Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Il Consiglio di Stato ha annullato la decisione del Tar che &ldquo;bocciava&rdquo; il nuovo PEI. 
Ho gi&agrave; avuto modo di <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/pei-linee-guida-del-ministero-dopo-annullamento-del-tar" target="_blank">commentare la nota ministeriale</a> prot. 2044 del 17 settembre 2021, con la quale, a seguito di <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/stop-al-nuovo-pei-che-cosa-dice-la-sentenza-del-tar-che-cosa-accadra-cosa-possono-fare-adesso-le-scuole" target="_blank">una decisione del TAR del Lazio</a> (sentenza n. 9795/2021 ), venivano dettate istruzioni per la formulazione dei piani educativi individualizzati riguardanti gli alunni in situazione di disabilit&agrave;.

La nota concludeva rinviando ad aggiornamenti ed eventuali ulteriori indicazioni alle istituzioni scolastiche e ai competenti uffici territoriali in base all&rsquo;evoluzione giurisprudenziale e normativa di riferimento. Ci&ograve; lasciava intendere che la decisione del TAR avrebbe potuto essere impugnata presso il Consiglio di Stato, cosa che si &egrave; puntualmente verificata.

Ebbene la settima sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 3196/2022, pubblicata il 26 aprile scorso, si &egrave; pronunciata annullando la decisione del TAR, senza entrare, tuttavia, nel merito delle questioni sollevate dai ricorrenti originari. La motivazione addotta dal CdS per accogliere l&rsquo;appello del Ministero della PI, respingendo quindi il ricorso originario si basa, infatti, sull&rsquo;insussistenza di due reclamati motivi di illegittimit&agrave;, di natura tecnico-formale.

In primo luogo si &egrave; ritenuto che &ndash; contrariamente a quanto sostenuto dai ricorrenti &ndash; l&rsquo;impugnato decreto 182 del 2020 non rivestisse natura regolamentare e quindi non necessitasse del ricorso alla procedura prevista dall&rsquo;articolo 17 della legge 400 del 1988, che disciplina, appunto, le modalit&agrave; di approvazione di un atto di tale natura.

Altri atti attuativi previsti dallo stesso decreto legislativo numero 66 del 2017 &ndash; che aveva previsto l&rsquo;emanazione di un provvedimento che disciplinasse l&rsquo;adozione del modello nazionale di piano educativo individualizzato e delle correlate linee guida, nonch&eacute; le modalit&agrave; di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilit&agrave; i quali presentano &ndash; presentavano i caratteri della generalit&agrave;, dell&rsquo;astrattezza e dell&rsquo;innovativit&agrave; nell&rsquo;ordinamento giuridico, che invece non si riscontrano &ndash; ad avviso del Consiglio di Stato &ndash; nel provvedimento impugnato.

Il decreto 182, infatti, disciplina l&rsquo;assegnazione delle misure di sostegno e il modello di PEI da adottare da parte delle istituzioni scolastiche e si tratta di aspetti &ldquo;evidentemente attuativi, di natura tecnica, che chiariscono i criteri di composizione e il modo di operare dei gruppi di lavoro l&rsquo;inclusione e che mirano ad uniformare a livello nazionale le modalit&agrave; di redazione dei P.E.I.&rdquo;. Si tratta, quindi, di un atto di esercizio che non &egrave; quello tipico del regolamento.

La sentenza non nega che si possano individuare &ldquo;evidenti conflitti di interessi, ancorch&eacute; potenziali, per la ragione che la applicazione di uno dei criteri introdotti con l&rsquo;attivit&agrave; in questione, soprattutto quanto alla formazione dei gruppi di lavoro e alla distribuzione delle ore di sostegno, non pu&ograve; che essere tale da determinare differenze, e pertanto, da far sorgere il legittimo interesse a ricorrere al giudice per una migliore attuazione dell&rsquo;atto in questione.&rdquo;

Tuttavia &ndash; e qui entriamo in un campo molto tecnico ma che la giurisprudenza amministrativa ha ormai consolidato nella valutazione dei ricorsi proposti &ndash; per riconoscere se un atto possa considerarsi direttamente impugnabile &ldquo;&egrave; dirimente la sussistenza di una lesione concreta ed attuale della situazione soggettiva dell&rsquo;interessato che determini, a sua volta, la sussistenza di un interesse attuale all&rsquo;impugnazione&rdquo;. In caso contrario l&rsquo;impugnativa dell&rsquo;atto finirebbe per costituire un controllo oggettivo sulla legittimit&agrave; dell&rsquo;atto generale, e ci&ograve; in contrasto con i principi sulla natura personale, concreta e attuale dell&rsquo;interesse per cui l&rsquo;ordinamento accorda tutela.

Nel caso in esame &ndash; conclude il Consiglio di Stato &ndash; l&rsquo;atto impugnato non appare idoneo a ledere interessi concreti &ldquo;se non attraverso la mediazione di un provvedimento applicativo, che renda attuale l&rsquo;eventuale pregiudizio&rdquo;, legittimando una possibile reazione in sede giurisdizionale.

In sostanza, e questa considerazione lascia aperto il campo ad un ulteriore possibile contenzioso, attraverso l&rsquo;impugnativa di singoli atti adottati nelle scuole in applicazione del decreto 182, che comunque, alla luce della decisione commentata, al momento risulta pienamente vigente.

&Egrave; evidente, a questo punto, che la storia non finir&agrave; qui.

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Per il Consiglio di Stato il nuovo PEI è legittimo