziosa che puoi fare è un errore: non imparerai nulla dall’essere perfetto” Elon Musk.

Le idee ingenue dei bambini, che nascono dal fare, esprimono ciò che si sa e si pensa e sono necessariamente embrionali, strane, imperfette, diverse dai saperi rigidi e dallo stereotipo scolastico.
 
 Queste imprecisioni presenti nel processo cognitivo del bambino sono didatticamente molto interessanti perché esprimono un pensiero in formazione, in continuo adattamento.
 


 Ma come gestire a scuola questi imprevisti? Come trasformare le idee ingenue in occasioni di apprendimento? Come aiutare i bambini a dipanare i pensieri tra

Le idee ingenue dei bambini, che nascono dal fare, esprimono ciò che si sa e si pensa e sono necessariamente embrionali, strane, imperfette, diverse dai saperi rigidi e dallo stereotipo scolastico. Queste imprecisioni presenti nel processo cognitivo del bambino sono didatticamente molto interessanti perché esprimono un pensiero in formazione, in continuo adattamento.Ma come gestire a scuola questi imprevisti? Come trasformare le idee ingenue in occasioni di apprendimento? Come aiutare i bambini a dipanare i pensieri tra il quasi giusto e il quasi sbagliato? Come abituarli ad accettare uno sbaglio, un rimprovero, un contrasto di idee, un dubbio trasformandoli in momenti di crescita?L’IMPORTANZA DELL’ERRORETra i vari tipi di apprendimento quello per prove ed errori è comune a tutti i viventi: fa parte dell’esperienza modificare comportamenti per acquisire maggiore consapevolezza e autonomia.Per camminare è necessario governare equilibrio e movimento, cadendo e rialzandosi più e più volte. Per comunicare si articolano parole, frasi, pensieri dopo molti tentativi. Per stare insieme è necessario gestire conflitti, litigi fino a trovare forme di adattamento. Per conoscere è indispensabile commettere errori e sbagli: i primi sono dovuti alla non conoscenza di fatti essenziali, i secondi alla imperfetta padronanza di attenzione, memoria e pensiero (per esempio il contare). Mi piace ricordare la maieutica socratica “in ogni errore giace la possibilità di una storia”: una visione dinamica, coraggiosa che rivaluta l’inciampo come opportunità per generare nuovo pensiero e miglioramento.a trovare forme di adattamento. Per conoscere è indispensabile commettere errori e sbagli: i primi sono dovuti alla non conoscenza di fatti essenziali, i secondi alla imperfetta padronanza di attenzione, memoria e pensiero (per esempio il contare).Mi piace ricordare la maieutica socratica “in ogni errore giace la possibilità di una storia”: una visione dinamica, coraggiosa che rivaluta l’inciampo come opportunità per generare nuovo pensiero e miglioramento.

Dall’errore nasce il pensiero meta-cognitivo, ossia ragionare su come ragiona la mente

Le idee ingenue dei bambini, che nascono dal fare, esprimono ciò che si sa e si pensa e sono necessariamente embrionali, strane, imperfette, diverse dai saperi rigidi e dallo stereotipo scolastico. Queste imprecisioni presenti nel processo cognitivo del bambino sono didatticamente molto interessanti perché esprimono un pensiero in formazione, in continuo adattamento.Ma come gestire a scuola questi imprevisti? Come trasformare le idee ingenue in occasioni di apprendimento? Come aiutare i bambini a dipanare i pensieri tra il quasi giusto e il quasi sbagliato? Come abituarli ad accettare uno sbaglio, un rimprovero, un contrasto di idee, un dubbio trasformandoli in momenti di crescita? L’IMPORTANZA DELL’ERRORE Tra i vari tipi di apprendimento quello per prove ed errori è comune a tutti i viventi: fa parte dell’esperienza modificare comportamenti per acquisire maggiore consapevolezza e autonomia.Per camminare è necessario governare equilibrio e movimento, cadendo e rialzandosi più e più volte. Per comunicare si articolano parole, frasi, pensieri dopo molti tentativi. Per stare insieme è necessario gestire conflitti, litigi fino a trovare forme di adattamento. Per conoscere è indispensabile commettere errori e sbagli: i primi sono dovuti alla non conoscenza di fatti essenziali, i secondi alla imperfetta padronanza di attenzione, memoria e pensiero (per esempio il contare). Mi piace ricordare la maieutica socratica “in ogni errore giace la possibilità di una storia”: una visione dinamica, coraggiosa che rivaluta l’inciampo come opportunità per generare nuovo pensiero e miglioramento.a trovare forme di adattamento. Per conoscere è indispensabile commettere errori e sbagli: i primi sono dovuti alla non conoscenza di fatti essenziali, i secondi alla imperfetta padronanza di attenzione, memoria e pensiero (per esempio il contare).Mi piace ricordare la maieutica socratica “in ogni errore giace la possibilità di una storia”: una visione dinamica, coraggiosa che rivaluta l’inciampo come opportunità per generare nuovo pensiero e miglioramento.

Ajello, A.M., Pontecorvo, C., Zucchermaglio, C. (2004). Discutendo s’impara. Roma: Carocci editore.Gardner, H. (2001). Educare al comprendere. Milano: Feltrinelli.Perticari, P. (1996). Attesi imprevisti. Torino: Bollati Boringhieri.Volzing, P.L. (1985). La capacità argomentativa nel bambino. Firenze: Giunti.

“La cosa più preziosa che puoi fare è un errore: non imparerai nulla dall’essere perfetto” Elon Musk.

Il potere educativo dell'errore

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